CASERTA – Sembrava la festa dei miracoli, la solita piccola grande Caserta che annichilisce una delle potenze del nostro campionato con grande energia, gioco di squadra e quella semplicità che è il marchio di fabbrica della truppa di Sacripanti. Se la gara fosse finita al minuto 30, non ci sarebbero stati appelli per una Roma troppo brutta per essere vera, senza veri leader a guidarla e troppo legata a giocate estemporanee. Il calo fisico della Juve nel quarto periodo, ma soprattutto l’assenza di lucidità e la troppa frenesia nell’affrettare i tiri, con Gentile in testa, costano alla Juve i due punti, che vanno a una Virtus Roma che ci ha creduto di più, che ha lottato per rientrare in partita e che, messe saldamente le mani sul manubrio, ha saputo tenere il controllo del match e portarlo a casa, non senza qualche patema finale. Bella la cornice di pubblico che fa da scenario alla gara, con un palazzetto caloroso e in cui, dopo tempo immemore, anche i tifosi giallorossi possono rimettere piede, con i propri stendardi, le bandiere e la voce irriverente e sempre colorita, che risponde prontamente agli sfottò della curva bianconera. E’ un nostalgico ritorno a partite ben più importanti degli anni 80′, quelle famose partite che Roma era solita vincere. Stasera, forse con l’ausilio di un macchina del tempo, la storia si è ripetuta, ma la gara ha offerto tanti spunti su cui giustamente poter riflettere.
L’atteggiamento in campo delle due formazioni è stato a voler essere metaforici degno del miglior Dr Jekyll e Mr Hyde di Stevenson. Caserta nel primo tempo ha dominato, imponendo legge nel pitturato e comunque nell’area dei 2 punti con Akindele, Jelovac e Jonusas che hanno fatto un po’ il bello e il cattivo tempo. Lawal è andato in difficoltà contro il suo compagno di nazionale e data anche la pessima giornata per un Czyk stasera fuori dagli schemi, ci è voluta una prestazione difensiva eccellente di Lorant in marcatura su “Deji” per poterlo contenere. Già, perchè Roma nella seconda frazione si trasforma: non più solo l’estro di Goss e le triple di D’Ercole a mandare avanti la baracca, ma arrivano il genio e a tratti sregolatezza di Taylor, il grande coinvolgimento di tutti gli esterni e una nuova solidità a rimbalzo che di fatto vale la partita. Perchè Caserta con l’incedere dei minuti perde in energia e in risorse, ed il bel gioco frizzante e pulito del primo tempo va a frasi benedire. La Juve va a impelagarsi i situazioni a limite del paradossale, Calvani decide di passare sempre sopra ai blocchi, impedendo le ricezioni in punta dei casertani. Se a ciò aggiungiamo la serata a dir poco negativa di Gentile che forza conclusioni nel momento delicato e chiude troppo spesso il palleggio senza idee, la conseguenza è una serie di palle perse che non fanno altro che aumentare la grinta e l’impegno di Roma che, con un parziale tra la fine del terzo periodo e i primi 5′ del quarto, portano Datome e compagni dal -10 al +5.
Se un occhio indagatore, a fine gara, o magari senza averla vista alla tv, andasse a spulciare le statistiche, di sicuro noterebbe una netta prevalenza per i numeri casertani, ma non inganni lo scout. Caserta ha costruito quei numeri col bel gioco dell’inizio, prima di imbruttirsi nel momento decisivo. Poi, come sovente accade, a deciderla sono gli episodi, ed il buzzer da pochi passi di Jelovac sarebbe potuto andare a bersaglio e scrivere nuove pagine del miracolo bianconero, ma questa è una storia che non leggeremo. roma ci crede e passa a caserta, questo è quello che conta. La Virtus esce dalla serie negativa di due sconfitte, Caserta invece mette in fila la terza consecutiva, con la prospettiva ora di due trasferte a dir poco proibitive in quel di Varese prima e in quel di Bologna poi. La relativa sicurezza dei 16 punti in classifica non inizia a scricchiolare ma, a dieci giornate dal termine e col solito groppone di quelle nubi minacciose sul futuro all’orizzonte, sarebbe sempre meglio iniziare a mettere in cascina qualcosa di concreto per potersi preparare a periodi più duri.
