Dopo quasi un mese di partite è venuto il momento di fare una prima analisi della stagione di basket college che si presenta con questo ranking dell’Associated Press
1 | Indiana (45) |
2 | Duke (20) |
3 | Michigan |
4 | Syracuse |
5 | Louisville |
6 | Florida |
7 | Ohio State |
8 | Arizona |
9 | Kansas |
10 | Gonzaga |
11 | Cincinnati |
12 | Missouri |
13 | Illinois |
14 | Minnesota |
15 | Georgetown |
16 | Creighton |
17 | San Diego State |
18 | New Mexico |
19 | Michigan State |
20 | North Carolina |
21 | UNLV |
22 | Notre Dame |
23 | Oklahoma State |
24 | Wichita State |
25 | NC State |
(i numeri tra parentesi indicano il numero di prime posizioni)
Sarebbe impossibile ed ingiusto non iniziare palando di Indiana che dalla preseason ad oggi è sempre stata al #1 ma non si può non guardare anche i Blue Devils che nella classifica RPI sono primi mentre gli Hoosiers sono al n.10.
Per capire queste differenze bisogna ricordare che i principali ranking sono stilati sulla base dei voti espressi da giornalisti (AP Poll) e da allenatori (USA Today Coaches Poll) mentre la classifica RPI viene calcolata da un algoritmo che pondera le partite in funzione dei risultati, degli avversari e degli avversari-degli-avversari (si veda l’articolo https://all-around.net/2011/11/13/come-funziona-il-campionato-ncaa/).
Sapendo questo ed analizzando il calendario di Indiana (8-0) viene il sospetto che la squadra di Tom Crean abbia sempre mantenuto la posizione nei ranking per credibilità acquisita grazie alla ripassata data a UNC e le ottime prestazioni di Cody Zeller, al momento indubbio Naismith College POY, più che per gli effettivi risultati.
Fin’ora gli Hoosiers oltre a UNC ed a Georgetown sconfitta di 10 punti ma in OT, la stessa G’town che 10 giorni dopo ha battuto Tennessee 37-36, hanno incontrato squadre con RPI elevati (Sam Houston State, Georgia, Ball State e Coppin State tutte sopra la 200) o con buon RPI ma di medio livello (Bryant n.26 e North Dakota State n.78).
Duke (8-0) ha invece battuto squadre come Kentucky, VCU, Minnesota, Louisville e Ohio State, tutte nelle prime 70 posizione RPI e che per le ultime 3 rappresenta l’unica sconfitta subita, con prestazioni convincenti anche in rimonta come nel caso della vittoria con i Buckeyes.
Illinois (8-0) è considerata dai più la sorpresa dell’anno ma anche in questo caso un suo peso l’ha avuto la perentorietà della vittoria con Butler nella finale del “Maui Invitational” perché altre vittorie sono state meno convincenti. Sia con Hawaii all’esordio del Maui che subito dopo in casa contro Gardner-Webb, due avversari tutt’altro che irresistibili, gli Illini sono riusciti a vincere solo con triple allo scadere. L’altra vittoria che potrebbe apparire di un certo valore è stata contro Georgia Tech, una squadra dal nome ma che almeno in questa stagione faticherà a qualificarsi per la post-season.
Per trovare un’altra squadra sorpresa si potrebbe guardare la classifica RPI trovando New Mexico (8-0; #18 e RPI 3) e Colorado (6-1; RPI 6) ma in entrambi i casi più che per meriti loro sono stati di aiuto alcune vittorie di squadre da loro sconfitte (avversari-degli-avversari).
Si potrebbe guardare tra le squadre imbattute e stupirsi di trovare Virginia Tech (7-0) ma prima di sconfiggere in casa Iowa e Oklahoma State ha battuto squadre che in questo punto della stagione hanno 2 o meno vittorie.
La squadra che, algoritmi a parte, per il momento sta convincendo maggiormente è Minnesota (9-1). Sconfitta solo da Duke nel “Battle 4 Atlantis” per il resto ha al suo attivo 5 vittorie con squadre dal record positivo tra le quali Richmond (7-2), Memphis (4-2) e Stanford (6-3).
Se si facesse un sondaggio per determinare in questo momento la squadra delusione, facilmente arriveremmo ad un plebiscito su Kentucky (5-3) ma in questo caso ci si farebbe trarre in inganno dal record perché 3 sconfitte sono tante ma sono venute con Duke, Notre Dame e Baylor.
Ma quando disponi di una squadra giovane nella quale i 3 migliori marcatori sono freshmen (Goodwin, Poythress, Noel), ci può stare che nelle partite importanti questi abbiano dei giri a vuoto ed è proprio in quel momento che senti la mancanza del giocatore esperto che possa rimetterli in riga.
Un’altra squadra che al momento delude è la West Virginia (2-3) di coach Bob Huggins ma anche qui bisogna pensare che la squadra ha perso 2 giocatori che da soli fornivano quasi 38ppg ed ha a roster 11 tra freshmen e sophmores.
Ma a mio avviso per tanti motivi la vera delusione è UCLA (5-3), una squadra con 3 McDonald’s All-America, tra i quali il tanto decantato Shabazz Muhammad, ed un altro tra i migliori 100 freshman dell’anno.
Coach Ben Howland potrà anche raccontare che la squadra ha dovuto fare a meno di Muhammad ma guardando bene si vede che quelle 3 partite sono state vinte tutte (di 1 punto in OT con UC Davis squadra ora 2-5 con RPI 242) e da quando lui è sceso in campo la squadra ha un record 2-3 sconfitta da Georgetown, San Diego State ma anche Cal Poly (2-3; RPI 202)!
Tra le piacevoli sorprese dell’anno troviamo per diversi motivi Nik Stauskas di Michigan e Jeff Withey di Kansas.
Nik Stauskas è una guardia freshman che apparentemente non doveva trovare particolare spazio in una squadra che in quel reparto con Trey Burke e Tim Hardaway Jr era piena di talento, con 14ppg nelle prime 5 partite si è guadagnato il posto in quintetto che ha confermato di meritare segnando per altre 2 volte in doppia cifra.
Jeff Withey è quel centro senior che lo scorso anno in tanti abbiamo visto lottare nella finale NCAA e quest’anno sta migliorando sensibilmente le sue statistiche. Importante per lui è stato passare agli oltre 14 punti e 8 rimbalzi di media e mettere a segno la prima tripla-doppia della stagione con 16 punti, 12 rimbalzi e 12 stoppate contro San Jose State ma la cosa che sta intrigando tutti è il rapporto stoppate/falli (40/6) che ha raggiunto un livello impensabile.