Riflettori di Rai Sport2 al Pala Credito di Romagna per la decima giornata di Legadue-Eurobet: luci su Le Gamberi Foods Forlì -Upea Capo d’Orlando.
Un match tra squadre alla ricerca di identità e dimensione, per capire se dietro l’angolo ci può essere qualche ambizione in più (play off) o no; e soprattutto una gara che respira attorno a sé l’atmosfera l’atmosfera delle partite speciali , quelle che attraggono la platea degli appassionati perché trasmettono adrenalina ed emotività superiori. Facile immaginare, il solito grande pubblico al Pala Credito (quest’anno 1920 abbonati) ed anche davanti agli schermi di Rai Sport2, con Franco Lauro, dopo averlo fatto per una vita quando giocava, che si troverà per la prima volta a commentare il Poz da allenatore, insieme a coach Michelini.
IL PUNTO – Una sfida tra squadre che cercano la loro reale dimensione, dicevamo. Forlì in trasferta ha una media play off con 3 vittorie in 5 gare (a Veroli, Barcellona e Trieste) ma in casa ha scialacquato tutto con uno 0/3 sin qui (Pistoia, Scafati e Jesi): obiettivo numero uno, quindi espugnare il PalaCredito e vedere se la crescita di squadra può essere proporzionale alla crescita delle ambizioni. Nell’ultima giornata, Le Gamberi Foods è caduta a Casale, trovando un Malaventura (sempre ispiratissimo contro Forlì) che ha fatto il Green della situazione, facendo quindi avvertire meno alla Novipiù l’assenza del bomber del campionato, ora l’attenzione però è tutta su questa gara che vede il ritorno della squadra di Dell’Agnello davanti al suo pubblico dall’ultima volta che fu in occasione del ko con Jesi (anche quella volta in diretta Rai Sport). Dall’altra parte, anche l’Upea sta cercando di capire cosa fare da grande. Intanto, però qualcosa sta cambiando: con l’arrivo di Pozzecco in sostituzione di Bernardi, sicuramente è stato messo un argine alla deriva, l’ambiente si è rasserenato e ricaricato: dopo le prime 6 sconfitte di fila, sono arrivate 2 vittorie in tre gare: a Jesi, al debutto di Poz e domenica con Brescia, la più netta e convincente, 97-72 con un trio sopra gli altri: Young a quota 28, George a 21 punti e 7 rimbalzi e Battle, vero motore di tutto, a 20 punti e soprattutto 11 assist, high stagionale di Legadue): l’unico ko è stato con Trento, la domenica prima, sempre al PalaFantozzi, ma di misura, 80-82. Ora, la stessa Capo d’Orlando vuole provare a guardare oltre e capire se ci può stare qualche sogno in più.
LE ULTIME DAI CAMPI – Nicola Natali sta pienamente recuperando dopo l’infortunio alla caviglia sinistra che lo ha tenuto fuori dalla squadra che è scesa in campo a Casale Monferrato e contro Capo d’Orlando dovrebbe essere regolarmente in campo. Per il resto tutto tranquillo in casa Le Gamberi Foods. In casa Orlandina, coach Pozzecco a Forlì avrà a disposizione l’intero organico. In panchina infatti, così come successo domenica scorsa, andrà anche Marco Passera. Probabilmente però il play dell’Orlandina sarà preservato per non forzare il suo recupero.
LE PAROLE DELLA VIGILIA – Sul fronte forlivese ecco il Dell’Agnello pensiero: “Mi fa piacere trovare in panchina un avversario come Gianmarco Pozzecco che è uno dei personaggi più positivi che la pallacanestro italiana abbia mai avuto. Sono contento del suo approdo in panchina anche perché è stata una delle poche occasioni recenti nelle quali il basket si è fatto una pubblicità positiva. E’ allenatore da poco e facendo questa scelta credo che abbia smentito tutti coloro, ed erano tanti, che non credevano che avrebbe mai allenato. Alla sua squadra ha già comunque portato energia, fiducia ed entusiasmo e questo non è poco, credetemi. Non c’è una regola certa sul fatto che possano essere allenatori personaggi che non hanno mai giocato ad alto livello o ex giocatori. Ci sono grandi allenatori che non hanno mai giocato a certi livelli come Bianchini, Messina o Pianigiani, ed invece ci sono ex ottimi o grandi giocatori che invece hanno fatto fortuna in panchina. Al giocatore che fa l’allenatore spesso manca quell’esperienza fatta di formazione che si fa a livello di settore giovanile o di assistentato, però è anche vero che un giocatore di alto livello ha avuto rapporti con i suoi compagni per una vita e quindi senza volerlo è stato attento osservatore di un clinic che andava in onda ogni giorno. Senza poi contare l’esperienza in spogliatoio, qualcosa che nessun corso ti potrà mai insegnare e trasmettere”. A che punto sono i lavori di Forlì? .” La mia squadra, partita dopo partita, sta diventando sempre più quadrata e solida ed a breve confido di poter eliminare quelle pause che in tre-quattro minuti rischiano di farci buttare via tutto quello che di buono abbiamo fatto in 25 o 30 minuti. E le ultime due trasferte, la prima a Trieste e la seconda a Casale mi hanno confermato che queste pause stanno diventando sempre più brevi e sempre meno”. Che partita sarà contro Capo d’Orlando?
