BOLOGNA – Come da copione Venezia passa a Bologna senza neanche la necessità di inserire le marce alte. Troppe le assenze della Oknoplast per essere competitiva (fuori Poeta, Moraschini, Smith, Hasbrouck, in panchina tutti Under 20 e Andjusic), troppa differenza di motivazioni tra le due compagini. Sotto le Due Torri si gioca per vincere il premio di valorizzazione italiani, in Laguna si gioca per i playoff. A Venezia interessa il risultato sul tabellone, a Bologna no. Va da sé che ci sia stato equilibrio per un po’ in campo, anche più del previsto (-5 Bologna al 30°), poi le rotazioni corte della Virtus e il maggior tasso tecnico di Venezia sono venuti fuori di prepotenza, aprendo in pochi minuti un margine che ha toccato anche i 20 punti. Tante note positive per gli uomini di Mazzon, che hanno perso quasi subito Diawara, bloccatosi in riscaldamento e in campo solo per 9’. Bene Zoroski, riemerso dopo mesi difficili, ottimo Young con la fiammata decisiva nell’ultimo quarto, partita solidissima di Bowers, efficace anche in difesa, e Hubalek che prosegue nel suo ottimo momento. Poco da dire in casa Virtus. Si volevano vedere i giovani all’opera e si sono visti. Su tutti Fontecchio, in doppia cifra con 11 punti, personalità e buoni minuti di difesa addirittura su Clark. Discreto Landi, senza infamia ne lode Imbrò, invisibile Gaddefors. Alla fine chi si è messo maggiormente in mostra è stata la coppia Gigli-Rocca, che però non poteva fare tutto da sola, considerato anche che Pullen non è stato quello dei 34 punti di sabato scorso a Pesaro, tutt’altro.
Si parte dopo la premiazione di Gigi Terrieri, storico speaker e team manager bianconero, arrivato a quota 1200 partite al microfono di quelle che sono state le case della V Nera negli ultimi decenni. Venezia è inizialmente molto contratta in attacco: parte 0/6 e, in generale, appare abbastanza molle. Bologna, dal canto suo, non può fare moltissimo e, lei pure, in quel poco non dà l’idea di crederci granchè. Hubalek prova a dare la sveglia ai suoi, ma Rocca e Gigli rispondono presente. Bechi fa ruotare i suoi giovani e allunga il pressing, cercando di sfruttare gambe fresche e voglia di mettersi in mostra. La Reyer soffre un po’ la mossa e così una tripla di Andjusic permette ai padroni di casa di chiudere avanti la prima frazione sul 17-16.
Il black out per i lagunari si prolunga anche nei primi minuti della seconda frazione. Landi segna i suoi primi due punti in serie A, Andjusic e Fontecchio la imbucano da tre e, mentre Clark e compagni sbattono contro le zone di Bechi, il vantaggio emiliano si dilata a 7 punti (25-18). Forbice che non si allarga solo per via di diversi errori dovuti soprattutto all’inesperienza dei ragazzotti bolognesi. Mazzon, così, va a riprendere per i capelli la partita, cercando di dare una sveglia ai suoi e pescando dalla panchina Zoroski che ribalta la gara. Il macedone si accende con una tripla ed è l’anima del ritorno in partita della Reyer che piazza un parziale di 17-2. 10 punti in 4’ dell’ex Montegranaro per ovviare alle palle perse che Clark e Bowers continuano ad accumulare contro il pressing, imitati, però, dall’altra parte da un Pullen in giornata no. L’attacco Virtus batte in testa paurosamente e così dopo 20’ il vantaggio per gli ospiti è di 7 lunghezze (33-40).
Venezia sembra voler spingere sull’acceleratore per chiudere la partita in anticipo. Zoroski continua a segnare, e anche Clark ha mira da dietro l’arco. +11 Reyer subito in avvio di ripresa. Ma, sia da una parte che dall’altra, i play americani non danno grande ordine alle proprie squadre: Clark fa buon bottino, ma scarseggia in cabina di regia, Pullen lo imita, senza i punti a referto. La partita diventa così un bel caos, in cui la Virtus riesce a non perdersi grazie all’ottimo apporto di Fontecchio, sia in attacco che in difesa sullo stesso Clark, nonostante il classico trattamento che gli arbitri italiani riservano a chi si sta affacciando per la prima volta al massimo campionato. Rocca con un 2+1 chiude il 9-0 di parziale che riporta l’Oknoplast al -2 (46-48), ma Rosselli in chiusura di quarto, e giusto prima di commettere il quinto fallo, segna quattro punti che tengono i suoi avanti di 5 (50-55).
Serve una scintilla per accendere la miccia dei lagunari e chi meglio dell’eterno Alvin Young può accenderla? L’ex Reggio Emilia apre con 8 punti consecutivi, fatti di canestri in penetrazione e dalla distanza e completa l’opera con un’altra tripla, questa volta dall’angolo: suoi 11 dei primi 13 punti Reyer e spallata vigorosa all’equilibrio della gara assestata. La Virtus vacilla come un pugile suonato. Imbrò e Landi danno una speranza vana contro la zona 3-2 di Mazzon con cinque punti filati, ma ormai l’esito della partita inizia ad essere scritto. Young e compagni ora giocano in scioltezza in attacco, mentre Bologna fa fatica anche solo a lanciare il pallone verso il ferro. Hubalek pasteggia grassamente sotto il canestro, mentre Bechi svuota la panchina e finisce la partita con un quintetto da squadra Juniores. Va da sé che il divario si allarga in maniera spropositata toccando anche il +20, decisamente ingeneroso per la Virtus, ma che in realtà rispecchia bene quelli che sono gli odierni valori in campo.
Oknoplast Bologna – Reyer Venezia 66-85
Parziali: 17-16; 16-24; 17-15; 16-30;
Progressione: 17-16; 33-40; 50-55; 66-85;
MVP: Premio alla coppia Zoroski – Young autori di due fiammate importanti. La prima, quella del macedone, per dare il primo allungo alla gara. La seconda, quella dell’americano, per chiuderla.
WVP: Invisibile, impalpabile, abulico. Ogni sinonimo può andare bene per descrivere la brutta prestazione di Viktor Gaddefors.
SALA STAMPA
Luca Bechi
Andrea Mazzon
Nicolò Fiumi