The show must go on cantavano i Queen. Ebbene, lo show, nonostante Napoli, è andato avanti, ed il secondo campionato nazionale ha trovato la sua regina, pro tempore, in una strabiliante Bologna, così sorprendentemente al passo coi tempi. Tu chiamale se vuoi…coincidenze. “Nata da un sospiro o da un temporale”, per dirla alla Ligabue, la Biancoblù Bologna rappresenta la summa perfetta dell’ultimo decennio di pallacanestro nostrana. Generata da una “costola” di Budrio, con una spolveratina di ceneri ferraresi, una tinteggiatura di bianco e una mano di blù e, per finire, uno stemma appiccicato con la benedizione della “Casa Madre”, i giovani felsinei hanno sorpreso tutti. Nonostante tutti i problemi di un precampionato condizionato da infortuni, ritardi clamorosi nella composizione della squadra e disponibilità economica incerta, la Salieri’s band si è tolta non poche soddisfazioni, vincendo all’ultimo secondo ben tre gare su quattro e di appena cinque punti la gara con maggior scarto. Se andiamo poi ad elencare i nomi delle “vittime”, Casale Monferrato, Capo d’Orlando, Jesi e Pistoia, comprendiamo a fondo la portata dell’impresa.
Se il nord, nel campionato che accendeva l’Italia, ha estratto il suo coniglio dal cilindro, il sud, Napoli a parte ovviamente, annaspa clamorosamente proprio con le squadre più rappresentative, pronosticate lassù, dove osano le aquile, vere o presunte. Male, anzi malissimo, Scafati, che con la sola scusante di avere avuto Bartocci sulla tolda di comando per appena due allenamenti, si è fatta letteralmente annichilire al PalaTrieste, in una non-partita palesemente transitoria, per i campani, e necessaria all’ex tecnico di Napoli per comprendere appieno che cosa gli sia capitato per le mani. Bene per Dalmasson, che è stato comunque bravo a cogliere la palla al balzo, offrendo così una gradevole srata ai tifosi giuliani.
L’altra grande del sud a cadere, e a farlo per la seconda volta consecutiva, è Barcellona, cui non bastano i soliti Callahan e Bell nella fatal Verona. La serata di grazia di McConnel, in versione doppia doppia (18 punti, 10 rimbalzi), condita dalle buone prestazioni di Boscagin e Chessa hanno lasciato a bocca asciutta i siciliani che ora precedono in classifica solo Imola ed i cugini dell’Upea ancora al palo.
Vittoria invece per entrambe le ciociare. Mentre però il successo di Veroli in Sicilia non può comunque far dormire sonni tranquilli, nonostante segnali di vita dal pianeta Hunter, quello casalingo di Ferentino, contro un’appagata Forlì, può essere considerato un buon viatico per il proseguio del campionato. Schiodata infatti quota zero, la FMC può guardare al futuro con maggiore serenità, forte di una quadrature che pare essere arrivata e che affonda le sue radici su pilastri tutti nostrani, come Righetti, Guarino e Gurini, su cui innestare l’eclettismo di El Amin e la concretezza di Ekperigin. Da non buttare la prova di Capo d’Orlando contro Veroli, mentre è da bociattura piena la prestazione dei romagnoli al PalaPonteGrande.
Classifica alla mano, il prossimo turno di campionato rgala scontri molto interessanti. Scafati e Forlì, a quota quattro, saranno entrambe chiamate, chi per un verso e chi per l’altro, alla “prova Palafiera”. I padroni di casa dovranno in un sol colpo cancellare la figuraccia dell’unica gara casalinga, contro Pistoia, e di quella rimediata domenica scorsa a Ferentino, mentre Scafati non può permettersi di perdere il passao delle prime. Più in alto, invece, a quota sei, Pistoia e Trieste si giocheranno la vetta della classifica ed i toscani gradirebbero non fallire il secondo scontro diretto consecutivo.
Il nuovo ed emozionante format a 15 squadre prevede poi il ritorno in campo, contro Imola, dell’Aquila, quella vera, di Trento, che lascerà il posto “in panchina” proprio all’altra Aquila, quella un pò meno vera, di Bologna, ma così tanto di moda nel basket dell’ultimo deccenio.
Classifica completa al 4° turno: http://www.legaduebasket.it/stand/complete.phtml?year=2012&lea=28
Massimo Framboas