“Contro Capo d’Orlando, una squadra che corre e tira spesso dopo pochi secondi dovremo cercare di lavorare per arginare questa loro caratteristica. Lo dobbiamo fare per vincere la partita, per noi stessi ma soprattutto per toglierci finalmente la soddisfazione di vincere in casa di fronte al nostro pubblico”. Espugnare il PalaCredito un imperativo…” “Al PalaCredito non abbiamo mai vinto? Dovremo essere bravi a trasformare questo fatto da una pressione ad uno stimolo ed una carica aggiuntiva. Un fatto è certo, non dovremo farci prendere dall’ansia, ma essere concentrati e dimostrare con i fatti che tutti noi vogliamo conquistare questa nostra prima vittoria casalinga”.
Ed ecco il punto di capitan Borsato: “ Siamo un po’ indietro, diciamo che siamo circa a metà. Abbiamo appreso le regole del nostro sistema, ce le ricordiamo ma fatichiamo sempre a metterle in pratica. Quindi ciò vuole dire che come chimica non siamo dove vorremmo essere. Ma ci arriveremo, ne sono certo e già si vedono i miglioramenti..
Siamo convinti di poter lottare per un posto nei playoff. Ogni squadra gioca per vincere, ovvio, noi siamo partiti un po’ ad alti e bassi, ma sicuramente questo non sarà il trend di tutta la nostra stagione.”
Che effetto ti fa vedere il Poz allenare? “Che il tempo passa, è la prima cosa che mi viene da dire, poi dico anche che mi fa molto piacere, sia per il nostro movimento che riacquista un personaggio unico e molto positivo, sia per lui che dopo aver smesso di giocare è arrivato a questo passo non immediatamente, ma dopo i giusti tempi di evoluzione. Non so che tipo di allenatore sia, ma so per certo che sarà carismatico e trascinante per i suoi.Capo d’Orlando è una squadra di talento che da quello che ho visto non mi pare abbia giochi troppo impostati. Giocano a ritmi molto alti senza pensare troppo, usano molto il pick and roll e poi creano leggendo come si comporta la difesa. Una sorta di basket champagne, divertente e coinvolgente.Un sms per Poletti… ? “Dove andiamo dopo a cena? Oppure gli potrei scrivere di non ascoltare troppo il pubblico se ti fischia, di divertirci a giocare e se vince di non presentarsi al ristorante.
Più difficile battere l’Upea o espugnare il PalaCredito? ”Molto più difficile battere l’Upea!”
Infine ecco Terrence Roderick a ruota libera: “A parte Mathis che ho già incontrato quando giocavo a Rimini, non conosco nessuno degli americani di Capo d’Orlando anche se li ricordo per averli affrontati qui a Forlì in una gara di precampionato e posso dire che Young, Battle e George sono sicuramente buoni giocatori. Questo è un campionato molto difficile ed equilibrato dove due vittorie ti possono portare ai vertici della classifica, così come due sconfitte ti possono far precipitare nelle posizioni di coda. E’ un torneo che si deve ancora assestare, a parte Pistoia che è una squadra forte e che credo potrà continuare su questo livello, mentre per definire in modo completo le altre è ancora troppo presto, meglio riparlarne fra sei-sette partite. Noi abbiamo alti e bassi? E’ vero, stiamo lavorando per eliminarli e piano piano stiamo migliorando. Credo siano dovuti al fatto che, a parte me, Natali e Borsato, siamo una squadra del tutto nuova rispetto a quella dell’anno scorso, con in più anche un allenatore ed un sistema di gioco nuovi. Ma ci stiamo allenando bene e presto questi cali scompariranno e Forlì potrà lottare per un posto nei playoff”.
In casa Orlandina inevitabilmente palla e parola a coach Pozzecco che parla da Poz ma anche quasi già da allenatore consumato: Bilancio delle prime tre giornate da coach? “Il bilancio è estremamente positivo. Dall’0% di vittorie passare al 66.6% penso che sia evidente quello che i ragazzi stanno facendo. I meriti sono dei ragazzi. Hanno giocato tre buonissime partite contro tre squadre forti, sia in trasferta a Jesi sia contro Trento e Brescia al PalaFatozzi. Direi che in queste tre partite abbiamo visto una buonissima Orlandina. Sono convinto che abbiamo difeso bene ed è molto importante. Abbiamo individuato quali sono le nostre caratteristiche e giocheremo su quello.” La cosa più difficile e quella più facile rispetto a quello che ti aspettavi?“La cosa più facile è allenare dopo che si è vinto e la cosa più difficile è allenare dopo che si è perso. Una cosa difficile era far capire ai ragazzi che sono dei giocatori di pallacanestro di buonissimo livello, molto più alto di quanto pensassero.”In cosa credi che la quadra stia crescendo e rispondendo alle tue aspettative? In cosa vuoi che migliori ancora? “Abbiamo perfezionato qualcosa, sia in attacco che in difesa, stiamo lavorando bene. C’è il gruppo giusto. C’è una sorta di positività da parte di tutti. Nel mondo dello sport si è condizionati dal risultato, ma la cosa importante per noi è mantenere un certo clima, una certa mentalità, mantenere alto il nome di Capo d’Orlando. Continuare la crescita di ogni singolo giocatore. Secondo me Otis George è un giocatore da