BOLOGNA – Volendo riassumere la partita in uno slogan, non ci potrebbe essere frase migliore di quella coniata da Claudio Sabatini per la campagna abbonamenti 2012/2013 di casa Virtus: “Sognare è un diritto”. E oggi, alla Unipol Arena, almeno in 8000 hanno realmente sognato, godendosi una Virtus, brutta, sporca e cattiva, ma al contempo giovane, accattivante e, per la seconda volta in quattro giorni, vincente. Al cospetto di quella che dovrebbe essere la mattatrice del campionato la squadra di Finelli ha tirato fuori una prestazione sorprendente, battendo Milano a rimbalzo (42-35), arrivando prima su ogni singolo pallone e imprimendo un marchio chiaro dal punto di vista difensivo all’incontro. E’ stata la partita di Mason Rocca. Il grande ex, non sapevamo se avesse sassolini da togliersi dalle scarpe ma, nel caso, lo ha fatto come suo solito: lottando come un leone sotto canestro, surclassando gente come Bourousis e Hendrix che non dovrebbero nemmeno fargli vedere la palla. Anche se, a ben pensarci, sono discorsi già sentiti talmente tante volte da risultare stucchevoli. Rocca è uscito alla grande nel secondo tempo, guidando la Virtus alla rimonta quando Milano provava a scappare. Assieme ai giovani che questa società, prima o poi, dovrebbero farla sognare. Imbrò, Gaddefors, Moraschini: tutti fondamentali per la vittoria finale. Il giovane play (+13 di plus/minus) ancora una volta è stato in campo alla grande, guidando la squadra con una personalità assolutamente non comune per uno della sua età e mettendoci anche un paio di assist da stropicciarsi gli occhi. Gaddefors ha lavorato come un pazzo in difesa, e Moraschini è stata la risposta di Finelli al parziale di Milano di avvio secondo tempo con Hairston e Langford. Il tutto prima dell’incredibile canestro finale di Kenny Hasbrouck, di gran lunga il migliore tra gli americani di Bologna. Per Milano, come detto, salvi Hairston e, per poco, Langford. Male, malissimo, tutto il resto. Niente gioco offensivo, poca presenza a rimbalzo, nessuna reattività sulle palle vaganti. Scariolo ha giustamente detto che si tratta di una partita di inizio stagione, ma ancora una volta la prima trasferta è stata fatale per l’EA7. Occorre ancora tantissimo lavoro per diventare quella squadra che potrà prendere il posto di Siena in questo torneo.
La partita prende subito una piega chiara: Milano vuole fermarsi e giocare a metà campo, Bologna cerca le gambe di Poeta per andare in campo aperto. Le percentuali da era glaciale però fermano il piano partita dell’Armani, mentre la Virtus è più pronta a entrare in partita. Gigli lotta alla grande contro un Bourousis in enorme difficoltà, mentre Poeta fa correre la squadra, pur sprecando troppo dalla lunetta. Langford sente l’emozione di tornare sul parquet che fu suo e inizia con quattro padelle in fila, mentre Smith sfrutta bene a suo favore la marcatura di Melli. Scariolo corre ai ripari coi cambi, ma Bologna appare più lanciata. 20-13 alla prima pausa.
Entra con ottimo impatto Imbrò: tripla e assist per Gaddefors e bianconeri che toccano il +10 costringendo lo staff milanese a fermare la partita. Hairston, silenzioso quanto efficace, e Langford, adesso più dentro l’incontro, mostrano la strada da seguire ai compagni ma, sebbene Smith e Minard si perdano per strada, la Virtus trova le risorse per mantenersi in vantaggio. Merito anche del grande ex, Mason Rocca, che mostra quello che tra Napoli e la stessa Milano lo ha reso una celebrità: gancetto contro Bourousis e rimbalzi offensivi nel traffico. Rimbalzi offensivi che vedono Bologna lottare ad armi pari contro i chili dell’EA7 e che consentono agli uomini di Finelli di non perdere la testa dell’incontro neanche al 20° sul risultato di 36-31.
