Forse non tutti sono al corrente del fatto che il campionato di serie A israeliano è fermo da metà marzo.
I giocatori “locali” hanno infatti deciso di incrociare le braccia a tempo indeterminato e questo sciopero ha come obiettivo quello di ridurre drasticamente l’ utilizzo di giocatori stranieri da parte dei club.
Attualmente in Israele vige la stessa regola presente in Russia e Turchia , ossia l’ obbligo di presenza in campo di almeno due giocatori indigeni per tutta la durata dei match di campionato mentre a referto devono andare 6 israeliani e 6 stranieri, indipendentemente dalla loro nazionalità.
La protesta vuole far scendere la presenza straniera a 4 giocatori per i prossimi tre anni e poi a 3 dal 2016/17 mentre la BSL è disposta a scendere solo a 5.
Per il momento dunque palazzetti vuoti e niente basket ma questa situazione ci offre lo spunto per andare velocemente a dare un’occhiata a quali siano le regole che disciplinano il numero di giocatori stranieri nelle maggiori leghe europee.
In Eurolega, Adriatic League e VTB non ci sono restrizioni di alcun genere, i club sono liberi di aggiungere in roster i giocatori che vogliono fino a 24 ore dall’ inizio della TOP 16.
Quello dell’ Italia è modestamente il caso con più confusione e più escamotage: si può infatti utilizzare la regola del 5 + 5 (5 stranieri + 5 italiani) in un roster a 10 oppure con un roster a 12 la regola del 3+4+5 (ossia 3 non EU + 4 EU+ italiani).
In Grecia i club possono tesserare fino a 6 stranieri di cui la metà può non essere EU.
I club inoltre possono effettuare fino a tre tagli durante la prima parte della stagione ed altri due prima dell’ inizio dei playoff, esempio pratico quello dell’ Olympiacos che ha recentemente inserito l’ ex canturino Perkins al posto di Gecevicious.
Una volta però esauriti questi cambi non si può più intervenire, nemmeno in caso di infortuni e le squadre devono terminare la stagione con lo stesso numero di stranieri con cui hanno iniziato la seconda parte di campionato.
Caso a parte la Spagna : dall’estate 2011 si è allargato il concetto di giocatore “locale” includendo i giocatori cresciuti nelle squadre giovanili spagnole (devono aver giocato almeno 3 stagioni in Spagna prima dl raggiungimento dei 20 anni di età), o provenire da paesi associati alla Spagna.
Ogni squadra quindi può avere in roster 5 giocatori spagnoli o di “formazione spagnola” + 2 non EU + 5 EU.
Come detto in precedenza, in Russia (anche se per l’ ultimo anno poi si manterrà la regola dei 6 russi + 6 stranieri indipendentemente dal passaporto), e Turchia (6 stranieri consentiti ma 5 utilizzabili ed ammesso 1 naturalizzato), vige l’ obbligo di almeno 2 giocatori nazionali in campo come in Israele.
Limitazioni in Croazia dove di stranieri se ne possono tesserare 4 ma in campo ne può scendere solo uno per volta nella prima fase di campionato e due dopo che hanno raggiunto la competizione i club provenienti dalla Adriatic League.
Possibilità invece in Lituania di pagare una fee di 15.000 euro per aggiungere a referto un sesto straniero ma rispettando la regola che ne vuole solo 5 utilizzabili nel match.
Come abbiamo visto quindi è proprio il caso di dire ” aese che vai, usanza che trovi”, anche se forse in questo caso si è un pò esagerato.
Alessio Teresi