Eurolega. Mi dispiace per Capo d’Orlando ma se le sue prestazioni continueranno ad essere queste sarà molto difficile poterlo firmare l’anno prossimo. Capo d’Orlando è un posto meraviglioso dove la gente vive le soddisfazioni di ogni giocatore, orgogliosi di aver regalato alla pallacanestro italiana elementi come McIntyre, Wallace, Diener, Meo Sacchetti. Otis è uno di quei giocatori che in campo aiuta molto i propri compagni, diventa decisamente utile per loro. Nello spogliatoio ho scritto ai miei ragazzi che da Capo d’Orlando devono cercare di raggiungere i loro sogni. Per Young e Battle è tornare in NBA. Siamo qui per questo e per fare in modo che Benevelli diventi il nuovo Galanda e che Poletti ci dia subito grandi soddisfazioni soprattutto questo venerdì, nella partita contro Forlì.” Che idea ti stai facendo di questo campionato? Quale obiettivo alla vostra portata? “Si può vincere e perdere con tutti. È molto importante affrontare ogni partita con la mentalità giusta. Si può perdere in casa e si può vincere in trasferta. Non ci sono mai risultati scontati. Mi ha sorpreso, positivamente, il fatto di aver vinto in maniera consistente, cosa che in questo campionato succede raramente. Penso che l’equilibrio sia predominante e non esiste il fattore campo così influente. Il nostro primo obbiettivo è fare bene.” A Forlì, in panchina un altro ex grande giocatore, Sandro Dell’Agnello, che partita prevedi. “Forlì è una squadra che ha due ottimi stranieri.. E’ allenata bene. Considerando il momento di crisi, budget ridotti, quindi, come molte società, ha puntato di più sul quintetto che sulla panchina anche se da questo punto di vista Forlì è un po’ più lunga. Sandro è un ex giocatore come me quindi vede la pallacanestro in un certo modo. Sino adesso in casa non hanno mai vinto e questo non è un fattore positivo per noi. È uno stimolo in più però, per regalare altre soddisfazioni ai nostri tifosi. Dobbiamo far bene, cercando di limitarli in modo da non farli esprimere, ma per prima cosa dobbiamo guardare a quello che riusciremo a fare noi”.”
Sarà una gara importante anche per Alex Young, tra i migliori di questa Orlandina, alla ricerca di conferme nella sua prima stagione in Italia. Cosa pensi di questo campionato?“È un campionato molto competitivo. Ci sono buoni giocatori ed allenatori molto esperti.” Com’è il Pozzecco allenatore? “Il Poz è pieno di energia e molto caloroso. È un vero punto di riferimento che conosce bene questo sport e sa come motivarti.” Come sta crescendo la squadra?“Ultimamente abbiamo giocato molto meglio come squadra. L’hanno dimostrato le ultime partite. Ci stiamo abituando a stare insieme, conoscendo i nostri punti di debolezza e di forza.”Conosci i due americani di Forlì?“Bo Spencer è un mio amico. Ci siamo incontrati la scorsa estate a Las Vegas. È un ottimo giocatore con punti facile tra le mani che sa anche essere molto forte sotto canestro in difesa. Roderick è un atleta puro che può metterti in difficoltà in transizione con la sua rapidità.”
Infine, parola all’ex di turno Mitchell Poletti Che effetto fa ritornare a Forlì? “Assolutamente positivo. A Forlì ho trascorso due anni e mezzo bellissimi, alternati da alcune delusioni, ma quello che mi è rimasto sono i bei ricordi che ho vissuto con i compagni di squadra e gli amici che ho trovato. Sono molto contento di tornarci.” Che ne pensi della squadra che Forlì ha costruito quest’anno? “Forlì, secondo me, ha costruito una buona squadra. Continua a fare buone cose nonostante pare che il budget sia ridotto, ma ha giocatori validi che hanno una buona chimica e questo è dimostrato anche dalle tre vittorie che hanno ottenuto in trasferta.”Cos’è cambiato con l’arrivo del Poz? “Ha portato entusiasmo e fiducia che, purtroppo, avevamo un po’ perso con la serie di sconfitte subite con Bernardi. Il cambiamento in questo è stato positivo. Siamo migliorati nella difesa e cerchiamo di giocare al massimo delle nostre possibilità. Abbiamo vinto due partite su tre, di cui una in trasferta, e adesso abbiamo bisogno di continuità”
CURIOSANDO – Tra i tanti temi dai sapori forti della gara, la sfida quasi inedita tra il Poz e una delle platee più calde e numerose del basket italiano, quella di Forlì: in realtà, il Poz e Forlì, si sono incrociati solo due volte, ed entrambe le volte vinse il neo coach. Nella stagione 96/97, con la sua Varese, vincendo entrambi gli scontri. Ma se al ritorno, in Lombardia, non ci fu mai partita (91-57 il finale), a Forlì accadde di tutto: avanti di 12 a 3’ dalla fine, i forlivesi riuscirono a perdere la partita con la Cagiva che, con un parziale di 0-17, riuscì a spuntarla nel finale. L’anno prima, campionato 1995/96, Gianmarco saltò entrambi i faccia a faccia. Un altro incrocio fu nell’agosto del 1998, quando il Palafiera ospitò un quadrangolare tra Imola, Panathinakos, Varese e la vecchia Libertas. Anche in questo caso, Pozzecco sfidò Forlì, avendo la meglio solo dopo un supplementare.
