VERONA – Seconda vittoria consecutiva per la Tezenis Verona, che si impone 79-69 su Capo d’Orlando sfruttando al meglio il calendario favorevole. I gialloblù stavolta rifiatano anche un po’ dopo il dispendioso scontro contro Barcellona, e rischiano più del dovuto contro un avversario che non appariva in grado di impensierirli. Difficile per l’Upea pensare di portare a casa un successo con i propri esterni americani che combinano per 7/24 dal campo con un agghiacciante 1/11 da tre, nonostante ciò i paladini hanno il merito di non arrendersi mai guidati da George e dagli italiani e vanno vicini a riaprirla nel finale. Verona viaggia molto a sprazzi, perde troppi palloni per semplici leggerezze ma mantiene comunque sempre il controllo della gara trascinata da un Ghersetti finalmente in versione super Mario.
Oltre 2000 al PalaOlimpia in una serata grigia, Mathis-Battle-Portannese-Young-Poletti per gli ospiti, per Verona anche stavolta Westbrook e non Chessa assieme a Ghersetti, Lawal, McConnell e Boscagin.
Verona un po’ pasticciona in avvio di partita, con Lawal che dopo tre minuti incappa già in due falli banali. Senza di lui gli ospiti guadagnano qualche extrapossesso di troppo, Portannese firma il primo vantaggio per il 6-8 ma replicano subito Ghersetti e Westbrook con 7 punti di fila aperti da schiacciata super dell’italoargentino. Non cambierà molto la storia per tutto il resto della partita, con la Tezenis ad incappare in errori banali e contropiedi sprecati ogni volta che potrebbe allungare e ospiti aggrappati con le unghie e con i denti alla partita. Battle e Young scheggiano ferri, per fortuna ci sono Poletti e Portannese e al primo intervallo è 23-18.
Prova a correre e ad alzare il ritmo Verona, le intenzioni sono buone ma i risultati alterni, pur se una tripla in transizione di Frassineti vale il massimo vantaggio per il 26-18. La Tezenis alza però subito le mani dal manubrio, la grande esperienza di George e qualche raro sprazzo dei due extra valgono un parziale di 0-12 senza un vero perché che porta il punteggio sul 26-30. Si potrebbe pensare ad un cambio dell’inerzia, manco a dirlo però arriva subito la controrisposta: due triple di Ghersetti e Chessa, qualche vite girata in difesa ed è di nuovo 34-30. Verona non allunga oltre anche perché per fortuna del coach ospite arriva il terzo fallo di Young, Bernardi lo può sostituire senza troppi patemi con un efficace Portannese che tiene a contatto la squadra. Sciupano anche qualche libero di troppo i gialloblù, all’intervallo è 40-35 e la sensazione che si potrebbe fare di meglio.
Ramagli si fa sentire negli spogliatoi e Verona torna in campo più aggressiva ad inizio ripresa, fa girare bene la palla guidata da McConnell e dopo tre minuti si trova 49-37 grazie ad una difesa asfissiante. Gli ospiti trovano qualcosa solo dagli italiani, stavolta Rullo, ma comunque non mollano mai mentalmente, nonostante il nulla in arrivo da Young e Battle. Verona non inferisce troppo esagerando anche con la leziosità senza mai affondare il colpo. George è ovunque sia in attacco che in difesa, è bravo soprattutto a correggere gli errori dei compagni e il suo ennesimo tapin offensivo porta la partita all’ultimo intervallo sul 62-51.
Bernardi toglie definitivamente Battle mentre lascia in campo Young che effettivamente ha un impatto fisico migliore, Capo d’Orlando scende in campo dando un ultimo assalto all’arma bianca alla partita. Ne esce un ultimo quarto strano, con Verona che capisce poco in attacco ma comunque tiene a distanza di sicurezza gli avversari con giocate individuali ed i soliti extrapossessi firmati Lawal. Gli ospiti però non si arrendono mai, né dopo il 69-57 firmato Westbrook da tre né dopo il 73-63 di Da Ros a metà periodo, anche perché Verona allenta l’intensità difensiva consentendo canestri troppo facili ai vari Mathis e George. Il rientro di McConnell, forse dimenticato troppo in panchina, non cambia la situazione, anzi è proprio lui a perdere un paio di palloni pesanti che consentono agli ospiti di arrampicarsi fino al 73-69 a due minuti dal termine. Young in un silenzio irreale sbaglia con metri di spazio la tripla del -1, Ghersetti ridà fiato con un canestro incredibile in allontanamento e uno 0/2 ai liberi di un commovente George ad aprire l’ultimo minuto è la parola fine a una partita che è rimasta aperta più di quanto avrebbe dovuto.
