FORLI’ – Quarto incontro casalingo, quarta sconfitta, ma soprattutto seconda ghiotta occasione gettata al vento per la FulgorLibertas Forlì che, dopo aver perso con la Novipiù priva di Green, ovvero la sua principale bocca da fuoco, questa sera si ripete contro una Capo d’Orlando improvvisamente orfana del sospeso Young per doping. Occasioni da prendere al volo ed occasioni invece perse. Ma la lista si potrebbe allungare, perchè le sconfitte con Scafati e Jesi, sempre in casa, hanno lo stesso sapore amaro di punti lasciati sul piatto. Il problema però va ben oltre il giocare in casa o fuori. Il problema, ormai conclamato, è l’inaffidabilità degli uomini chiave della squadra di coach Dell’Agnello. Tutto deriva da un impianto tecnico che stenta a stare in piedi, con americani, passaportato e comunitario a giocare a fasi alterne.
Nello specifico, contro i siciliani, a brillare è stato l’uomo più deludente di questo primo quarto di stagione: Todic. A mancare invece, questa volta è toccato a Roderick, già in panchina anche nella clamorosa rimonta romagnola in quel di Trieste, e troppo discontinuo, anzi, più assente che prezioso. Prevedibile nella sua monodimensione offensiva, chiaramente al disotto delle proprie capacità in difesa, Roderick è al centro delle attenzioni tecniche della dirigenza romagnola che, dopo l’ennesima partita steccata, lo ha chiaramente messo in discussione per voce del suo allenatore. Ma il problema è ancora più profondo e parte dall’assenza di un vero playmaker di ruolo, che Spencer non è. Il rookie è ancora mancato nella fase di lettura ed impostazione dei ritmi della partita, con il risultato che sembrava che la squadra non sapesse letteralmente cosa fare con la palla in mano. La squadra di Pozzecco è partita ai mille all’ora sbagliando anche spesso e concedendo rimbalzi agli avversari, ma la FulgorLibertas ha faticato troppo a convertire quanto raccolto nell’altra metà del campo. Ne è così nata una partita brutta, zeppa di errori, da una parte e dall’altra, e pure condita da una prestazione arbitrale a di poco racapricciante, se non addirittura preoccupante.
Capo d’Orlando ci ha messo poco a prendere il largo di quei 6-7 punti e a mantenere il margine di sicurezza. Dell’Agnello ha provato a gestire al meglio le proprie rotazioni, ma l’attacco asfittico dei suoi lo ha subito messo in difficoltà, potendo fattivamente contare sul solo Todic, autore di una partita maiuscola, figlia di una grande voglia di dimostrare quello che realmente vale. Le alternative tecniche in avanti non si vedono. Da fuori non entra nulla (7/33 da tre punti!) e allora la strada maestrè una sola: il pitturato. Oltre al già citato Todic è allora il momento del giovane virgulto Amedeo “Baby-Tex” Tessitori, a fare le veci del lungo titolare, al posto di uno spento Soloperto, forse alla sua vera prima partita inconsistente. I due lunghi, a fine partita, fattureranno oltre il 50% del punteggio totale dei biancorossi. Il tutto mentre Spencer non capisce a che gioco si stia giocando; a Musso non arrivano palle giocabili per le sue caratteristiche, e quelle poche ha il pregio di convertirle in 12 buoni punti complessivi; la panchina latita, con Natali in non perfette condizioni fisiche, causa vecchio infortunio, e Simeoli fermato dopo 3 minuti di gioco da un problema fisico. Sul finire di primo tempo l’assenza in campo di Battle per Capo d’Orlando e la grande serata di vena di Tessitori, per lui anche 2 stoppate su George, mandano le due squadre negli spogliatoi sul 37-39, complice la tripla di Bernardo Musso.
Il secondo tempo riprende con Capo d’Orlando che prova nuovamente a scappare, ma è ancora Musso a tenere Forlì agganciata alla partita dai 6,75. Sul finire di terzo quarto però, è una della tante contestatissime fischiate arbitrali a far saltare i nervi a Dell’Agnello che, all’invisibile fallo di Natali su Mathis a rimbalzo, dopo l’ennesimo errore di Spencer dalla lunga, rincara la dose con un tecnico che Mathis monetizza pienamente, mandando gli ospiti sul +10. A quel punto a Roderick non si può più chiedere nulla, visto che il minimo sindacale lo ha già svogliatamente esibito a metà quarto con 6 punti filati. E’ allora il solito Miro Todic ad accorciare le distanze andandosi a guadagnar falli sotto le plance. Gli arbitri continuano il loro show correggendosi vicendevolmente le chiamate e negando addirittura 2 liberi dopo aver fischiato fallo su un tiro in avvicinamento di Todic. Il bosniaco continua a segnare da sotto e mette anche una tripla e, in questi minuti iniziali di ultimo quarto, anche l’apporto di capitan Borsato si fa apprezzare. Una schiacciata di Todic in tap-in porta i romagnoli sul 71-72, ma è un’effimera illusione. Nel gioco dei falli sistematici ad avvantaggiarsi è l’Upea, che costringe Forlì al time-out per costruire la tripla della speranza. L’esito è quello tipico di un tiro mal congeniato, con la palla buona che arriva nelle mani del peggior tiratore, Spencer. Il pareggio, a quota 74, rimane un sogno e Battle può tranquillamente segnare i 2 liberi del definitivo 71-76.
Sala stampa
Pozzecco [ fonte: www.forlibasket.it]
Dell’Agnello [fonte: www.forlibasket.it]
Mitchell Poletti [fonte: www.forlibasket.it]
LeGamberiFoods – Upea 71-76
Parziali: 13-22; 24-17; 17-21; 17-16
MVP: Donte Mathis è play a tutto tondo. Metronomo perfetto e ottimo apportatore di punti, sicuramente responsabilizzato dall’assenza di un compagno importante come Young. 6/6 da 2 e 6/7 ai liberi sono ottimi numeri, ma indicano solo la metà di ciò che ralmente il giocatore ha fatto per la squadra. Impossibile non citare il il 28 di valutazione di Tessitori e soprattutto il 39 di Miroslav Todic, che non fanno altro che aumentare il rammarico dei padroni casa.
WVP: Verrebbe voglia di citare la vergognosa terna arbitrale, ma non sono giocatori e non si può. Allora ci accontentiamo di sparare sulla croce rossa e citiamo l’abulico, lo svogliato, l’irritante Terrence Roderick che, rispetto al connazionale compagno di squadra, ha l’aggravante di conoscere bene la categoria e di averci già giocato, e bene, nel recente passato riminese.
Massimo Framboas