Duello in panchina reso ancora più avvincente e vibrante, perché metterà di fronte due grandi ex giocatori: Sandro Dell’Agnello ha abbracciato prima la nuova carriera ed è già lanciato anche in questo, ma lui e il Poz si sono scontrati anche quando erano giocatori: ben 10 volte, ed inevitabile situazione di parità tra due che non vorrebbero mai perdere. Inoltre, c’è una cosa che hanno in comune ma al tempo stesso li separa:: Dell’Agnello è livornese nato nella Pallacanestro Livorno con cui ha debuttato in serie A nell’81, il Poz ha giocato nell’altra grande, acerrima rivale cittadina, nella stagione ‘93/94, la Libertas, quando era sponsorizzata Baker
Tra gli amarcord della gara, anche l’incorcio tra Cedro Galli (attuale vice di Dell’Agnello) e lo stesso Poz che insieme hanno condiviso dal 1994 al 2000 l’esperienza di Varese, ricca di aneddoti finiti sulla stampa in questi giorni: Cedro era il vice, ma nel ’99, dopo lo scudetto e la partenza di Recalcati, divenne il capo allenatore del Poz e anche se le cose non andarono benissimo, tra i due è rimasto un grandissimo affetto. Poi, il ritorno di Mitchell Poletti, che a Forlì ha vissuto l’approdo in Legadue dalla DNA, la miracolosa salvezza di due anni, la operazione dello scorso anno e poi il ritorno pochi mesi dopo, ma la seguente retrocessione che stavolta Forì non fu capace di evitare, ha reso il rapporto tormentato di alti e bassi come si fa in realtà tra due amanti veri.
GLI ARBITRI – .”Nicola Ranaudo, nato a Roma il 5 settembre 1975 e residente Milano, 46 presenze, professione architetto; Nicola Beneduce di Caserta, nato il 20 dicembre 1973, 86 presenze, professione ingegnere; Enrico Boscolo di Chioggia, nato il 16 marzo 1978, 6 presenze, professione dipendente azienda di navigazione
DOVE SI GIOCA – PalaCreditodiRomagna, via Punta di Ferro 2, Forlì
I PRECEDENTI – In realtà è la prima volta che FulgorLibertas e Orlandina si affrontano in Legadue. La società romagnola fondata nel 1949, è giunta in Legadue nella stagione 2010, proseguendo la tradizione della Libertas Forlì che era stata protagonista degli anni 80 e 90:. Il club siciliano, fondato nel 2003, l’anno dopo era già in Legadue, l’anno dopo addirittura in serie A ottenendo subito la promozione fino al clamoroso sesto posto della stagione ‘07/08 con coach Sacchetti e l’arrivo del Poz a dare spettacolo sul parquet. Dopo l’esclusione del ’09 per i problemi societari, l’Orlandina è ripartita e quest’anno è arrivato il ritorno in Legadue
GLI EX – Uno, il cui ritorno sarà sia per lui che per il suo ex pubblico un a forte scarica di meozion contrastanti. Mitcdhell Poletti è arrivato a Forlì nella stagione di A dilettanti ‘09/10, quella che culminò nella sconfitta in finale play off a gara 5 contro la Fortitudo, ma la promozione arrivò ugualmente per l’esclusione dal campionato del club bolognese a causa dei guai societari. L’anno dopo , Poletti fu tra i trascinatori della rimonta salvezza di una FulgorLibertas partita malissimo,e che poi, con l’arrivo di coach Vucinic, Nardi, Huff, Jomes e Goldwire riuscì a risalire la china e salvarsi in volata. Lo scorso anno Poletti iniziò all’Enel Brindisi ma poi il richiamo di Forlì fu più forte e tornò in maglia biancorossa il 23 febbraio ma le cose andarono meno bene, senza happy end, e arrivò una dolorosa retrocessione. La partita di Mitchell Poletti in maglia FulgorLibertas che è passata alla storia è stata quella del 17 aprile 2011: a due giornate da fine regular season, Forlì, davanti a 2mila tifosi forlivesi arrivati a Ferrara, battè la Naturhouse , compiendo un passo quasi decisivo verso la salvezza e Mitch giocò la partita-capolavoro: in 30’ 30 punti e 15 rimblazi, 4 recuperate, 12/14 da due, 6/10 ai liberi, 46 di valutazione. In totale per Poletti in Legadue con la maglia di Forlì, 40 presenze, 362 punti (9 a partita, nella stagione ‘10/11 9.1 e 5.3 rimbalzi in 22’ di gioo a gara)
TEMI E PROTAGONISTI – La nuova FulgorLibertas in estate, dopo il ripescaggio, è ripartita da zero, affidando la gestione tecnica al duo Ario Costa (gm) e Sandro Dell’Agnello, reduci dalla feliice esperienza di Brescia, riportata in Legadue e ai play off al primo anno. La squadra è sta profondamente rinnovata e dello scorso anno sono rimasti Borsato (il capitano che era arrivato l’anno prima nel gruppo che risollevò fino alla salvezza Forlì), Natali, amato dal pubblico del Pala Credito per le sue doti guerriere e di combattente senza paura, Roderick (arrivato in corsa la passata stagione) e il giovane Basile. Tutti nuovi gli altri: Musso, preso per le sue doti di giocatore capace di infiammarsi offensivamente parlando ma che ancora si è visto a tratti per anche un po’ di guai fisici, Soloperto centro d’esperienza che sta andando oltre le aspettative, e poi due ragazzi interessanti n arrivo dalla DNA: Simeoli, figlio dell’ex compagno di squadra di coach Dell’Agnello, a Caserta, Tessitori (dalla Virtus Siena via Sassari). Capitolo stranieri: il comunitario è Todic, finora oggetto misterioso ma su cui il club forlivese punta per una crescita attesa: Todic arriva