TEZENIS VERONA – UPEA CAPO D’ORLANDO 79-69 (23-18,17-17,22-16,17-18)
SALA STAMPA
Ramagli
Una partita non semplice perché chi viene da quattro sconfitte in fila vuole muovere la classifica, sicuramente avrà ricevuto scosse dal punto di vista motivazionale. Noi venivamo da una settimana scadente dal punto di vista fisico e questo si è ripercosso soprattutto sul nostro aspetto migliore del momento, cioè la stabilità difensiva. Infatti nella prima metà della gara siamo andati molto a sprazzi, meglio nella seconda dove però abbiamo perso troppi palloni non ammazzando mai la partita. Il cinismo, il killer instinct è un aspetto molto importante, una cosa che ti fa stare vivo e magari ti fa vincere una partita, questo è quello che ci manca ancora in trasferta. Anche a Napoli o Pistoia tornavamo sotto, magari -4 o -5, poi facevamo un paio di sciocchezze e subivamo una spallata, così come stasera ogni volta che la si poteva chiudere li facevamo rientrare. Questa è una partita che noi dovevamo spaccare, siamo andati a +13 e poi ci siamo messi a tentare alley-oop da centrocampo, palle perse banali e abbiamo dovuto di nuovo dare fondo a tutte le energie nel finale.
Loro sono una squadra che da fuori fa più fatica mentre in area è molto forte come dimostrano anche le statistiche, noi stasera avevamo come priorità di chiudere l’area e non siamo riusciti mai a farlo bene. La partita l’abbiamo sempre condotta ma mai controllata, senza chiuderla quando si doveva, magari siamo stati svagati e superficiali nella gestione dei possessi.
Bernardi
Sulla tripla di Young pensavo già al -1, poi purtroppo lui ha sbagliato e siamo rimasti a -4. Comunque questa partita è stato un passo avanti, abbiamo avuto la forza di non mollare anche quando eravamo sotto di 14. Siamo riusciti a giocare bene in attacco trovando le situazioni che dovevamo trovare, riuscendo ad essere aggressivi anche in difesa, ma ci manca un po’ di qualità da qualche giocatore che dovrebbe essere più importante in campo. Io vedo quattro giocatori in doppia cifra, buone percentuali da due ma senza quel qualcosa in più che potrebbe dare qualcuno, magari alzando un po’ le percentuali da tre, si fa tutto più difficile.
MVP: in una serata in cui a fare la parte del leone sono i lunghi, Mario Ghersetti fa meglio di tutti giocando una gran partita su entrambi i lati del campo. L’italoargentino, in campo solo 25 minuti per problemi di falli, riesce a trovare gli spazi vicino a canestro che tanto aveva faticato ad occupare nelle scorse partite, come dimostra il 6/8 da 2 per 21 punti e 8 rimbalzi. Per lui anche 3 assist, una leadership costante e il canestro che dà fiato ad una Verona che stava subendo il rientro degli avversari.
WVP: difficile scegliere tra il duo Young – Battle, lo fa coach Bernardi che nell’ultimo periodo lascia in campo il primo e tiene in panchina il secondo. In effetti Young, pur incappando in un’altra serata disastrosa al tiro, mostra almeno un po’ di volontà nel voler cambiare gli eventi e un impatto fisico superiore rispetto ad un Battle che si limita semplicemente a farsi trascinare dalla partita senza mai provare ad incidere. Le cifre sono impietose per il giovane play, vale a dire 3/10 dal campo con 0/5 da 3 in 21 minuti, e le parole dell’allenatore a fine partita fanno pensare che la sua esperienza italiana possa essere giunta al capolinea.
Lorenzo Peretti