E’ curioso come Milano, durante questa stagione, riesca sempre a trovare un modo per farsi del male, senza che ce ne sia il bisogno. Anche nella gelida serata del Forum (sia per la neve copiosa all’esterno, che per il clima all’interno), in una partita in cui la vittoria sembrava a portata di mano, è riuscita a sprecare tutto con le ennesime soluzioni scellerate di un Cook che sta facendo vedere in queste partite tutto il suo lato peggiore a livello di leadership e decision making.
Con questa sconfitta Milano dice formalmente addio alle top 16, a vantaggio di una squadra (il Caja Laboral) che varrebbe un quinto sulla carta, ma che ha dimostrato di avere qualità morali molto più spiccate rispetto ai biancorossi.
La partita inizia, come è lecito aspettarsi, in modo molto contratto, con le due squadre decisamente poco incisive e brutte da vedere. Lo Zalgiris perde qualche pallone di troppo ed è costretto a vedere un impresentabile Foote in mezzo all’area, fare danni epocali, mentre dall’altra parte Milano colleziona qualche palla persa di troppo (19 alla fine) nel suo solito attacco fatto esclusivamente di uno contro uno e poca circolazione.
Le note positive per i biancorossi sono due, sempre le solite, con Bourousis e Langford a tenere a galla la nave con soluzioni d’intensità per il primo (grande merito a lui) e di talento puro il secondo. Quando il centro greco commette un banale secondo fallo, cominciano i problemi. L’inserimento di Hendrix non porta i frutti sperati, Fotsis è ancora la copia spenta di se stesso, mentre Melli, evidentemente menomato dai problemi al ginocchio, lotta, dà tutto, ma non può essere efficace al 100%.
Gli attacchi di Milano partono molto spesso dopo 10 secondi dall’inizio dell’azione, con la chicca di Stipcevic nel secondo quarto che palleggia per ben 18 secondi senza fare un passaggio, perdendo poi la palla per infrazione di passi.
Gli ospiti si limitano a fare il compitino, anche perchè non hanno grosse richieste da questo match e si trovano anche in campo il peggior K.Lavrinovic degli ultimi cinque anni con conclusioni scentrate e liberi che scheggiano appena il ferro.
La solita spina nel fianco per la difesa milanese è il chirurgico Popovic, che dalla parte opposta del campo, subisce in maniera continua gli esterni milanesi nell’uno contro uno.
Anche nel secondo tempo la partita viaggia sui binari dell’equilibrio con qualche piccolo parziale milanese, che raggiunge anche il +8, e le timide rimonte degli ospiti. Il tecnico ad Hairston, con conseguente amministrazione di Popovic, vanifica l’ultimo significativo break messo assieme da Milano, che è costretta ad entrare nel quarto periodo, con la partita in bilico e tutta la pressione sulle spalle.
Chi notoriamente è a proprio agio nelle situazioni di pressione psicologica è Gianluca Basile, infatti sono due sue bombe cruciali a far pendere l’ago della bilancia dalla parte biancorossa. E’ anche encomiabile la sua difesa sui blocchi contro Popovic, che gli nega una manciata di uscite e ricezioni. Purtroppo la gestione dei falli di un Bourousis sempre incisivo, costringe Scariolo a tenere a sedere con quattro falli il centro greco per lunga parte del quarto periodo, ma al suo rientro, tutto è ancora lì da giocare. Langford continua il suo spettacolo solitario con canestri di talento tecnico e fisico, nonostante gli acciacchi, ma il finale è ancora da sagra degli orrori.
Bourousis porta i suoi avanti di due sul 60-58, poi arriva il momento di Jankunas che, prima segna la tripla del sorpasso, e poi diventa il go to guy della squadra con altri due canestri, l’ultimo dei quali con un grande svitamento e appoggio al tabellone per il 65-63. Cook viene mandato in lunetta per pareggiare la partita, ma fa 1-2. A Jaaber non trema la mano e lo Zalgiris va a +3 prima di commettere un altro fallo su Cook che aveva recuperato palla su Popovic. Altro 1-2 del playmaker, che questa volta trova da contraltare, addirittura lo 0-2 di Jaaber dall’altra parte. Il rimbalzo è di Langford che si fa tutto il campo in palleggio per cercare il canestro dell’overtime, ma il suo complicato appoggio esce e, con sé, le flebili speranze milanesi di andare alle Top 16.
