ROMA – Iscrittasi al campionato a poche ore dalla regolare scadenza dei termini, ecco a Voi Siori e Siore l’ACEA Virtus Roma edizione 2013 che colpisce e stupisce tutto il mondo baskettaro italico con un girone d’andata chiuso con la bellezza di 10 gare vinte e solo 5 perse e con anche più di un rimpianto per almeno tre di queste gare non portate a casa.
Primo obiettivo della stagione centrato, Final Eight milanesi tra poco più di tre settimane e con addirittura un turno in anticipo ma soprattutto la sensazione che finalmente l’operazione tristemente naufragata l’anno scorso, il riportare cioè gente ed entusiasmo attorno alla squadra, possa dichiararsi centrata. Provate in questi giorni ad andare al Pala Tiziano durante gli allenamenti, noterete tanti ragazzi in religioso ed attento silenzio a seguire le urla di Calvani, i rimbrotti di Goss che richiama questo o quello all’ordine, l’esibizioni dell’uomo volante nel pitturato Lawal o le percussioni di un Taylor silenzioso ma efficace. Oggi questa squadra, la Virtus Roma, ha ricatturato l’attenzione del suo pubblico guadagnandone stima e considerazione. Un pubblico caldo ma non soffocante, competente ma non eccessivamente intransigente, un pubblico così maturo da superare tutto il fiele ingoiato negli anni scorsi emancipandosi da facili e clamorose dimostrazioni di dissenso che sarebbero state anche legittime. Ed infine una Dirigenza che sta rientrando al centro della casa Virtus Roma, costruendo mattone su mattone un edificio che il Presidente stesso ora ammira al punto che nei giorni scorsi riesce ad ammettere errori del passato, pervicacemente negati e mai abbracciati.
Aria nuova quindi in casa Virtus, soprattutto grazie al grande lavoro di raccordo del General Manager, Nicola Alberani, e del Team Manager nonchè Capo Ufficio Stampa, Francesco Carotti, finalizzato in campo da quel signore taciturno ma efficacissimo che risponde al nome di Marco Calvani, vediamoli allora questi ragazzi uno ad uno come si sono comportati in queste quindici gare del girone d’andata procedendo per ordine di maglia.
N.ro 5 – Phil Goss
Arrivato da Varese come l’unica certezza di una campagna estiva fatta solo di buoni prospetti, nessuno dubitava della sua capacità realizzativa da ottimo giocatore quale è, pochi avrebbero giurato sulle sue capacità di leadership dentro e fuori lo spogliatoio. Secondo miglior marcatore della squadra con 14,2 p.ti di media in 30,7 minuti, ha tirato con una costanza media incredibile collezionando il 46% da due ed il 44% dalla lunga ma, come ribadito prima, è stata la vera chioccia per i pulcini in maglia giallorossoblu. Non proprio a suo agio quando Calvani lo ha schierato da sesto uomo ed ormai poco avvezzo alla gestione in primis del gioco come evidenziato a Montegranaro la settimana scorsa, Goss è stato comunque uno dei giocatori maggiormente in evidenza in questo scorcio di Torneo e quello su cui si punta per ulteriori vittorie, da sottolineare anche i 3,6 rimbalzi a partita oltre ad i quasi 3 assist. Voto 8,5
N.ro 6 – Bobby Jones
Arrivato per primo a Roma e scelto specificatamente da Calvani ed Alberani per le sue doti umane, l’ala di Compton è stato fortemente condizionato ad inizio Torneo per diversi guai fisici e personali ed ha cominciato a far vedere il suo potenziale nella vittoriosa trasferta di Cremona. Altro ragazzo dalle grandi doti umane, al momento le sue percentuali sono un pò in rosso in relazione alle aspettative che di solito vengono connesse ad un visto americano ma nessuno, anche nei momenti meno rosei, ha mai messo in dubbio la sua appartenenza al roster romano. Protagonista in almeno tre vittorie stagionali, in altre gare non si è quasi mai visto ma la forza dell’ACEA quest’anno è che tra lui, Lorant e Czyz, c’è sempre qualcuno che si erge a protagonista nella singola gara. Voto 6+
N.ro 7 – Matteo Tambone
