PESARO – Mentre la Scavolini Banca Marche avanza ad ampie falcate verso la forma migliore e verso la quadratura del cerchio richiesta da Ticchi per il suo sistema di gioco, l’Umana conferma con la prestazione di oggi di essere ancora un cantiere aperto e di essere una squadra tanto profonda quanto ancora male amalgamata ed in grande difficoltà a trovare un gioco che possa mettere d’accordo giocatori tanto ingombranti sotto diversi punti di vista.
I padroni di casa nel giro di tre settimane sono parsi completamente trasformati dalla prestazione un po’ incolore messa in mostra nella prima di campionato contro Roma ed hanno dato piena continuità al trend positivo messo in risalto a Biella.
I ragazzi di Ticchi hanno messo in pratica molti dei dettami richiesti dal loro coach, vale a dire tanto cuore e ripetuti attacchi dall’uno contro uno che hanno messo spesso in crisi l’Umana, caricando fin da subito di falli gli uomini di Mazzon, in grave crisi nell’affrontare sul piano atletico degli avversari più leggeri ma sicuramente più atletici.
E’ stata la partita degli americani della Scavolini Banca Marche capaci, seppure a fiammate, di riuscire a fare vedere le loro potenzialità soprattutto nel terzo quarto quando hanno martoriato la retina avversaria; se è vero però che il break è arrivato con lo stato di trance dei tre colored, va detto ancora una volta che l’anima di questa squadra è italiana, perché sono stati Cavaliero e Crosariol ad entrare subito in partita, a trascinare i loro compagni con i primi due quarti a dir poco straordinari e poi non fare mancare mai il loro apporto in difesa.
L’Umana, dopo la sofferta vittoria casalinga contro Reggio Emilia, torna a casa da una trasferta ancora una volta disastrosa che lascia più di un dubbio sulla possibilità di riuscire in fretta le gerarchie in un roster tanto eterogeneo; l’assenza di Bowers e le condizioni ancora precarie di Szewczyk non possono costituire motivazioni sufficienti per la debacle di oggi, soprattutto considerando che la società non ha badato a spese per turare le falle che si sono aperte durante la pre-season.
Il piano partita di Mazzon è piuttosto evidente fin da subito: stancare la Scavolini Banca Marche affidandosi al suo roster lungo ed a continue rotazioni che gli consentano di sostenere l’alto ritmo che Ticchi deve giocoforza imprimere alla sfida, vista anche la differenza di tonnellaggio tra le due formazioni.
Il coach veneto accetta quindi il gioco a viso aperto degli avversari ed anzi comincia fin da subito le sue intense rotazioni per avere forze sempre fresche; i suoi inoltre non lesinano falli ed hanno il preciso input di mostrarsi tutti pericolosi al tiro per stancare ulteriormente la difesa pesarese.
Nel primo tempo i padroni di casa però riescono sempre a mantenere una certa inerzia sulla partita affidandosi ancora una volta alla sua anima italiana; nel primo quarto l’asse Cavaliero – Crosariol offre un vero e proprio show di assist e schiacciate che infiamma il pubblico, prima che il centro debba accomodarsi precauzionalmente in panchina con due falli a carico.
Venezia, grazie comunque ad un certo predominio sotto i tabelloni e con un Williams che nei primi due quarti si dimostrerà una costante spina nel fianco degli avversari, prova in un paio di occasioni il break ma poi, come successo a Biella, l’ingresso di Mack di rincorsa porta a due triple dell’ala americana a cavallo tra i due quarti che portano Pesaro sul 26-22 in apertura di seconda frazione.
Il secondo quarto prosegue sulla stessa falsariga e vede ancora una volta la Scavolini Banca Marche affidarsi al duo Cava – Crosa (22 punti su 43 per loro alla fine del primo tempo) con il quale riesce a rintuzzare un parziale 3-12 con cui l’Umana si era portata in vantaggio sul 34-36 dopo essere stata sul -7 (31-24); nel finale di tempo è ancora showtime con schiacciate assortite di Crosariol (capace anche di ottime cose in difesa con stoppate e recuperi) e Barbour ma poi, al rientro negli spogliatoi, la cosa preoccupante per i padroni di casa è che Venezia, senza avere fatto nulla di trascendentale è ancora ben salda nel match sul – 3 (43-40).