dopo svariate esperienze in giro per l’Europa fra Serbia (Zeleznik), Slovenia (Novo Mesto e Olimpia), Germania (Francoforte), Grecia (Rodi, Larissa e Ilysiakos), Svezia (Sundsvall), Cipro e l’anno scorso in Ucraina (Halychyna) dove ha chiuso nella Superlega ucraina con 13 punti, 7 rimbalzi e 3.5 recuperi di media tirando con il 46% da due ed il 38% da tre. Diplomato in educazione fisica, la sua famiglia è composta dal padre Milos, dalla mamma Biljana e dalle sorelle Sladjana e Ozrenka, ma soprattutto dalla figlioletta Elena di quattro anni e mezzo. Come Usa ,prima la conferma di Roderick: alla sua terza stagione nel campionato italiano dopo l’anno a Rimini e la stagione passata divisa fra Cremona in Serie A e Forlì, inizia la sua carriera nella Northeast Prep School, dove fa emergere doti che suscitano le attenzioni di molti college: Minnesota, Iowa, Xavier, Clemson, Kansas e Florida State. Per mantenere la figlia inizia a lavorare come operaio fino a quando nell’estate 2009 non viene notato da Manuel Capicchioni che lo porta all’Arkadia Traiskirchen, club austriaco dove si mette in mostra in un palcoscenico europeo. E qui su di lui mette gli occhi Rimini che lo porta in Italia in Legadue nella stagione 2010-2011 quando chiude con 16 punti e 6.5 rimbalzi di media tirando con il 62.9% da due, con il 21.4% da tre e con il 72.9% dalla lunetta. L’anno passato inizia la stagione a Cremona in Serie A prima di venire tagliato e di approdare a Forlì dove chiude con 22.5 punti e 5.2 rimbalzi tirando con il 50.7% da due, il 34.4% da tre ed il 73.7% dalla lunetta. La sua famiglia è composta da mamma Patricia, da quattro fratelli (Jovan, Damitry, Nick e Troy), da due sorelle (Taraja e Jha-dia), ma soprattutto dalla figlioletta Cianna di 5 anni. Il suo soprannome è T ed il suo numero preferito è il 3 del suo idolo Allen Iverson. Nel tempo libero gli piace andare al cinema e vedere commedie brillanti e divertenti. La novità invece è Bo Spncer che arriva in Italia dopo una eccellente carriera a livello universitaria fra Louisiana State University (tre anni) e Nebraska University (una stagione). La stagione passata, il suo anno da senior con gli Huskers, ha chiuso con 15.4 punti, 3.3 assist e 2.6 rimbalzi in 32.5’ tirando con il 41% dal campo, con il 34% da tre e con l’87.6% dalla lunetta. Il suo numero 23 è ovviamente in onore di Michael Jordan, il suo soprannome è il suo stesso nome… Legatissimo alla mamma Vanessa ed al papà John, Bo ha un fratello, John, e due sorelle, Tonya e Tamara ed ha ottenuto un diploma in sociologia a Nebraska. Ha avuto anche una notevole carriera a livello liceale con la Glen Oaks High School con l’annata da senior chiusa con 26 punti, 7 assist e 4 rimbalzi di media
L’Upea ha confermato del gruppo della DNA solo capitan Benevelli, poi ha aggiunto tutto il resto: da Passera, che dopo il ko che lo ha messo out alla vigilia del campionato, è ormai prossimo al ritorno in campo, dove dovrebbe garantire quel brio e quella fantasia (modello Poz….) che lo scorso anno lo hanno visto protagonista della bella stagione di Piacenza: per ovviare al ko di Passera è arrivato Mathis, uomo di grande esperienza in Legadue dove ha vestito già tante maglie (da Casale, Imola, Pesaro, Udine fino a Pistoia lo scorso anno quando però s’infortunò al ginocchio a gennaio e la stagione fini lì) e con il rientro di Psssera, dovrebbe completarsi dando quella oculatezza di gestione in alternativa alle folate del play varesino; tra gli arrivi estivi, importante quello di Poletti atteso ad un rilancio vero, Portannese è arrivato dopo la brillante stagione di Torino in DNA, in questo inizio di stagione c’è stato spazio anche per i giovani Palermo (play da Santarcangelo in DNA e Pellegrino, pivot, già a Capo d’Orlando dallo scorso anno) , Capitolo stranieri: alla voce comunitario, l’Orlandina ha puntato su George che stagionando forse la sua miglior stagione italiana, atleta dominicano prodotto dell’Università di Louisville con cui gioca le final four NCAA del 2005. Ingaggiato nel 2006 da Casale in Legadue, disputa due ottime stagioni in Piemonte per poi accasarsi alla neopromossa Reyer Venezia. Le sue cifre nei tre anni trascorsi in LegaDue parlano di 12.6 punti e 9.2 rimbalzi di media. Nel 2009 cerca di mettersi in mostra all’Hoops Kentucky Pro Am Tournament, mentre nel 2010 vola nel campionato sudcoreano con i Daegu Orions. Nel 2011 torna in D-League, un anno più tardi è di scena con i dominicani del Cañeros del Este. Come USA, Alex Young, giocatore molto atteso e che ora sta trovando continuità: nella sua carriera liceale, nel 2008 fu scelto per la prestigiosa Indana All-Star Team con una media di 18.6 punti e 13.7 rimbalzi a partita: ha segnato un season-high di 36 punti contro Broad Ripple e 19 punti, 16 rimbalzi e 10 blocchi contro Lawrence Central. Nominato MVP della Owens Andrew City-County All-Star Game. Ha segnato 17 punti nel suo debutto collegiale, segnando il numero più elevato da parte di un freshman IUPUI: season-high di 20 punti nella vittoria contro Eastern Illinois e 18 punti e 9 rimbalzi a