E’ il “pulcino” made in Virtus Roma, una scelta forse non voluta ad inizio stagione ma poi decisa sia dall’infortunio di Ade Dagunduro ma anche dall’aver convinto Calvani durante gli allenamenti della sua capacità di sbattersi per la squadra. Esordio contro Biella due turni fa con minuti veri e non nel garbage time, primo canestro sempre domenica scorsa ad Ancona dalla lunga, tanta voglia d’emergere ma anche tanta pazienza e costanza se vorrà ritagliarsi altri minuti in campo. Voto 5,5
N.ro 8 – Alessandro Tonolli
Cosa dire ormai di questo pilastro, di questo pezzo di storia della Virtus? Nemmeno un minuto quest’anno ma chi osserva gli allenamenti ne parla sempre con il solito entusiasmo e rispetto, chioccia tra le chiocce Goss e Jones. E se Roma sta facendo bene è anche merito suo, indubbiamente, che agisce in modo silenzioso ma decisivo. Ma assegnargli un voto per quanto visto in campo, o megliom per quanto non visto in campo sarebbe sbagliato, per Noi è sempre da 10, decidiamo allora di non giudicarlo perchè decisamente SUPER PARTES
N.ro 10 – Lorenzo D’Ercole
Un giocatore rinato. Lollo per la tifoseria e per lo spogliatoio è ormai una sentenza dalla lunga anche se, rispetto allo strepitoso 51% avuto sino a qualche turno fa, oggi è sceso ad un onorevolissimo 46,2%. Ma la cosa importante è aver riguadagnato la Maglia Azzurra nell’All Star Game di Biella e la considerazione della stampa specializzata che finalmente lo esalta anche per il lavoro sporco e duro in difesa nella quale recupera 0,9 palle a partita nei 24,5 minuti di media in campo. Voluto fortemente da Calvani, ha fatto ricredere i molti che nella Capitale storcevano il naso al suo arrivo forse perchè purtroppo delusi da altri, troppi giocatori italiani passati in maglia Virtus senza lasciare particolare traccia nel loro immaginario collettivo. Con il malanno di Dagunduro si è dovuto sobbarcare anche più minuti in regia senza sfigurare ma senza, oggettivamente, esaltare più di tanto ma il giudizio globale è assolutamente positivo. Suo il canestro decisivo nella bella vittoria contro l’allora invitta Varese, costruito con lucidità superba dal collettivo. Voto 7,5
N.ro 11 – Adeola Dagunduro
Forse l’unica stonata di questa stagione ma probabilmente neanche per proprie colpe. Arrivato dalle Olimpiadi di Londra con un ematoma sotto la rotula del ginocchio mai completamente assorbito, non ha mai potuto allenarsi con continuità non riuscendo perciò a brillare come in molti si sarebbero auspicato. Ma prima dell’intervento che lo ha tolto da quasi un mese dal terreno di gioco, non ha dato proprio la sensazione di trovarsi a completo agio nel sistema di Calvani seppure lo stesso coach abbia sempre avuto in questi mesi per lui parole al caramello. Dedito alla difesa ed alla costruzione del gioco potrebbe essere però, una volta ripresosi, il jolly del girone di ritorno in ottica playoffs, al momento l’unico voto negativo nel roster. Voto 5
N.ro 13 – Gigi Datome
Ecce homo. Finalmente il giocatore che in questi anni si è sempre visto a sprazzi ma che adesso ha deciso di togliersi occhialoni e vestito da imbranato alla Clark Kent. E’ lui il Superman, è lui il nuovo Capitano nonchè idolo indiscusso del popolo virtussino. Terzo miglior realizzatore dalla lunga del campionato con 48,4% nonostante un paio di gare non giocate al meglio delle sue indiscusse potenzialità, Gigi sta imponendo la sua statura di giocatore e di uomo che, unita alla leadership dei vari Goss e Jones, sta facendo lievitare le sue quotazioni anche in chiave europea. Le cifre sono ragguardevoli: 17,7 p.ti a partita (terzo miglior marcatore del Torneo); 5,3 falli subiti; 51,1% da due ed appunto 48,4% da tre; 96,3% dalla lunetta (primo del Torneo); 5,8 rimbalzi e 1,7 assist. Forse potrà subire in calo in questo mese, dopo le “fatiche” nazionali estive che prima o poi affioreranno ma resta sempre il pericolo pubblico n.ro 1 per le squadre avversarie, indiscutibilmente. Voto 9
N.ro 21 – Jordan Taylor