Ormai è quasi stucchevole descrivere l’ennesimo modo di perdere un match cruciale, per una squadra che ha la forza mentale di un bambino impaurito e si nasconde dietro a futili scuse per giustificare una sequenza infinita di fallimenti.
EA7 Emporio Armani Milano-Zalgiris Kaunas 65-67 (16-18, 21-14, 16-19, 12-16)
Quotes:
Sergio Scariolo: “Sullo sforzo, sulla volontà, sull’impegno dei giocatori ci sia poco da dire. Una partita lungamente dominata è stata persa per piccoli episodi, errori piuttosto banali. Giocare con tensione è più probabile commettere questi errori, in certe situazioni la palla pesa e questo non ti permettere di fare la scelta giusta, la difesa giusta… Abbiamo giocato contro una squadra fortissima sotto tutti i punti di vista e credo riesca a difendere molto bene con avversari anche di altissimo livello. Per 40 minuti abbiamo fatto più cose positive che negative, ma le cose negative le abbiamo fatte con una logica, nel senso che sono cose che non succedono per caso. Nei momenti cruciali c’è tensione, molta voglia di fare ma uno stato di poca tranquillità che ci porta a commettere errori decisivi: è successo a Vitoria, contro Sassari e stasera. Da un po’ di tempo la squadra gioca e lotta, può giocare meglio o peggio ma si verificano episodi che, ripeto, non possono essere definiti casuali. Adesso abbiamo diversi giocatori in cattive condizioni fisiche, Fotsis e Hairston in primo luogo, ora vediamo Langford dopo questo sforzo… Ci serve tornare alla vittoria, non solo giocare, lottare, meriti non meriti ma uscire con un sorriso per tornare a giocare con più tranquillità e fiducia in noi stessi.
Non siamo ancora fuori, non ci sentiamo fuori, nessuno molla niente. Le considerazioni le abbiamo fatte, anzi le abbiamo già fatte, poi ci sono momenti per fare le cose. Con la società il dialogo è fluido e c’è anche identità di vedute.
Gli errori possono essere tecnici, di concentrazione, materiali, errori di cattiva lettura. Quando c’è uno stato di scarsa tranquillità è più facile commettere errori. Poi è chiaro che un errore al minuto uno non pesa come uno al minuto 40. Parlo di errori che nelle ultime partite, tutte punto a punto, ci hanno fatto perdere le gare. Quando la condizione fisica non è buona se lo sforzo fisico in difesa è più alto puoi perdere lucidità in attacco. In Eurolega giocare con fluidità contro squadre come quella di stasera è più difficile. Abbiamo tirato meglio di loro, ci saranno colpe nostre ma giocavamo contro una delle difese più fisiche e atletiche.
Devo ringraziare i tifosi perché hanno lottato e sostenuto la squadra per tutti i 40 minuti, l’hanno fatto insieme a noi e ci hanno dato tutto quello che avevano. Grazie davvero”.
Joan Plaza: E’ una bella vittoria. Potersi giocare una partita così, contro una squadra dal talento tecnico e fisico come quella di Milano, è davvero importante e vorrei ringraziare i miei ragazzi che stanno combattendo e migliorando giorno dopo giorno tutti insieme. La partita di stasera ha dimostrato che stiamo cambiando e rafforzando la nostra mentalità e, considerato che questo è il gruppo più difficile della competizione, il fatto di poterlo chiudere da primi in classifica settimana prossima, ci riempie di orgoglio.
MVP: Paulius Jankunas. In una partita dai risvolti tecnici non entusiasmanti, si distingue per la grande serie di canestri nel finale che regalano la vittoria ai suoi.
WVP: Omar Cook. Tre indizi fanno una prova. La squadra gioca meglio con lui fuori dal campo, e soprattutto perde le partite a causa delle sue decisioni nel finale.
Simone Mazzola