VENEZIA – Dopo la brutta sconfitta rimediata contro Cantù e l’infortunio di Bowers, la Reyer si tutela mettendo sotto contratto Massimo Bulleri. L’innesto di Bulleri può essere letto come il tentativo di aggiungere una buona dose di esperienza ad una squadra che vuole essere protagonista in questo campionato. Sotto il profilo strettamente legato al gioco il nuovo acquisto della Reyer non si può certo discutere, i risultati parlano per lui: 3 scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane, 1 Coppa Saporta, 2 titoli di MVP del Campionato Italiano, nonché un argento alle Olimpiadi e un bronzo agli Europei conquistati con la Nazionale.
Restano però aperti altri interrogativi, non collegati alla sfera del basket giocato, ovvero bisogna capire come il pubblico veneziano reagirà a questa notizia, avendo fischiato sonoramente il play nell’ultimo derby, che di certo non si è mai prodigato per farsi ben volere dal pubblico veneziano. Già sabato, questo dubbio sarà fugato, in quanto si potrà assistere all’accoglienza che il pubblico riserverà a Bulleri, cogliendo se i fischi dell’anno scorso fossero solo rivalità sportiva o celassero qualcos’altro.
L’acquisto di Bulleri, congiunto con il tesserato di Marconato, l’aver stipulato un accordo con un emittente di Treviso per la diretta delle partite fuori casa, l’aver deciso di disputare buona parte del campionato al PalaVerde, sembra concludere un passaggio di consegne ai vertici del basket veneto.
Se da un lato tutte queste situazioni possono portare il buonumore in casa Reyer, potrebbero anche far storgere il naso a molti tifosi. Infatti, l’innesto di Bulleri, seppur rappresenti un valore aggiunto per la squadra, fa sorgere una domanda: la Reyer sta costruendo una propria identità o sta solo scimmiottando in tutto e per tutto gli ormai scomparsi cugini?
Francesco Codato