Quante volte abbiamo già parlato di crocevia in questa prima parte di stagione dell’EA7? Troppe. Significa probabilmente che, rispetto alle attese, altine anzi che no, la squadra di Sergio Scariolo ha fin qui deluso. Ogni passaggio, in campionato come in Europa, diventa decisivo. E siamo solo a Novembre…
Se dalle nostre parti la vittoria di Siena poteva essere considerata appunto come un “nuovo inizio” e la conseguente risalita in classifica, è arrivata subito la sconfitta interna contro Venezia a raffreddare le polveri di una società che pur spendendo e accumulando nel proprio roster giocatori esperti e a livello dei primi in Europa, non trova la continuità necessaria ad inanellare una striscia di vittorie.
In Eurolega la situazione è chiara: dopo l’esordio al Forum che ha fatto ben sperare tutti i tifosi delle “Scarpette rosse”, sono arrivate anche qui sconfitte inaspettate, ma in un certo senso da mettere in previsione, affrontando i top clubs continentali. Il grosso problema dell’Olimpia sembra essere l’attacco, che improvvisamente, e più volte durante una gara, va in tilt e si limita a tiri allo scadere dei 24″ con – bisogna dirlo – poco successo da parte di Langford & c.
In realtà i dubbi vengono guardando invece nell’altra metà campo (Milano è la squadra con più punti subiti nel proprio girone). Troppo spesso, e nei momenti cruciali, arriva un canestro concesso facilmente o un fallo quando non è il caso di commetterlo. Il roster in estate non era certamente criticabile: chi avrebbe mai pensato, ad esempio, che un giocatore ammirato da tutti come l’Hendrix del Maccabi non avrebbe potuto essere un back-up extra-lusso per il reparto lunghi milanese? Invece la mancanza di centimetri e un’elevazione rivedibile stanno costringendo Scariolo a rotazioni diverse da quelle pensate e buttate giù sulla lavagna ai tempi del ritiro pre-stagionale. Molti minuti per Melli, in lenta crescita, e Gentile, cosa che in generale non dispiace come ogni volta che un coach riesce a dar spazio ai giovani italiani, ma che certamente va in contrasto con la necessità di schierare giocatori con maggior esperienza e pedigree europeo.
Ora, appunto, siamo all’ennesima, potenziale svolta: una vittoria in Turchia permetterebbe intanto a Milano di raggiungere proprio l’Efes sul 3-3 e darebbe, buttando un occhio al resto del cammino in Eurolega, la possibilità di guardare avanti con ben altre speranze di qualificazione.
Farmar è sicuramente il giocatore più pericoloso, tra gli esterni turchi, e sul quale la difesa dell’Olimpia dovrà puntare gli occhi fin dalla palla a due. Togliergli la palla dalle mani potrebbe essere il comandamento numero uno, magari allungando già nei primi minuti la difesa a tutto campo. Cook deve certamente salire di livello in difesa, oltre che per alcune scelte in attacco. Fondamentale sarà poter limitare anche un altro attaccante come Sasha Vujacic, che in casa ha dimostrato di avere le polveri meno bagnate che lontano dalla Abdi Ipekci Sports Hall. I suoi 200 cm poi renderanno la vita difficile alle guardie milanesi, considerando che gli aiuti dei lunghi, non coperti da rotazioni tempestive, potrebbero venir immediatamente puniti dalla forza sotto canestro dell’Efes.
Insomma, Milano dovrà mettere in campo molto più di quanto fatto fino ad oggi, per raddrizzare un percorso che da qui al termine del girone dovrà essere costellato di vittorie importanti, certo per morale e crescita del gruppo, ma ancor prima per la classifica che al contrario diventerebbe davvero negativa.
Si gioca venerdì 16 Novembre alle 20:45 locali.
Andrea Pontremoli
@A_P_Official