Passando più direttamente alla gara nel suo svolgimento, è un’atmosfera calda e avvincente ad accogliere le squadre sul parquet, schierate con i quintetti soliti. Il primo acuto è di Jonusas che arriva al ferro in penetrazione, ma pronta è la reazione romana con Goss che segna in bello stile in uscita dai blocchi. Akindele accende la bagarre in vernice andando a realizzare, poi Jelovac punisce una pigra difesa col tiro dalla media distanza e mentre sul campo l’Acea perde palloni ed attacca in maniera involuta, la schiacciata di Akindele dell’8-2 costringe Calvani al timeout. La risposta dei capitolini non si fa attenderei ed è affidata a Datome che punisce la difesa bianconera con la tripla in faccia. Ma è un fuoco di paglia, perché sul parquet c’è una sola squadra in campo: Akindele e Jonusas sono incontenibili, Maresca colpisce dall’arco e firma il più 10 ed è il solo Taylor a chiudere il break bianconero. Il tap in di Jonusas regala ancora la doppia cifra di vantaggio, mentre ciò che si può vedere, sono i tanti errori sottomisura dei giallorossi e la prematura uscita per falli di Datome, cosa che non aiuta certo la truppa di Calvani. Sotto sempre con un vantaggio notevole, al 9′ fa il suo ingresso in campo Aden, ma a cambiare la gara ci pensano gli ultimi sciagurati 17 secondi di quarto che sono tutti per Bobby Jones che segna, recupera palla, subisce fallo e dalla lunetta col 2/2 chiude sul 20-14.
Dopo l’acuto di Mordente, che segna con l’arresto in sospensione, Lawal sale in cattedra con un giro e tiro dalla distanza e un appoggio al ferro condito anche dal fallo, ma con libero non convertito. La Juve sfrutta al massimo la marcatura su Mordente da parte di D’Ercole che viene portato a scuola dall’ex Milano che si prende il gioco da tre punti. La risposta per Roma è affidata ancora al positivo Bobby Jones, che si erge a uomo della provvidenza con la tripla a bersaglio. La gara si accende, Akindele domina in vernice, ma l’energia di Aden e la palla rubata con annesso appoggio al vetro di D’Ercole riportano Roma al 27-25 del 15′, il tutto sempre senza Datome in campo. Gentile spezza l’inerzia con una penetrazione contestata illegalmente da Lawal, Goss risponde da campione con un feedaway spettacolare che baciato dal ferro va a bersaglio. Mavraides, dopo un avvio incerto si sblocca dalla lunetta e riporta i suoi sul più 4; l’entrata in controtempo di Gentile regala spettacolo, ma è soprattutto la difesa dei ragazzi di Sacripanti a fare la differenza. Chiusa l’area con le stoppate di Akindele e i raddoppi e gli aiuti sulle penetrazioni dei piccoli, la Juve concede solo tiri da fuori senza ritmo che ovviamente non sono conditi dal successo. I liberi di Gentile e la schiacciata di Akindele regalano ancora dieci lunghezze di vantaggio ai padroni di casa, ma la tripla di Goss e lo sfondo preso dallo stesso ex Varese su un’improbabile penetrazione di Jelovac ridanno animo all’Acea. Nel momento in cui potrebbe cambiare la gara, però la squadra di Calvani pecca di confusione e precisione, specie da sotto canestro, con Czyk che si vede sempre la via del ferro oscurata e poche idee per trovare tiri ad alta percentuale. Senza Goss a bruciare la retina si fa dura per gli ospiti, che sono puniti dallo step back di Jelovac del 39-30, quando è però un ispirato D’Ercole che con la tripla fuori dai giochi rimette le cose in carreggiata per i suoi. Roma, e sembra davvero strano dirlo, soffre i pick and pop della Juve che riesce a servire i suoi lunghi, e quando si adatta, arriva il post basso che, in questo caso con Jelovac, trova il bersaglio da distanza ravvicinata. Sacripanti chiama timeout per gestire il possesso difensivo ma non riesce ad ottenere quello che serve, perché inspiegabilmente viene lasciato in angolo completamente libero D’Ercole che spara la seconda tripla di giornata che chiude all’intervallo sul 41-36, in una gara dominata da un sostanziale equilibrio in cui sono i “piccoli errori” su ambo i lati a fare la differenza.