Scariolo alza la voce in spogliatoio e Langford e Hairston sono quelli che recepiscono meglio il messaggio: i primi 11 punti del quarto sono loro, mettendo a nudo le difficoltà difensive di Hasbrouck e, soprattutto, Minard. Milano in un amen vola sul +5 e allora Finelli lancia di nuovo la linea verde: fuori Poeta e Hasbrouck, dentro Imbrò e Moraschini. Mossa giusta. L’ex Sant’Antimo segna sul primo pallone toccato e poi si incolla a Langford negandogli qualsiasi cosa. E nel frattempo sale in cattedra Mason Rocca: su una sua stoppata ai danni di Hendrix lancia il contropiede facile di Hasbrouck, e tra lui e il pubblico è già ufficialmente amore. Milano in attacco, senza le invenzioni del duo americano, arranca terribilmente. Ancora Hasbrouck in chiusura di periodo segna da due e converte un solo libero (pessime percentuali per Bologna) per tenere i suoi avanti di 1 alla terza sirena.
L’intensità della partita (fino a qui soli 18 falli complessivi) si alza subito. Milano mostra i muscoli, ma Bologna, pur avendone meno, non si sottrae alla lotta. La lucidità latita e nella confusione la SAIE3 dimostra di trovarsi meglio. E’ ancora il quintetto con i giovani a spingere avanti i padroni di casa che ricamano un 13-2 di parziale a cavallo tra i quarti utile per mettere sette lunghezze tra sé e le Scarpette Rosse (59-52), con Hasbrouck che converte in tre punti un assist al bacio di Imbrò e Rocca a prendere il controllo del pitturato. Come detto, la lucidità latita, ancora di più quando rientrano i colored di Bologna, in luogo di chi aveva fatto così bene fino a quel momento. Milano non alza particolarmente il volume del proprio gioco, imprigionata da un Cook evanescente come mai, ma si limita a sfruttare gli errori avversari e qualche fischiata dubbia. Fotsis pesca la tripla del -1, Hairston sigla il +1 e lo stesso Cook, con l’unica fiammata della sua partita, firma il +2 a 50” dalla fine. Sembra un colpo difficile da assorbire. Ma ci pensa Kenny Hasbrouck, con una tripla tanto incredibile quanto (e non potrebbe esserci occasione migliore) “ignorante” a una ventina di secondi dal termine: scagliata da 8 metri buoni e con Melli addosso. Solo rete. Hairston avrebbe la grande chance del controsorpasso, perso ancora una volta da un Minard in netto ritardo di condizione, ma il suo tiro in sospensione finisce sul ferro. Il rimbalzo nelle mani di Steven Smith. E i due punti in classifica alla Virtus Bologna.
SAIE3 Bologna – EA7 Emporio Armani Milano 67-64
Parziali: 20-13; 16-18; 15-19; 16-14;
Progressione: 20-13; 36-31; 51-50; 67-64;
MVP: Tante potrebbero essere le nomination per Bologna: dal Kenny Hasbrouck eroico con la sua tripla finale, al gruppo dei giovani che tiene in piedi la squadra in un momento critico, passando per un Angelo Gigli sempre solido. Diamo però il premio a Mason Rocca, alla prima prestazione da Mason Rocca in maglia Virtus e che ha già fatto innamorare tutti i tifosi di lui. Contro la sua ex squadra. Conoscendo la serietà della persona, difficile vederci del veleno. Ma di sicuro stanotte si addormenterà con un bel sorriso.
WVP: Anche qua, di candidati per Milano ce ne sarebbero: da una Basile da -11 di plus/minus a uno spaesato Niccolò Melli. Andiamo però con un invisibile Omar Cook, lontano anni luce dalla partita, quando sarebbe dovuto essere lui uno dei fari della squadra.
SALA STAMPA
Alex Finelli
Sergio Scariolo
Nicolò Fiumi