FORLI’ – Esce inondato dai fischi del Palafiera il gambero biancorosso, dopo la terza sconfitta su altrettante partite nella propria tana. Si deve quindi narrare di un’altra assurda e sconclusionata sconfitta, in cui Jesi, facendo il minimo indispensabile, supera in classifica Forlì andando a 6 punti.
Le preoccupazioni e i dubbi del tifoso forlivese sono, ad oggi, più nitidi che mai. Come sono possibili le due vittorie a Veroli e Barcellona se, davanti ai suoi occhi, deve vedere sempre questo circo? Che siano veramente scarsi e siano stati un caso sporadico? Oppure davanti a 3000 persone diventano neonati che necessitano di un cambio continuo del pannolino?
L’unica “certezza” viene da quel giocatore che in estate doveva essere il crack del mercato forlivese, colui che avrebbe dovuto portare esperienza, agonismo ed intensità: Miroslav Todic. Negli assurdi 34 minuti concessi da Dell’Agnello il bosniaco gioca palesemente contro la propria squadra, ricordando il già caro collega sventolatore di asciugamani apparso al PalaFiera due anni orsono. Ad oggi, il taglio è inevitabile. Che poi con l’arrivo di un nuovo comunitario si cambi passo, questo è da vedere. Perché oltre l’indisponente Todic, molte perplessità vengono anche dal resto della squadra e, ieri più che mai, dalle scelte dell’allenatore.
Innanzitutto, se si vuole puntare su un play ragionatore, che crea gioco per i compagni, non bisogna farlo su un Rookie nero americano. Perché a loro piace sentire la palla addosso, prendere scelte azzardate (e ieri spesso indovinate) e sostanzialmente fare casino. Hanno dentro il DNA del playground. Quindi più che Spencer, ieri migliore in campo tra i biancorossi, bisognerebbe additare la colpa a chi ha voluto creare la squadra pensando ad uno stile di gioco più lento e ragionato rispetto agli scorsi anni.
A salvarsi insieme a Spencer è stato solamente Nicola Natali, che sotto gli occhi del padre Gino ha sfornato un’altra buona prestazione fatta di sostanza e concretezza, chiudendo con il 100% da 2 a discapito del 37% del resto della squadra. Il resto veramente poca, pochissima roba: Roderick non si rende conto di non avere il tiro dalla media, impuntadosi su queste scelte di tiro non trovando quasi mai la percussione sotto canestro , Musso mai messo in condizione di tirare coi piedi per terra, Borsato che più che scarso è da definire totalmente inutile, Simeoli che nel suo piccolo ci prova in entrambi i lati del campo, ma che mostra un tiro che potrebbe ambire solamente ad una medaglia nel getto del peso a Rio 2014 e Soloperto che dopo l’8 su 8 a Barcellona è tornato finalmente a ricordarci il buon Brigo.
E dire che Jesi non sembrava certamente in giornata. Il più grande pericolo offensivo, Maggioli, non era in serata, il piagnone Hoover ha fatto vedere pochissimo per più di 35 minuti chiudendo inoltre con 7 perse, salvo poi gelare la partita con la tripla decisiva, mentre il duo americano Sanders-Griffin non era esplosivo come nelle precedenti partite. Eroe completamente inaspettato il tronista Valentini, difesa aggressiva e 13 punti con il 100% dai 6,75 che gli permettono di eguagliare il suo record personale in LegaDue. Non è una novità, al PalaFiera si è sempre pronti a trasformare semplici gregari in match winner.
Domenica prossima viaggio a Trieste, contro una delle squadre meglio organizzate di questo inizio campionato. E’ ancora opportuno pensare che si possa ripetere una prestazione come quella a Cefalù, venuta proprio dopo una batosta casalinga? Ad oggi, sicuramente no. Se in settimana si avranno notizie sul ruolo di comunitario, ci si potrebbe cominciare a pensare. Ma la strada sarebbe ancora molto in salita.
Con la perpetua speranza che questo gambero possa snaturarsi e camminare in avanti.
Le Gamberi Foods Forlì – Fileni BPA Jesi 63-70
Parziali: 16-24; 17-11; 21-16; 9-19
Progessione: 16-24; 33-35; 54-51; 63-70
MVP: Jacopo Valentini
WVP: Miroslav Todic
Sala stampa: Dell’Agnello – Cioppi
Gianni Gavelli