La ripresa è aperta dal tiro in sospensione di Goss, cui risponde con un terzo tempo balzellato Jonusas, tra i migliori dei suoi nel primo tempo. Si gioca su ritmi alti con due triple ignoranti prima di Taylor e poi di Gentile che muovono il punteggio senza troppa costruzione. Jelovac continua a lavorare bene a rimbalzo offensivo, punendo i lunghi capitolini che stasera non sono in serata. Datome prova a scuotere i suoi, segnando e poi guadagnandosi un fallo dubbio a rimbalzo, sulla cui azione Lawal segna appoggiando al vetro. Roma sembra rialzarsi ma arriva a punirla la tripla di Jelovac allo scadere dei 24″ dopo una grande difesa dei ragazzi di Calvani. La gara é oramai dominata da tanti contatti sporchi puniti forse troppo severamente dalla terna. Grande confusione in campo, ci si tuffa su ogni pallone come se fosse l’ultimo. Calvani toglie uno spento Datome e rimette D’Ercole, lasciando l’attacco alla mercè di Goss, ma la scelta è poco felice. L’americano commette due falli stupidi in sequenza di cui uno in attacco con annessa palla persa, mentre il giovane ex Cremona fa fallo su Gentile che realizza col jump dalla media. La serie delle palle perse romane si concretizza con il blocco irregolare di Jones, sul cui capovolgimento di fronte il lay up di Jelovac vale il più 8. Con Roma che non riesce ad attaccare la ferrea marcatura a uomo casertana, pronta a cambiare su ogni blocco, e col bonus speso in difesa, i liberi condannano ancora la Virtus a inseguire con un distacco di 10 punti, ma nel momento del bisogno è Datome, prontamente rientrato sul parquet, a prendersi le responsabilità e a subire fallo, convertendo due liberi preziosi. È l’ultimo acuto del terzo periodo che si chiude sul 57-49, con la Virtus che paga e tanto i tanti falli commessi e qualche persa banale in fase di costruzione.Sarà qui che la gara svolta del tutto.
La quarta frazione si apre con tanta confusione sul parquet e pochi canestri. Caserta perde energia e inizia a sragionare, Roma è cinica e sente che può recuperare l’incontro. L’alley op di D’Ercole per Lawal è puro spettacolo, Akindele sbaglia un comodo lay up e subito la Virtus ne approfitta, con Taylor che si butta dentro, prendendo fallo e segnando i liberi che valgono il nuovo 57-53 al 33. Caserta in attacco diviene improvvisamente sterile, Jordan Taylor è un fenomeno nel segnare in acrobazia prima di una rovinosa caduta. Calvani richiama il suo go to guy in panchina per farlo rifiatare, ma la musica non cambia, la difesa capitolina recupera l’ennesimo pallone e la bimane di Czyk, suoi primi due punti della gara, riporta la parità a quota 57 al 34′. Sacripanti si rifugia nel timeout, ma la tripla di Mordente costruita, forse il primo vero attacco serio dei bianconeri, scheggia a stento il ferro. Roma non sfrutta la possibilità del vantaggio, ma Gentile si incaponisce con una tripla fuori dagli schemi che non fa altro che avvantaggiare gli ospiti, che trovano con Goss il primo vantaggio della gara. La Juve continua il suo tiro al piccione dai 6,75, D’Ercole invece realizza e regala il più 5 agli ospiti. A spezzare il 13-0 a favore dei ragazzi di Calvani ci pensa Jelovac che con un jump finalmente muove il punteggio dei suoi. Una banale palla recuperata e una penetrazione in bello stile di Mavraides riportano Caserta a solo un punto di distanza, accendendo il Palamaggiò ma il jump di Lawal e la palla persa di Jonusas in attacco (pesta la linea laterale) riportano nel baratro i padroni di casa, che provano a rifugiarsi ancora nel timeout a 2’37” dalla fine. Sacripanti va col press a tutto campo e la frenesia tradisce Goss che perde la palla spedendola in tribuna nel tentativi di servire Datome. Caserta da’ palla al suo pivot Akindele che però viene contenuto e quasi murato da Lawal alla grande. Sul fronte opposto Goss si butta dentro e si prende il fallo, convertendo i due liberi per un nuovo più 5 ospite. Caserta sbaglia ma forza la persa romana, Mordente infila la tripla del meno due e Roma ha la palla per vincerla: Jones sbaglia la tripla ma Datome si batte a rimbalzo e la fa pervenire a Goss. Si sprecano altri 24″ e si costruisce una tripla proprio per il giocatore della nazionale azzurra, ma anche questa ha esito negativo e la palla si perde sul fondo con 11″ ancora da giocare. Dopo il timeout la palla viene rimessa da Mordente per Gentile che serve Jelovac che sbaglia il piazzato del supplementare, dopo aver ricevuto fuori dai 6,75, aver rifiutato la tripla e scelto un palleggio in penetrazione con annesso arresto e tiro. Akindele sgomita e ci prova a battersi, ma non produce nulla. Finisce 64-66 per la gioia dei pochi, ma calorosi tifosi romani.