Centenary. Al suo secondo anno viaggia con una media di 18.3 punti e 4.5 rimbalzi (48,8% da 2 e 39,6 da 3): in doppia cifra 32 match su 36, vince IUPUI’s Top Gun Award per aver messo a segno 72 triple in 36 partite. La sua carriera universitaria si chiude con 2.286 punti totali affermandosi al terzo posto come single-season della IUPUI e quarto nella Summit League, quarto posto nella storia della scuola con 202 triple e nella top five di tutti i tempi nei rimbalzi (668), palle rubate (173) e stoppate (89), in doppia cifra per ben 111 volte e 74 vittorie è stato invitato prestigioso torneo annuale di Portsmouth, in Virginia. L’altro USA è il talentuoso play Talor Battle: all’ultimo anno della sua carriera liceale con una media di 28.7 punti, 5.9 rimbalzi e 4.3 di palle recuperate, sceglie il college Penn State affermandosi come uno dei top realizzatori portando alla scuola 27 vittorie e il titolo NIT nel 2009. Nel febbraio 2011 è diventato il primo giocatore nella storia della Big Ten Conference ad accumulare 2.000 punti, 500 rimbalzi, 500 assist. Conquista il bronzo alle Universiadi di Belgrado nel 2009, nominato miglior guardia della competizione, ed è stato protagonista nella nazionale USA under21. Nell’agosto del 2011 firma con Cholet Basket, giocando anche una partita di Eurolega dove si affermò come miglior realizzatore del match con 23 punti. All’inizio di dicembre dello stesso anno rescinde il suo contratto con la società francese per trasferirsi in Germania dove giocherà con la Telekom Baskets Bonn, arrivando fino alla finale di Coppa di Germania e ai quarti di finale playoff. Lo scorso luglio ha disputato la NBA Summer League con la maglia dei Los Angeles Clippers: nella sua ultima partita ha realizzato 17 punti (5/6 da tre) e 7 assist.
Tra tutti questi, vedremo chi lascerà il segno su questa partita che is annuncia dai sapori davvero molto gustosi
NUMERI, NUMERI – Analisi statistica dei numeri dei singoli e di squadra per provare a cpaire quali potranno essere gli aspetti tecnici su cui si svilupperà la trama della sfida tra Forlì e Capo d’Orlando, intrecciandosi con quelli emotivi e psicologici imprevedibili ma parte integrante di ogni sport e soprattutto del basket, dalla cui somma poi uscirà il vincitore. Le cifre e anche le posizioni in ognuna di esse all’interno delle classifiche generali: e allora, guardando così, a prima vista, quello che balza di più all’occhio è la perforabilità delle due difese, nonostante Forlì abbia buona tenuta a rimbalzo e Capo d’Orlando sia tra le più brave nel saldo recuperate-perse.
Andiamo per voce. In realtà, partendo dai punti subiti, è vero che l’Upea ha la seconda peggior difesa del campionato con ben 81.3 a gara, ma è anche vero che dall’arrivo del Poz la tendenza è in miglioramento, e la media è scesa a 77.3; dall’altra parte, invece, Forlì è la quarta difesa più perforata con 79.8 ma anch’essa nelle ultime tre gare è in netto miglioramento, edè scesa a 72.3: quindi, uno dei temi della gara sarà la verifica dei progressi difensivi delle due squadre.
Nei punti subiti, invece, Capo’ Orlando è più produttiva, ottava in classifica generale con 76.4 a gara (saliti a 86.7 nella gestione Pozzecco), mentre Forlì punta a far meglio del suo 11mo posto attuale per 72.3 punti a gara. Tra i singoli, , il miglior realizzatore delle due squadre è Young ottavo in Legadue con 18.5 a gara (ben 24 dall’arrivo del Poz), seguito da Spencer che è 11mo con 17.5, poi Battle 25mo con 14.5 (ma 18.7 nelle ultime 3 gare), George 26mo con 14 (pure lui però dall’arrivo di Pozzecco in trend positivo salendo a 18.7 a gara), nelle fila dei romagnoli, Roderick è 32mo con 12.5 a gara (in ribasso rispetto ai due anni precedenti, a Rimini e poi Forlì), e 40mo Todic con 11.1 a gara. Come italiani, entrambe hanno uno solo in doppia cifra: capitan Benevelli con 10.7 a gara e Soloperto con 10.1: per entrambi una prima parte di stagione sopra le righe:
Nella valutazione, il prodotto più rilevante è quello dell’Upea che è settima assoluta con 82.5 a gara, mentre Le Gamberi Foods è 14ma con 71.2: tra i singoli, nessuno nelle posizioni di vertice, buono però il 13mo posto di George con 17.7 a gara, di là il miglioreè Spencer 29mo con 14.3 a gara.
Nel tiro da due, ha buone mani l’Orlandina che è quarta in classifica generale con 56.9% , mentre non eccelle la FulgorLibertas che è nona con 51.8: a livello individuale, ottimo il quinto posto di capitan Benevelli con 64.4%, bene anche il compagno Battle decimo con 57.6%, il meglio piazzato dei forlivesi è Spencer al 12mo posto con 56.2%, 15mo George con 53.6, 17mo Young con 53.1 e, a chiudere le presenze nei primi 20, al 19mo posto Soloperto con 51.12%.
Nel tiro da tre, sfida tra polveri bagnate: 11ma Le Gamberi Foods con 31.8%, 15ma l’Upea con solo 24.2%: tra i singoli, la tendenza si conferma, e il più preciso è Spencer che però è 22mo in clasfica generale con 35.7%, Musso 35mo con 29.6 ( e uno come lui può fare sicuramente meglio), 36mo Roderick con 27.1 mentre i siciliani nei primi 40 piazzano solo Young , al 39mo posto con 26.9%.