L’ultimo playmaker rookie in maglia Virtus era anche qualcosina meno di un rookie a causa della sua giovanissima età, non certo per talento individuale e si chiamava Brandon Jennings, oggi play in NBA da tre stagioni dei Bucks. Ricordo all’agro, perciò l’arrivo di Jordan Taylor, seppur accolto con favore istintivo, evocava tristi presagi del tipo “Sarà anche forte ma è troppo giovane per la Lega A e per il rilancio di Roma”. Ma questo ragazzo ha smentito tutti, quasi tutti perchè non ci si può improvvisare navigati bucanieri dei mari al primo impatto in una Lega professionistica. Carattere forte, così forte da crescere addirittura in ogni gara minuto dopo minuto dimostrando di saper imparare rapidamente dai propri errori, tale da sobbarcarsi l’onere dell’ultimo possesso mal gestito in quel di Bologna con sconfitta da passare all’incasso. Il ragazzo c’è e si farà: 3,4 assist, 9,3 p.ti 3,5 falli subiti a gara e la sensazione che il meglio debba ancora venire, anche per merito di coach Calvani. Voto 8
N.ro 31 – Gani Lawal
“Il giorno in cui arrivò per il primo allenamento a Roma ed indossò scarpe e maglietta rimasi senza fiato per come non sapesse quasi muoversi senza commettere infrazione…”. Guardatelo oggi, Gani Lawal, e dite se stiamo parlando dello stesso giocatore. Una vera forza cestistica della natura, che avesse dei grandi mezzi atletici nessuno lo aveva mai messo in dubbio ma vederlo oggi ricevere palla ad alcuni metri dalla sua zona specifica, come domenica scorsa ad Ancona, girarsi in palleggio e schiacciare in faccia all’avversario è qualcosa non solo di favoloso ma spettacolarmente ineguagliabile che a Roma non si vedeva da lustri. Secondo solo a Linton Johnson nei rimbalzi, 8,3 a gara, è il terzo marcatore della squadra con 13,2 punti, assolutamente rivedibile ai tiri liberi, resta in assoluta la seconda più bella realtà di questa Virtus made in Alberani-Calvani-Carotti. Voto 8,5
N.ro 33 – Oleg “Aleksandr” Czyz
Partito a spron battuto nelle prime gare stagionali, l’ala polacca di passaporto ma di scuola americana è stato così determinante in queste gare da far pensare di aver trovato un nuovo Dasic, tecnicamente parlando, da come riusciva a mettere sempre in crisi il diretto avversario nel pitturato. Poi, col passare delle giornate, ci si è accorti che con il Dasic per come lo si è visto il nostro Oleg avesse poco da spartire, soprattutto anche dopo il balletto dell’All Star Game di Biella che comunque lo ha reso ancora più simpatico al pubblico giallorossoblu. Ma il ragazzo, allegro e solare (il che non guasta), misto ad una buona dose di faccia tosta la stoffa ce l’ha, eccome, deve solo disciplinarsi e canalizzare l’enorme dose di forza e d’energia che trasuda da ogni poro. Voto 6,5
N.ro 44 – Peter Lorant
Il nazionale ungherese, arrivato in silenzio senza tanti squilli di tromba, non ha assolutamente tradito le aspettative. Solido, una roccia alla quale aggrapparsi nei momenti difficili, ha quasi sempre risposto “presente” consegnando difesa, rimbalzi ed anche preziosi punti dalla lunga. Leader silenzioso, personalità spiccata ma senza ingombrare, è il giusto collante ad un settore lunghi che sta facendo vedere nel complesso cose egregie e se viene servito con i tempi giusti in movimento, il canestro attaccando il ferro o usando la tabella è certo. Certamente un acquisto azzeccato. Voto 7
Head Coach – Marco Calvani
Non lo smetteremo mai di scriverlo: se questa Virtus è dove si trova l’artefice principale è lui. Ha creduto nel gruppo, nel lavoro, nella dedizione ad esso ma anche nella costruzione di uno spogliatoio dando regole precise, senza possibilità di eluderle per nessuno. Un merito speciale ad un uomo di Roma per la sua Roma già servita in passato in momenti d’emergenza. Non avrà l’aureola di Bianchini, il pragtismo simpatico e sbruffone di Trinchieri, lo schematismo da primo della classe di Vitucci e l’aria incazzata di Banchi ma è senza dubbio un uomo concreto e serio, quello che serviva per ricostruire dalle macerie.
Fabrizio Noto/FRED