Juve Caserta – ACEA Virtus Roma 64-66
Parziali: 20-22; 21-22; 16-13; 7-17
Progressione: 20-22; 41-36; 57-49; 64-66
Mvp: i numeri non premiano Roma, che ha giocato di squadra. Di sicuro Goss e Taylor sono stati decisivi. Per Caserta si salvano Jonusas e Akindele.
Wvp: Gentile poco incisivo stasera, molto male nel momento decisivo della gara
Sala Stampa
Calvani
Partita a due facce per noi. Prima abbiamo subito l’energia di Caserta, che meritava il vantaggio. Avevamo concesso tanto ai loro lunghi nel pitturato. Nella ripresa però ci siamo svegliati in difesa e abbiamo chiuso la porta. Abbiamo rischiato di comprometterla col nostro pessimo avvio e soprattutto concedendo anche nella ripresa a caserta di riportarsi avanti con un margine considerevole, ma siamo stati bravi a rientrare in partita. Siamo stati bravi a crescere in difesa e in attacco nella ripresa e a migliorarci laddove avevamo subito. Lorant ha dato una giusta interpretazione in fase difensiva su Akindele, ha fatto bene ed è stato scelto per questo motivo. Vedere la Virtus che si butta su ogni pallone, come avvenuto nel quarto perido, é quello che tutti vorrebbero sempre vedere, abbiamo attaccamento alla causa, merito dei ragazzi.
D’Ercole
Ci credevamo, siamo venuti qui per vincere. Venivamo da due sconfitte consecutive, quindi era necessario fare risultato per riprendere la corsa per il nostro obiettivo. Non una buona partita per noi stasera: male in difesa e in attacco all’inizio, però una delle nostre capacità è quella di arrivare sempre in fondo alle partite con la possibilità ancora di giocarcela e nell’ultimo quarto ci mettiamo sempre tanta energia. Stasera ci ha fruttato una vittoria preziosa. Su Aden giudizio prematuro, ha fatto solo due allenamenti con noi, ma di sicuro aumenta la qualità della nostra squadra.
Sacripanti
Abbiamo perso una partita dove le statistiche contano per una volta. Vinto la valutazione e fatto molto di più dell’avversario stasera. Abbiamo preso tanti tiri nell’ultimo quarto, molti di più rispetto a quelli degli altri quarti, ma fatti solo 7 punti, questo è indice del nostro calo. Non sono arrabbiato con la mia squadra, perchè ha dato tutto, ma sono irritato e dispiaciuto per la sconfitta, perchè per 30′ minuti abbiamo mosso bene la palla, cercato soluzioni efficaci e con i nostri limiti abbiamo cercato sempre il lato debole e le cose giuste, senza mai cadere in egoismi. Nell’ultimo quarto, invece, è mancato ossigeno al cervello, ho visto tiri con poco senso e questo mi dispiace. Abbiamo sbagliato anche troppi tiri facili nel finale. Il fatto è che forse non reggiamo i quaranta minuti, e la squadra deve capire che se giunge la stanchezza bisogna fare un passaggio in più e giocare di squadra: non serve tirare da tre punti e farsi prendere dalla foga. Abbiamo spaginato proprio nel momento decisivo il piano partita ben applicato nei primi 30′. Sono due partite che gli episodi non ci vanno bene, non mi riferisco solo all’ultimo tiro, ma anche agli ultimi 15 secondi di primo e secondo quarto. Perdere così fa male dispiace molto, specie se hai fatto una partita del genere dopo esserci arrivato con tre settimane di brutti allenamenti. Dispiace ai giocatori, che ci tenevano molto, ma anche perchè stasera c’era un pubblico caloroso che ci ha sostenuto con cuore e passione. Ora a Varese… Si va con lo spirito di vincere, senza guardare strisce positive o negative, per provare a fare per 40′ minuti quello che abbiamo ben fatto per 30′ stasera. Andiamo a testa alta per giocarcela. Oggi non abbiamo niente da recriminare.
Domenico Landolfo