Reggio Emilia non solo espugna Milano con pieno merito, ma lo fa nel migliore dei modi, dominando la partita dall’inizio alla fine, incontrando un solo momento di difficoltà, egregiamente superato con la compattezza del gruppo. Una splendida prova di forza, unione e sacrificio per una squadra che potrebbe aver già trovato il turning point della propria stagione.
Dall’altra parte Milano ha fornito l’ennesima vergognosa prova di una stagione che definire orrida è puro eufemismo. E’ una squadra senza capo nè coda, senza attributi, senza voglia di sacrificarsi in nome di una vittoria, o anche solo del nome che porta sulla maglia. L’inizio di partita è da punizioni corporali per tutti gli effettivi in campo, con l’aggravante che il prosieguo è quasi peggio dell’inizio, con ogni tipo di nefandezza messa sul campo.
Richard Hendrix è sembrato il peggior giocatore americano che abbia mai calcato il Forum, con una prova impresentabile, fatta di pesantezza, svago mentale e applicazione prossima allo zero. L’esempio più lampante è un rimpallo che gli cade in mano a un metro dal canestro completamente solo. Lui, non solo non converte il layup, ma si fa anche sfuggire la palla mandandola sul fondo e regalandola agli avversari. Questi sono segnali inquietanti e non giustificabili con la scarsa forma fisica o preparazione. Qui siamo davanti all’ennesimo problema mentale di una squadra che pare essere alla deriva.
Reggio approccia la partita con una verve difensiva incredibile, mettendo subito in difficoltà i padroni di casa e andando in attacco con tanta convinzione. Due triple di Filloy e un canestro in contropiede di Taylor firmano in calce il primo parziale importante di 13-2 che obbliga Scariolo al timeout. Quando tutti si aspetterebbero la strigliata del coach e un’uscita veemente dei padroni di casa, arriva ancor più devastante la mareggiata reggiana che non si accontenta del buon vantaggio ottenuto e continua a crivellare di canestri la retina avversaria, anche grazie a una difesa che recupera palloni a ripetizione e scatena il campo aperto.
Per Milano è il solo Hairston a provare qualche soluzione diversa ed efficace, mentre alla prima sirena Reggio è già in controllo del match con Brunner a quota 7 rimbalzi e una valutazione che parla da sola: ????
Gli ospiti mantengono un vantaggio sempre sensibile, anche grazie a un Taylor davvero ispirato in attacco e una difesa che costringe Milano a tiri fuori ritmo dal perimetro, che diventano impossibili a causa di una pesantezza mentale e un nervosismo altamente percepibili.
Bourousis è la brutta copia di se stesso, Hendrix gioca uno scampolo di partita (malissimo) poi si siede in panchina fino alla fine, Fotsis è il solito svagato e distratto dell’ultimo periodo e Stipcevic non fa nulla per invertire il trend negativo che lo accompagna dall’inizio della stagione.
Per Scariolo non ci sono risposte e il distacco continua a gravitare intorno alle 15-20 lunghezze in un Forum annichilito da uno spettacolo tanto raccapricciante.
L’unico sussulto d’orgoglio milanese arriva nel finale di terzo quarto con una lenta rimonta, culminata con un 11-0 di parziale propiziato da Fotsis, che porta i biancorossi sino al -4 sul 54-58.
Sembra il momento in cui Reggio sia destinata ad affondare sotto i colpi della più quotata avversaria e, invece, è proprio qui che vengono fuori i valori morali di una squadra mentalmente in salute. Sul -6 un dubbio fallo in attacco di Gentile porta al tecnico Scariolo che, nell’operazione, fa tornare gli ospiti alla doppia cifra di vantaggio. Brunner chiude da vicino due pessime rotazioni difensive avversarie e, in un baleno, la Trenk è ancora avanti di 14 lunghezze.
Qui finisce definitivamente la partita di Milano che prova a sparacchiare a salve da tre punti per salvare il salvabile, senza che mai un tiro finisca la propria corsa nella retina. La degna conclusione del match è il dato statistico della valutazione dell’ultimo quarto che recita un eloquente -1 sotto la squadra biancorossa. A un minuto dalla fine la curva ospite già festeggia la storica vittoria. Poco dopo piovono fischi, ancorchè flebili, su una squadra che, al momento, dimostra di non meritare alcun tipo di incitamento.
EA7 Emporio Armani Milano – Trenkwalder Reggio Emilia 66-78 (11-26, 18-19, 25-13, 12-20)
MVP: Donnell Taylor. Nonostante la curiosa meccanica di tiro, domina la partita, segnando canestri importanti e risultando una costante spina nel fianco della difesa.
WVP: Olimpia Milano
Quotes:
Menetti: “In una squadra come la nostra contano tantissimo il cuore e il sacrificio. Noi oggi abbiamo portato al massimo sia uno che l’altro, raggiungendo un’incredibile vittoria senza Antonutti, che speriamo possa tornare presto. Non era facile togliere ritmo da subito a Milano, ci siamo riusciti e la partita si è messa subito sui binari giusti. Da reggiano doc sono felicissimo di far parte di questo progetto e aver portato in dote una vittoria cosi prestigiosa come quella di oggi. Il campionato è ancora lunghissimo, ma se giocheremo come oggi potremo toglierci diverse soddisfazioni.”
Scariolo: “Non siamo nè duri, ne forti mentalmente, abbiamo giocato senza voglia e ci siamo caricati subito di pressioni negative, complicandoci tutto il match. Non si può pensare di giocare a zona se prima non si difende bene a uomo. Non si risolvono i problemi con le scorciatoie, si risolvono anche con le figure di m… fatte oggi e ad Avellino. Quando saremo in grado di difendere a uomo, faremo anche la zona. Così si crea la mentalità della grande squadra.
Mercato? E’ una riflessione che va fatta con la società, pensando se prima sia una questione di ruoli, oppure di attitudine mentale. Credo che in questo momento la seconda cosa sia fondamentale. Dobbiamo ricaricare in fretta le batterie, senza abbattersi. Momenti come questi e anche peggiori sono stati superati.”
Simone Mazzola