Pesaro – Non un bel modo di accomiatarsi dal pubblico di casa una sconfitta di 15 punti; i tifosi biancorossi hanno dimostrato però di non prendersela più di tanto, visti i convinti applausi finali, consci forse del fatto che la salvezza raggiunta con qualche giornata di anticipo ad un certo punto della stagione sembrava impresa disperata.
Sia Markovski che Pancotto avevano chiesto in settimana una prestazione convincente dai loro ragazzi per chiudere in bellezza la stagione, ma mentre il coach della Sidigas ha avuto una riposta soddisfacente dai suoi, il coach italo macedone ha dovuto fare i conti con un evidente appagamento ed un altrettanto evidente voglia di staccare la spina il prima possibile.
Troppi giocatori in partenza già con il biglietto per casa nei prossimi giorni, troppe menti rilassate dall’incipiente “sciogliete ai ranghi” e, in definitiva, troppe prestazioni sotto tono anche da parte di quegli italiani come Cavaliero e Crosariol che nelle ultime partite avevano sopperito egregiamente alla prematura partenza di un elemento come Kinsey.
Non che la Sidigas si presentasse in eccelse condizioni, viste l’assenza di 3 giocatori da quintetto base come Dean, Ivanov e Johnson, ma coach Pancotto ha potuto fare affidamento su un roster comunque più lungo che, al di là di un differente approccio alla partita, ha fatto valere una netta superiorità sotto i tabelloni e l’esperienza di giocatori come Lakovic, Hunter e Richardson.
Prima dell’apertura delle ostilità il pubblica di casa tributa una lunga standing ovation a Zare Markovski, l’artefice di una salvezza che ad un certo punto appariva quasi disperata; la cosa non può che far piacere al coach della Scavolini Banca Marche, ma forse ha il demerito di dissipare quel poco di motivazioni che avevano i biancorossi di casa.
In una sfida tra formazioni senza molto da chiedere al match, la Sidigas mostra infatti di avere il giusto atteggiamento mentre la Scavolini Banca Marche mette in mostra una difesa a dir poco rivedibile ed una sequela di palle perse che permette agli avellinesi di acquisire ben presto un vantaggio in doppia cifra.
Avellino prende il largo grazie ai .punti di Richardson ed alle triple di Dragovic (17 punti per i due alla fine del primo quarto), mentre i padroni di casa hanno qualcosa solo da Stipcevic, l’unico a mostrare un’attitudine adeguata al match.
Dopo avere subito 27 punti nel solo primo quarto le cose non cambiano molto al ritorno in campo; Mack ha già due falli e così coach Markovski deve ricorrere a quintetti bislacchi in cui si gioca spesso con quattro piccoli e Crosariol a fare da boa; è proprio il centro italiano a latitare più vistosamente, mentre mancano altrettanto evidentemente i punti di Cavaliero.
Gli unici ad avere una certa costanza offensiva sono Stipcevic e Barbour ed in effetti i due al termine del match avranno messo insieme 53 degli 80 punti complessivi dei biancorossi; dall’altra parte il ruolo di scorer viene preso da Hunter al posto di Richardson.
La squadra di Pancotto veleggia così costantemente sui 15 punti di vantaggio, viste le palesi difficoltà offensive della Scavolini Banca Marche; l’atmosfera si scalda solo, in maniera piuttosto inspiegabile, quando Pancotto chiama un time out a pochi secondi dalla fine per organizzare al meglio l’ultimo attacco, reo per il pubblico di casa di avere forse preso troppo seriamente una partta che invece per qualcuno altro non era che una scampagnata.
Si va comunque all’intervallo lungo sul 43-54, con un disavanzo quindi ancora non incolmabile, se non fosse che per quello visto in campo appare ben difficile che i giocatori di casa possano ridestarsi dal loro torpore.
Così sarà in effetti perché, al di là di qualche iniziativa estemporanea dei soliti Stipcevic e Barbour, la Sidigas mantiene sempre il pieno controllo sulla gara; in un paio di occasioni i padroni di casa toccano il minimo svantaggio sul -9, ma ad ogni velleità di recupero della Scavolini Banca Marche la Sidigas ha risposto con un accelerata dei vari Dragovic e Lakovic che non ha mai lasciato alcun dubbio su quale potesse essere il risultato finale.
Si finisce così con gli ospiti a vincere in carrozza, con i canestri anche dei giovani della panchina, e festeggiati anche dalla loro rumorosa rappresentanza di tifosi; anche il pubblico di casa decide però di tributare un caloroso applauso ai loro beniamini che, nel giro finale di campo, ricevono il giusto riconoscimento per gli sforzi compiuti per portare a casa più che dignitosamente una stagione alquanto difficile.
Scavolini Banca Marche Pesaro – Sidigas Avellino80-93
Parziali (15-27; 15-20; 24-19; 26-27 )
Progressione 15-17; 30-47; 54-66
Tabellini
Mvp: alla vigilia c’era molto timore per un eventuale strapotere fisico della Sidigas sotto i tabelloni; così è stato perché, nonostante le importanti assenze di Ivanov e Johnson, il talentuoso ed atipico Dragovic ha dominato a rimbalzo con 16 carambole complessive, ed ha perforato la retina con una certa continuità, come testimoniano i 18 punti finali
Wvp: dopo un’annata tutto sommato positiva ed un ultimo ottimo periodo di forma, Crosariol incappa in una di quelle giornate di completa assenza mentale che ne hanno sempre condizionato la carriera, proprio nel giorno in cui c’era bisogno di ottenere punti e consistenza da tutti gli elementi della squadra
Spogliatoi
Markovski: ringrazio comunque i giocatori per l’impegno profuso in questi mesi e per la loro alta professionalità mostrata quotidianamente. Non penso che oggi la brutta prestazione sia da addebitare ad uno scarso impegno ma, al contrario, ad un’eccessiva pressione fisica e mentale a cui ho sottoposto i ragazzi in settimana nella preparazione del match. Ad un certo punto ho voluto abbassare il quintetto un po’ per i falli, un po’ per contrastare i loro lunghi atipici ma soprattutto perchè i nostri quintetti “logici” non avevano portato da nessuna parte. Mi riempie di orgoglio essere stato sulla panchina che è stata di tanti illustri predecessori ed ovviamente non posso che essere orgoglioso degli applausi ricevuti da un pubblico che non puoi ingannare ma che, avendo constatato il duro lavoro che abbiamo fatto per venire fuori da una situazione quasi disperata, ha voluto premiare i nostri sforzi; ovviamente il merito va condiviso con l’intero staff societario.
Pancotto: abbiamo chiuso nel modo migliore un girone di ritorno che ci ha dato grandi soddisfazioni con 9 vittorie su 15 partite. Avevo chiesto ai miei giocatori una partita di personalità e di attenzione ai dettagli, viste anche le tre importanti assenze, e loro mi hanno ripagato al meglio: un grazie a tutti per il loro attaccamento. Non è stata la nostra pretesa superiorità fisica a farci vincere, anche perché in ogni caso nessuno dei nostri ha i centimetri di Crsoariol e Bryan, ma la nostra attenzione a non fare entrare in ritmo Pesaro e a non farle giocare quella partita di nerbo e grinta che spesso l’ha portata alla vittoria. Da questo punto di vista il nostro piano tattico è stato perfettamente eseguito.
Giulio Pasolini
2 Comments
Mancius
Arrivederci al prossimo anno giulione. Le tue cronache precise e puntuali, tecniche e ironiche ci mancheranno. E anche con quest’ultimo pezzo dimostri che come giornalista tu hai una grande statura