Nei tiri liberi, di nuovo le due squadre non si mettono in luce: Forlì 13ma con 72.8%, Capo d’Orlando 14ma con 69.1% : tra i singoli, Spencer ha un buon dato, 13mo assoluto in Legadue con 83.8%, discreto Soloperto con 75% al 21mop osto, basse le percentuali di Young che è 27mo con 71.4% e Battle 32mo con 66.6%.
Nelle stoppate, caratteristica che non è nelle corde delle due squadre: decima Forlì con 1.5 a gara, 11ma Capo d’Orlando con 1.4: a livello individuale, , Roderick, buon atleta, è il più attivo con 0.7 a gara e decimo posto in Legadue, Geroge è 16mo con 0.56 a gara e un sorprendente Benevelli è 17mo con 0.50 a gara.
Nei rimbalzi offensivi è più vivace e rapace l’Orlandina, che è sul podio di Legadue, sul terzo gradino con 10.3 a gara, la Fulgorlibertas è nona con 9.2 a gara: tra i singoli, ancora un buon dato per capitan Benevelli, che è sesto assoluto in Legadue con 2.6 a gara, nono è George con 2.4, Todic è 19mo con 1.8 e Soloperto 27mo con 1.5 a gara. Nel totale rimbalzi, invece si capovolge la situazione, e sul podio al terzo posto ci va Le Gamberi Foods con 34.6 a gara, decimo per l ‘Upea con 33.5 a gara: tra i singoli, ottava posizione per George con 8.3 a gara, decimo Todic con 8.1, 15mo roderci con 623mo Soloperto con 5.5 e 28mo Benevelli con 5.3 a gara.
Nelle palle perse, Capo d’Orlando più brava di Forlì: la squadra siciliana è terza in classifica generale con 14.3 a gara, la squadra romagnolaè 11ma con 18.2 a gara con Todic, tra i singoli, che è il più sprecone di Legadue con 4.5 a gara, dato pesante anche per Spencer che è sesto con 3.8 a gara, e pure per Roderick che è nono con 3.5, mentre i siciliani nei primi 30 hanno solo Battle, peraltro 29mo con 2.7 a gara.
Nelle palle recuperate, la squadra sicula si conferma più reattiva ed è terza in classifica generale con 13.3 a gara, mentre quella romagnola 12ma con 10 a gara: tra i singoli, eccellente quinto posto per George con 2.5 a gara, Battle è ottavo con 2.4, 14mo Portannese con 2 e il primo dei forlivesi è Soloperto 22mo con 1.8 a gara.
Negli assist, brilla l’Upea che è seconda soprattutto grazie alla luce di Battle che è primo assoluto tra i singoli con 5.2 a gara (11 domenica scorsa contro Brescia, record stagionale del campionato fino ad ora), Le Gamberi Foods invece è 12ma con 9.6 a gara e Roderick è il più bravo , ma lontano da Battle con il suo 14mo posto assoluto per 2.8 a gara.
Nei falli subiti, , posizioni di retroguardia per entrambe: 12ma Forlì con 18.7 a gara, 14ma Capo d’Orlando con 18.1 a gara: dati che si confermano pure tra i singoli, dove non troviamo nessuno nelle posizioni di rilievo, e il meglio piazzato è George 16mo con 4.3 a gara, poi Roderick 21mo con 3.8, 26mo Young con 3.78 e appaiati al 29mo posto Todic e Spencer con 3.75 a gara.
I COACH – Sandro dell’Agnello nasce a Livorno il 20 ottobre 1961 dove comincia a muovere i primi passi sotto canestro con la maglia della Pallacanestro Livorno, storica rivale della concittadina Libertas. Il suo nome sale alla ribalta nazionale nell’estate del 1981 quando durante un’amichevole giocata in agosto nella città labronica fra la Pallacanestro Livorno ed una selezione di giocatori NBA, stoppa nientemeno che il mitico Moses Malone in una foto passata alla storia ed immortalata su Superbasket. Grazie alla sua grinta ed alla sua determinazione che lo portano a lottare su ogni pallone, oltreché sul suo indubbio talento, il significativo soprannome Sandrokan viene presto a sostituire il nome di battesimo. Resta tre stagioni a Livorno, poi passa a Caserta – Milano gli faceva una corte spietata – dove in otto stagioni vince la Coppa Italia nel 1988 e lo storico scudetto del 1991. Dopo due anni alla Virtus Roma e due alla Scavolini Pesaro, resta quattro annate a Siena, prima di chiudere la carriera in A con due stagioni a Reggio Emilia indossando la maglia della Pallacanestro Reggiana. Ma Sandro non ha ancora intenzione di chiudere ed infatti gioca le ultime due stagioni della sua carriera nella sua vecchia Pallacanestro Livorno e nella Virtus Siena. Dopo aver chiuso il capitolo della sua vita da giocatore non lascia passare troppo tempo prima di cominciare un’altra avventura quella in panchina. Prima fa il vice per tre anni sulla panchina del Basket Livorno, poi ne diventa capo allenatore per due anni, prima di andare a Venezia, quindi un anno e mezzo a Brescia, prima dell’attuale esperienza sulla panchina di Forlì. Con la maglia della nazionale disputa 108 partite partecipando a due Mondiali (1986 e 1990) e a tre Europei (1987, 1989 e 1991, in quest’ultimo conquisterà la medaglia d’argento). Nella vita Sandro è separato, ha due figli, Tommaso di 21 anni e Giacomo di 18 e nel tempo libero adora leggere libri di tutti i generi e guardare in tv sport “anche le freccette, a patto però che ci sia in palio qualcosa”. La nuova avventura a Forlì lo stimola