Fotsis risponde con una grande prestazione (la migliore in stagione), a tutte quelle voci che lo volevano già con la valigia sul letto per il ritorno ad Atene. Le sue triple hanno indirizzato pesantemente la partita nel primo tempo, per poi chiuderla nel finale quando Roma sembrava davvero credere nella clamorosa rimonta. Sono suoi i sei punti che infilano i chiodi nella bara di una Roma che ha giocato con grande generosità. L’assenza di Datome è assolutamente un alibi credibile per la squadra di Calvani, che ha faticato enormemente nel mettere punti a tabellone, ma non ha mai smesso di giocare, rimanendo mentalmente in partita sino al quarantesimo.
Calvani non ha voluto scoprire le carte, dando una possibilità d’impiego di Datome sino all’ultimo, salvo poi rinunciare al leader sardo in vista dell’insidiosa partita contro Caserta di settimana prossima. Come detto durante le final eight di Milano, il coach non si nasconde in alibi e ha detto ai suoi ragazzi di fare come se Gigi ci fosse, ma rimenesse in panchina per scelta dell’allenatore. I suoi giocatori, però, hanno accusato il colpo, cominciando la partita in modo esageratamente contratto. La costruzione dei tiri è difficoltosa, nessuno riesce a battere l’avversario dal palleggio e le percentuali precipitano clamorosamente. Nei primi dieci minuti le cifre sono impietose con 1-13 da 2 e 0-5 da tre per 10 punti segnati. Dall’altra parte Milano amministra con molta più lucidità l’attacco, trovando molti buoni tiri aperti (alcuni anche sbagliati) e un vantaggio che, alla prima sirena, è di 13 lunghezze.
Fotsis chiude il primo quarto e apre il secondo con l’infallibilità di chi non ha mai vissuto momenti di difficoltà e chiuderà il primo tempo con 15 punti e 22 di valutazione. Per Roma si sveglia l’asse Taylor-Lawal, che confeziona la quasi totalità dei punti giallorossi, ma la continua ricerca del centro sopra il ferro, porta alcune volte a giocate spettacolari, ma altre a palle perse inopinate che non permettono una rimonta credibile. Alla pausa, infatti, sono ancora 13 le lunghezze da recuperare.
Nella ripresa Roma prova a mettere più intensità nel suo gioco, capitanata da un Lawal in grado solo di schiacciare, ma anche meritevole di tante giocate d’intensità fisica. Milano spreca alcuni palloni in attacco e si affida a qualche chirurgica esecuzione di Langford da lontano (4-6 da tre alla fine) per mantenere a distanza gli avversari. Goss, viste le scarse percentuali al tiro, prova a lucrare qualche fallo e qualche viaggio in lunetta, ma Roma rosicchia solo due punti dal distacco dell’intervallo.
Sembra che la fisicità di Milano possa far pendere l’ago della bilancia verso una facile vittoria, ma Roma non è mai doma e, dopo un tira e molla intorno alle 10 lunghezze di vantaggio, si riporta addirittura a -6 con un canestro di gran talento di Goss da tre punti. Risponde subito Langford con la stessa moneta, ma Jones fa addirittura -5 con un canestro in transizione e Milano comincia a vedere i fantasmi della rimonta avversaria.
A poco meno di un minuto dalla fine, arriva la ciliegina sulla torta di Fotsis, che infila due triple in altrettante azioni, con la tranquillità del grande campione, mandando i titoli di coda a una partita non esageratamente bella, ma di sicura intensità.
Acea Roma-EA7 Emporio Armani Milano 66-79 (10-23, 20-20, 18-16, 18-20)
MVP: Antonis Fotsis. 21 punti con 5-5 da tre, 5 rimbalzi e 28 di valutazione. Se ci si aspettava una risposta dopo le voci di mercato, non ha tardato ad arrivare.
WVP: Malik Hairston. -4 di valutazione, impreciso al tiro da tre (0-4) e decisamente puerile sui tre falli commessi in un minuto durante il terzo quarto. Sicuramente non è stata la sua partita.
Simone Mazzola