Seconda vittoria consecutiva per la Tezenis Verona, che al PalaDozza supera la Biancoblu Bologna per 72-65 rompendo anche il tabu-trasferta. Stagione che sembra giunta ad un punto di svolta per gli scaligeri, che per una volta confermano fuori dalle mura amiche i progressi già mostrati al PalaOlimpia e disputano una partita autoritaria contro una diretta rivale per la zona playoff. I ragazzi di Ramagli dominano a rimbalzo e trovano un buon contributo a turno da tutti in attacco, arrivando anche sopra i venti punti di vantaggio prima della paura di vincere finale. Bologna si aggrappa al rientrate Pecile e ad un volitivo Mosley, ma è tradita dai suoi esterni.
Circa 2000 al Paladozza con una cinquantina di veronesi al seguito, Salieri butta subito nella mischia gli acciaccati Pecile e Cournooh mentre Lauwers sostituisce in quintetto l’ultimo infortunato Chessa.
Primo quarto che viaggia a strappi, vivendo soprattutto del duello ad alta quota tra i due lunghi, con un Mosley in crescita intenzionato a rendere pan per focaccia a Lawal dopo le fatiche dell’andata. Lo spettacolo visto contro Brescia non c’è, dopo cinque minuti siamo ancora 7-6, con Bologna prova a sfruttare le fatiche al tiro veronesi andando sul 17-14 dopo tripla di Harris. Scintille per un duro fallo di Cutolo su Lawal lanciato a schiacciare, il primo quarto finisce in parità a quota 17.
Verona trova protagonisti insperati per l’allungo ad inizio secondo periodo, con punti anche da Bozzetto per issarsi sul 21-27. Biancoblu che vive e muore con Pecile, anche perché Cournooh non è decisamente in serata e trova solo qualche punto giocando con il fisico. Inizia ad entrare anche il tiro con Boscagin e Lauwers, si va all’intervallo su un 30-35 ma l’impressione di una Tezenis in controllo.
Salieri dà una grossa mano agli ospiti schierando un inspiegabile quintetto con Montano in marcatura su McConnell e Drenovac con licenza di forzare in attacco. Ricky ringrazia e inizia a colpire la difesa ospite da fuori, con una sua tripla che vale il 32-43 dopo tre minuti. Nemmeno il ritorno di Pecile ad armare la mano di Verri e Mosley cambia qualcosa, con Bologna che non sfrutta nemmeno il quarto fallo di Lawal perché Da Ros non lo fa rimpiangere a rimbalzo. Così quando sale in cattedra anche Westbrook la Tezenis può dilagare, fino al 44-63 che chiude il periodo.
Non è però finita qui, perché la Scaligera inizia a guardare troppo il cronometro e troppo poco il canestro avversario. Harris è disastroso in attacco ma è positivo nell’aggredire i portatori di palla gialloblu, che inanellano errori al tiro e palle perse. La rimonta non è imperiosa perché anche i padroni di casa combinano poco in attacco, si arriva però preso prima al 51-65 poi ad un parziale di 8-0 aperto da un tecnico a Boscagin che vale il 61-69. Verona fa di tutto per perderla tra rimesse sbagliate ed errori facili, fortunatamente è in vena di regali anche Cournooh che sbaglia praticamente da solo in contropiede del -4 a un minuto e mezzo dalla fine. Lo sfondamento di Harris su Lauwers è la parola fine, Verona espugna il Paladozza con il punteggio di 65-72.
BIANCOBLU BOLOGNA – TEZENIS VERONA 65-72 (17-17,13-18,14-28,21-9)
Sala Stampa
Ramagli
Vittoria molto importante, un’altra delle “finali” che ci aspettano, ancora più importante perché in trasferta. C’è stata una bella reazione emotiva all’infortunio di Chessa che abbiamo avuto per certo solo stamattina, lo abbiamo fatto eseguendo le cose a noi più congeniali in difesa e in attacco in alcuni momenti. Dalla difesa abbiamo trovato la solidità mentale per cercare e trovare alcuni canestri non facili. Trasferta positiva, soprattutto in reazione ad infortuni, assenze e mancanze che ormai sono quasi grottesche: non appena Chessa viene promosso in quintetto e ad un ruolo importante la sfortuna lo colpisce. Nonostante questo non abbiamo fatto un passo indietro, non ci siamo arresi, partita di grande spessore tecnico e caratteriale.
Mickey ha gestito bene, in alcuni momenti la partita la devi aggredire in altre la devi “aspettare”, noi abbiamo mantenuto sempre il pallino. Alla fine ha fatto comunque 20 punti, vero che 15 nel terzo quarto però la sua dal punto di vista della regia è una partita eccellente
La rimonta finale? Siamo in pochi, si tira il collo sempre agli stessi quindi qualcuno può pagare, soprattutto se indietro di condizione come Lauwers. La prima la giochi sulla freschezza, la seconda senti un elefante sulle spalle. Comunque non si può vincere sempre di 50, chiaro che se in trasferta hai sempre perso quando vedi gli avversari avvicinarsi inizi a guardare il tabellone sperando finisca in fretta. La continuità però deriva dalla stabilità, noi non ce l’abbiamo mai avuta come gruppo e come abitudini. Siamo sempre uno di meno, alla fine rimarrò io da solo che sono bravino a giocare ma non certo come loro.
Mi prendo una bella vittoria, di squadra, emotiva, io stasera sono contento.
Salieri
Verona ha fatto una partita di grande costanza, ha meritato, ha condotto sempre, ha tenuto in mano la partita fin dall’inizio. Non abbiamo avuto i nostri soliti ritmi, una nota positiva sono i buoni 20 minuti di Pecile che anzi ha fatto pure troppo, fattore importante per le partite prossime. Verona ha avuto una buona prestazione solita dei lunghi ma abbiamo tenuto botta, però siamo mancati nel ritmo e nell’intensità solita. Abbiamo fatto bene l’ultimo quarto ma è stata più una reazione nervosa, senza mai prendere la partita in mano come doveva essere. Abbiamo sbagliato cose semplici, fatto errori grossolani, la brillantezza di 20 giorni fa non l’abbiamo avuta oggi.
Comunque si è perso contro una signora squadra, che ha appena battuto Brescia di venti punti, non ho nessun problema a prendermi ogni responsabilità di fronte alle sconfitte. I ragazzi hanno dato tutti il loro contributo, abbiamo giocato una partita farraginosa. Abbiamo avuto un apporto da tutti ma c’è mancato il filo della partita, la continuità, la pulizia di gioco.
MVP: sembra aver svoltato la propria stagione Richard McConnell, alla seconda grande prestazione dopo quella contro Brescia. Stavolta lascia che la partita scorra e gli giunga tra le mani, uccidendola con un terzo quarto praticamente perfetto da 13 punti. Per il resto tanto sacrificio difensivo e tanta regia, anche quella che non emerge delle statistiche che dicono un solo assist a fronte di 20 punti con 6/13 dal campo.
Il peggiore: a parte i 6 disastrosi minuti di Montano, comunque non messo in condizione di rendere al meglio, in una partita che Bologna perde sugli esterni fa la differenza l’evanescenza di Ricky Harris. Per lui in 20 minuti un 3/11 dal campo con cinque errori da tre, e l’impressione di non incidere mai quando c’era bisogno di lui.
Lorenzo Peretti