non poco, anche se non si nasconde che le difficoltà non saranno poche: “L’obiettivo della società è quello di consolidarci nel campionato di Legadue, anche se sappiamo che non sarà affatto un compito agevole visto che siamo partiti in ritardo. Sono comunque certo che recupereremo il tempo perduto anche se la chiave della nostra stagione sarà quella di riuscire a restare uniti e compatti anche se dovessimo cominciare male. Diciamo che la squadra ed il pubblico della città di Forlì sono di fronte ad una sfida che cercheremo di vincere insieme”. Dell’Agnello non lesina complimenti alla Legadue: “E’ un campionato molto bello e credo che sarà molto equilibrato con otto-dieci formazioni più o meno sullo stesso livello e le altre che non saranno tanto distanti. Il nostro obiettivo sarà la salvezza e cercheremo di ottenerla pur volendo giocarcela alla pari con tutti”. Numeri da Coach nei campionati professionistici italiani (aggiornati a questa stagione) –In Legadue – 5 stagioni ( 2 Livorno, 1 Venezia, 1 Brescia e ora Forlì), 115 presenze, 53 vittorie (46%); In A – 1 stagione (Livorno), 19 presenze, 5 vittorie (26.3%). Totali in Carriera – 6 stagioni (1 in A, 5 in Legadue, 134 presenze, 58 vittorie (43.2%)
Gianmarco Pozzecco nasce a Gorizia il 15 settembre 1972, esordisce in Serie A2 con la Rex Udine nel 1991, prima di passare, nella stagione 1993-94, a Livorno per giocare il suo primo campionato di serie A1.
La svolta della sua carriera arriva nella stagione 1994-95, quando viene ceduto alla Cagiva Varese, società nella quale rimane per 8 stagioni tra il 1994 e il 2002. In quegli otto anni passa da giovane promessa a leader della squadra, contribuendo con i suoi 14.8 punti di media e gli oltre 5 assist a partita, alla conquista dello scudetto nella stagione 1998-99 dopo aver battuto nella serie finale la Benetton Treviso. Una stagione che rimarrà negli annali della pallacanestro, con Pozzecco direttore d’orchestra di una squadra che comprendeva talenti come Andrea Meneghin, Jack Galanda e Sandrino De Pol. La stagione successiva comincia subito in modo trionfale, con la conquista della Supercoppa Italiana dopo aver battuto la Kinder Bologna per 68-61 a Varese. La squadra lo stesso anno si qualifica per i playoff ma non riesce a ripetere l’impresa dell’anno prima. Vive la sua miglior stagione in maglia biancorossa nel 2000-2001 quando chiude il suo campionato con ben 27 punti e 5 assist di media a partita, ma la squadra non è più competitiva come prima dato che Carlo Recalcati (coach dello scudetto) viene ingaggiato dalla Fortitudo Bologna e porta con sé Galanda e Meneghin. Nel giugno di questo stesso anno Pozzecco e Varese vengono a giocare a Capo d’Orlando un’amichevole con l’Orlandina Basket, che festeggia così la sua promozione in serie A2. Alla fine anche Pozzecco è “costretto” a lasciare Varese e dalla stagione 2002-2003 passa alla Fortitudo Bologna, società nella quale resta per due anni e mezzo prima di trasferirsi in Spagna al Saragozza. Nel 2004 finalmente si aprono per lui le porte della nazionale, il suo ex coach Recalcati lo vuole all’Olimpiade di Atene, dove l’Italia vince l’argento arrendendosi solo all’Argentina di Manu Ginobili. Pozzecco gioca un torneo entusiasmante, con la ciliegina sulla torta di una strepitosa semifinale con la Lituania in cui segnò 17 punti in 21 minuti e fece ammattire il suo più quotato collega Sarunas Jasikevicius. Nella stagione 2004/2005, una incomprensione con l’allenatore della Fortitudo Jasmin Repeša, non gli consente di partecipare alla cavalcata scudetto della “Effe”, che si laurea campione d’Italia battendo Milano in finale. Nel 2005-2006 approda in Russia al Khimky, dove disputa due ottime stagioni prima di ritornare, nella stagione 2007-2008 nel campionato italiano proprio a Capo d’Orlando, rifiutando la Virtus Bologna e sposando il progetto del presidente Enzo Sindoni. L’Orlandina chiude il girone d’andata al settimo posto, qualificandosi per le “Final Eight” di Coppa Italia per la prima volta nella storia dove la squadra paladina viene sconfitta da Biella nei quarti di finale. La stagione di Pozzeco continua a livelli entusiasmanti, cambiano gli interpreti (Mejia e Beck al posto di Diener e Slay) ma non cambia il suo modo di giocare, sempre spettacolare e ai limiti dell’imprevedibile. A fine anno le sue medie parlano di 18 punti e 8 assist ad allacciata di scarpe, ma soprattutto trascina l’Orlandina Basket al 6° posto assoluto in regular season e dunque ai playoff. Il quarto di finale vede Avellino vincere la serie 3-0, dopo 3 gare molto combattute. La partita che sancisce l’eliminazione dai play-off dell’Orlandina Basket è anche l’ultima gara di Gianmarco Pozzecco, indiscusso leader della squadra, in maglia Orlandina. Poil, tre settimane fa, la sotria d’amopre tra lui e Capo d’Orlando ha aperto un nuovo capitolo
Ufficio Stampa LegaDue