FORLI’ – “Quelli tra palco e raltà” per dirla alla Luciano Ligabue. Il palco è quello megaiperfantasmagorico dell’All Star Game, la partita delle stelle, per la quale si trasecola quasi, con la bava alla bocca, annunciando gli oltre mille (wow!) tagliandi staccati in prevendita. Tutti pronti con l’abito della festa. L’ufficio stampa, facendo egregiamente il proprio lavoro, pompa l’evento e magari, da qualche parte, il presidentissimo Bonamico si prepara il pezzo per l’intervista di rito, mentre i commentatori scaldano l’ugola prima di decantare le gesta eroiche dei giocatori e quelle goliardiche di coach Pozzecco. Per non parlare poi della gara delle schiacciate, per la quale nomi come quelli di Griffin e Lawal garantiscono spettacolo ed entusiasmo, impreziositi dalla regale presenza di sua maestà Carlton Myers nei panni di presidente di giuria. Il tutto mentre le telecamere indugiano sulle personalità in tribuna. Una bella ragazza di quà, Petrucci di là, una panoramica ad hoc sulla tribuna più affollata per dare l’impressione del tutto esaurito, ed un’ultima zumatina sulla faccia di un gaudente Bonamico. Tutto meraviglioso!
Ma nulla di più lontano dalla realtà. Già, perchè mentre la LegaDue cerca di offrire un’immagine idilliaca di sè, non va dimenticato che sulla panchina di una delle due formazioni siede il coach di una società che arriverà a finire la stagione solo grazie all’intervento del Sindaco. Società presso la quale era tesserato Brandon Brown, selezionato proprio per la partita delle stelle, ma svincolato in fretta e furia per ragranellare quel poco che potesse permettere a Trieste di chiudere il campionato.
Altro spunto di riflessione, sul gradimento e lo stato di salute di questa festante LegaDue, lo offre il fatto che Forlì, il primo pubblico da tre anni a questa parte, quello che, per intenderci , mandò in nomination Nenad Vucinic, non ha mandato all’All Star Game nemmeno un giocatore. L’unico rappresentante della formazione romagnola, Terrence Roderick, è infatti stato convocato istituzionalmente.
Ma la realtà è ancora più amara, perchè in settimana, convocando la stampa, il presidente della FulgorLibertas, Giorgio Grazioso, ha lanciato l’ennesimo grido d’allarme. In via Zuelli la situazione economica è grave e, se non interviene qualcuno, i soci riusciranno a garantire, a fatica, solo la fine della stagione. Il problema sarà l’iscrizione al campionato 2013-2014.
Così 3500 tifosi che di media prendono posto al Palafiera e, in caso di trasferte abbordabili, fanno godere le società ospitanti dell’high stagionale d’incassi e presenze, rischiano di rimanere senza basket ed il basket senza di loro. Duole poi sentire il presidente Grazioso additare l’insostenibilità del basket moderno, con le società strangolate da una fiscalità eccessivamente onerosa. Non che non abbia ragione, per carità, ma la particolare congiuntura economica e la pressione fiscale della categoria, erano dati ben noti in avvio di stagione, allorquando si annunciava in pompa magna un budget da 1,7/2 milioni di euro, con tanto di copertura triennale di sponsor di livello nazionale. Ancora una volta si era invece di fronte alla solita squadra assemblata con soldi promessi e che difficilmente si vedranno entrare in cassa. Ha puntato in alto la FulgorLibertas, chiamando a sè Costa, Dell’Agnello e Galli, e mettendo in piedi una squadra con rotazioni profonde. Troppo per le proprie possibilità. Troppo, se si pensa che in estate, per potersi iscrivere e non fallire, si accese un sostanzioso mutuo decennale a copertura dei debiti. Troppo se poi si pensa al saluto di Gino Natali che, arrivato a Forlì per traghettarla verso il professionismo, dopo aver indicato la strada da percorrere, disse che non c’erano le condizioni per poter rendere operativo il suo progetto, e se ne andò. Beh, quel progetto è stato comunque realizzato, per filo e per segno, ma, come aveva detto Natali, per le casse della FulgorLibertas era insostenibile.
Ora Forlì è pronta a valutare qualsiasi operazione di mercato in uscita, purchè questa comporti un reale guadagno, tenendo anche conto degli eventuali introiti che proverrebbero da turni di playoffs. Già, perchè intanto c’è una squadra che sul campo sta regalando buone soddisfazioni ai propri tifosi. Una squadra che, in una LegaDue dal tasso tecnico non eccelso, i playoffs li varrebbe tutti.
In attesa allora di sviluppi dal mercato romagnolo, che si accendano pure le luci sul palco della festante LegaDue, nella speranza che la realtà non vada a sostituire il giorno dell’All Star Game, col giorno della memoria.
Massimo Framboas