Dal 1° Febbraio 2014 David Stern non sarà più il commisioner della NBA. Ad esattamente 30 anni dalla sua promozione (lavorava già da un ventennio nella lega come consulente legale e poi vice-presidente) Stern – che ha appena compiuto 70 anni – lascerà il pallino nelle mani del suo attuale vice Adam Silver, con la benedizione di tutti i 30 owners.
E’ impossibile non ricordare in che condizioni versava l’NBA quando Stern si sedette, il 1° Febbraio 1984, sulla poltrona più importante degli uffici all’Olympic Tower di Manhattan. Se molti dei problemi legati all’abuso di sostanze stupefacenti da parte dei giocatori, che avevano infestato gli anni 70, erano sfumati con l’arrivo del nuovo decennio, la lega ancora non decollava.
Nel 1976 c’era stata la “fusione” con la ABA (entrarono dalla lega “alternativa” 4 formazioni come San Antonio, Indiana, New Jersey e Denver) e non raggiungendo ancora le 30 franchigie attuali, l’NBA sembrava destinata a una triste fine, la stessa patita da altri – ABA appunto – nel recente passato. Le finals venivano trasmesse in differita (!!!) e fuori dai confini americani si sapeva davvero poco delle stelle di quel campionato. Poi arrivò David…
Stern fu il primo a capire le potenzialità e l’enorme vantaggio di avere contemporaneamente nella lega due giocatori/personaggi come Larry Bird e Magic Johnson. Intorno alla figura dei due Hall of Famers e delle sfida infuocate tra Lakers e Celtics, il commisioner costruì le fortune della NBA. Le TV tornarono ad interessarsi a quello che da “semplice” sport stava diventando a tutti gli effetti un prodotto da vendere e in tutto il mondo cominciammo a vedere le immagini dei campioni a stelle e strisce (da noi commentate dal mitico Coach Dan Peterson). L’avvento poi di Michael Jordan e di internet hanno fatto il resto.
David Stern, certamente non amato da tutti, come si conviene ai grandi, è e resta il miglior commisioner che una qualsiasi lega sportiva nel mondo abbia mai avuto. Tanto da essere preso spesso a paragone (solo a parole purtroppo…) anche dai nostri dirigenti calcistici, gente come Adriano Galliani, ad esempio, che ha sempre buttato un occhio al di là dell’oceano, cercando di importare regole qui non applicabili. L’Avvocato Stern ha saputo creare una macchina da soldi sana, esportabile, ammirata da tutti, che ad oggi frutta la bellezza di 5 miliardi di dollari all’anno!
L’introduzione del salary cap, le sponsorizzazioni, “l’internazionalizzazione” della NBA, gli accordi televisivi, i due lock-out superati, così come le grane arbitrali e di scandali dei giocatori (Kobe, ecc.) sono solamente le candeline su una torta dolcissima, da spegnere al termine di un “viaggio” (come Stern stesso l’ha definito) entusiasmante.
Chiunque ama questo sport non può che ringraziare David Stern: alfiere della globalizzazione, inventore della WNBA e della lega di sviluppo, attento a non far mai scendere il livello agonistico a favore di un semplice circo a tre piste mediatico – come erroneamente viene vista l’NBA a volte dai non amanti di quello che resta uno sport a parte – primo sostenitore della partecipazione dei “pro” alle Olimpiadi di Barcellona, quello che poi divenne l’unico e inimitabile Dream Team della storia, cestistica e non. Come direbbero loro:”Words are not enough” quindi non resta che chiudere con un semplice ed eloquente: grazie di tutto David!
Andrea Pontremoli
@A_P_Official