Invece il terzo quarto è quello decisivo in favore dei padroni di casa che, contrariamente a quanto si aspettava Mazzon, non accusano alcuna sorta di stanchezza mentale e fisica nell’attuazione del loro piano partita ed anzi trovano finalmente quel quid in più dai loro americani con il quale travolgono l’Umana nel giro di pochi minuti; Crosariol esordisce con l’ennesima schiacciata ma poi Hamilton, Amoroso e Cavaliero infilano una pioggia di triple (6/10 per la Scavolini Banca Marche dall’arco nella terza frazione) che propiziano un parziale di 25-5 con il quale si passa in poco tempo dal 45-42 al 70-47.
L’Umana prova ad opporsi in qualche modo ma ormai ha perso la bussola ed è imprecisissima al tiro, oltre ad avere anche perso il predominio sotto i tabelloni; Clark non riesce mai ad incidere e, nel bailamme di cambi forse addirittura controproducente, solo Diawara riesce ad offrire un decente contributo offensivo.
Rimane il fatto che all’ultima pausa i biancorossi di casa sono avanti sul 75-53, con Hamilton e Barbour che hanno segnato rispettivamente 11 e 10 punti nel quarto; nonostante i tanti falli che gravano sulle spalle di giocatori importanti, la Scavolini Banca Marche ha ormai il pieno controllo sulla partita, anche perché gli ospiti non hanno quel cambio di ritmo necessario per provare ad abbozzare una reazione.
L’ultimo quarto è quindi quasi tutto garbage – time la Scavolini Banca Marche ha un calo fisiologico ed inevitabile e l’Umana ne approfitta per ridurre il divario in termini accettabili e per qualche suo giocatore di rimpinguare il suo misero score personale.
Scavolini Banca Marche Pesaro – Umana Venezia 88-75
Parziali: 23-22; 20-18; 32-13; 13-22
Progressione: 23-22; 43-40; 75-53
Mvp: il merito è anche dei tanti uno contro uno richiesti da Ticchi e dei suoi compagni (Cavaliero in primis) che l’hanno cercato, ma comunque Crosariol ha avuto il merito di farsi sempre trovare pronto sugli scarichi, ma anche di condire la sua prestazione perfetta al tiro con rimbalzi, stoppate e una presenza intimidatrice costante dentro l’area che ha sporcato parecchie traiettorie di tiro avversarie.
Wvp: l’Umana di Mazzon ha cercato di diluire la sua pericolosità offensiva ed è andata alla conclusione con tutti i suoi giocatori scesi in campo, così, sia nel bene che nel male, è difficile trovare un giocatore che si sia distinto rispetto agli altri. Certo che l’ex di turno Clark, che negli anni scorsi era stato il faro indiscusso di questa squadra, oggi ha sembrato digerire molto male questa sorta di platoon system nel quale non è mai riuscito a trovare il suo ritmo.
Spogliatoi
Ticchi: è una vittoria ovviamente importante, disputando una partita nella quale ci siamo divertiti ed abbiamo fatto divertire il pubblico, che ci ha dato una bella carica fin da subito. Sapevamo di affrontare un avversario molto forte però, guardando i video in settimana, sapevamo anche di poterli mettere in difficoltà con la nostra velocità. Nel primo tempo abbiamo difeso solo sufficientemente bene e per questo, nonostante un’ottima prestazione offensiva, li abbiamo un po’ subiti. Nel secondo tempo abbiamo ottenuto il break decisivo quando siamo riusciti a difendere bene per 4-5 azioni consecutive, continuando anche ad attaccare bene ed a giocare di squadra senza tanti palleggi, come dimostrano i tanti assist alla fine.
Mazzon: complimenti a Pesaro per la grande partita, ci ha messo in grande difficoltà con una grande prestazione balistica. Noi invece abbiamo giocato a strappi: abbiamo disputato un buon primo quarto, abbiamo giocato bene a tratti nel secondo quarto e poi la partita è stata segnata nella terza frazione, con quella serie da tre punti della Scavolini. Non c’è molto altro da dire se non che noi dobbiamo essere molto più umili ed entrare in campo sapendo che dobbiamo guadagnarci ogni vittoria.
Giulio Pasolini