
Massimiliano Menetti, ottimo lavoro svolto ieri in Gara 1. Fotoinazione.it
Vi è mai capitato di andare a vedere un film al cinema che credete possa appassionarvi, di avere delle aspettative elevate di divertimento e d’intrattenimento e di uscirne poi delusi della visione ma al tempo stesso rammaricati, come se vi frullasse in testa la domanda: “Ok, lo sapevo che poteva andare così, allora perchè sono così deluso?”.
Ecco come interpretare la pessima prova in Gara 1 dell’ACEA Virtus Roma di ieri sera, ancora a caldo oserei dire considerando che tra meno di 32 ore si ritorna in campo. Una Roma imbrigliata forse dalla sua stessa voglia di fare, di dimostrare di essere la bella realtà del nostro basket ammirata per larghi tratti della stagione? Certamente così tanti errori, così tante occasioni buttate via per impossessarsi del match al cospetto di una Trenkwalder buona ma non ottima non si erano mai visti così assieme in quest’annata. Logico quindi pensare che Sua Maestà “Tensione da Playoffs” abbia attanagliato i ragazzi di casa apparsi quasi svagati, specie nella prima parte della gara, come se Reggio Emilia fosse sempre lì per caso e che tanto sarebbe stata matata una volta per tutta possesso dopo possesso, film appunto già visto in molte apparizioni al Pala Tiziano del team di Calvani durante il campionato. Giochi offensivi mai usati al 100% se non a sprazzi ed a cavallo tra terzo e quarto periodo; errori banali sul pick’n’roll centrale con possessi persi (ben 23 i possessi persi in tutta la partita, un abominio!), scarichi in contropiede con palla in tribuna oppure, se preferite, entrate a canestro ed appoggi al ferro sbagliati in modo anche sfortunato ma puntualmente sbagliati raccattando solo i tiri liberi (incredibile, in modo positivo il “bombardamento” dalla lunetta a proprio vantaggio per tutta la gara, 22/27, il vero fattore che ha tenuto a galla l’ACEA sino all’impatto del 35° sul 53-53).
Alla fine del primo tempo, sul 23-32, lo score ACEA recitava impietoso un complessivo 5/24 al tiro da far invidia alla scuola under 10 del mini basket, impossibile fare peggio nella seconda parte del match ma non è bastato perchè, considerando che ai Playoffs vi accedono solitamente le più meritevoli del campionato, la buona compagine emiliana lineare ed organizzata sino a quel momento ha smesso per un pò d’esserlo sotto la logica pressione capitolina e son saliti in cattedra i Donnell Taylor, i Bell ed i Cinciarini che han portato meritatamente il primo scalpo romano a casa.
Ma nonostante questa brutta ACEA e la malcelata e giustificatissima delusione palpabile sul viso di un Calvani in sala stampa, nulla è perduto perchè questa serie al meglio delle sette gare in 15 giorni potrebbe veramente giocare qualche brutto scherzo, e non solo ad ACEA e Trenkwalder ma ad ognuna delle 8 regine al Gran Ballo. Siamo quindi in un regno inesplorato in cui probabilmente anche i minimi dettagli potrebbero risultare determinanti. Ma aldilà di questo, Roma deve vincere Gara 2 a patto che inverta la rotta, e dovrà migliorare specificatamente in questi dettagli:
1. Chi gestirà il gioco dovrà far lavorare di più la difesa biancorossa a proprio agio nel momento in cui, una volta data ad esempio la sfera in post basso a Lawal o Czyz, riusciva perfettamente ad impedire od a sporcare il tentativo di uno contro uno dei romani con un facile raddoppio, inducendo così gli avversari alla perdita del possesso. Al momento non si conoscono le condizioni di Jordan Taylor colpito duramente al setto nasale a metà quarto finale ma si pensa dovrebbe comunque farcela con una maschera sul viso di protezione.
2. Aumentare la pressione difensiva. Un’ottima zone-press ha messo in difficoltà Cinciarini & Co. in più di una circostanza, bisognerà magari insistere sin dal primo minuto di gioco ed evitare, quanto sia possibile, i tiri dalla lunga a gente come Slanina, Filloy, Bell ed Antonutti che possono essere molto precisi se indisturbati, senza dimenticare Donnell Taylor, immarcabile quanto decide di assumersi le sue responsabilità. Infine, aumentare la pressione difensiva significa anche commettere qualche fallo di più e mandare in lunetta Reggio, davanti solo ai romani nella classifica della lunetta al 14° posto con il 71,4%.
3. Le due squadre sono abbastanza simili nei dati essenziali ma Roma ha più chili e centimetri di una Reggio apparsa un ottimo complesso di base in fase difensiva ma con evidenti lacune di panchina: alle spalle di un Greg Brunner, come sempre massiccio e difficile da superare ma da zero punti all’attivo e soli 5 rimbalzi presi, il solo Cervi non è bastato a consentire di fare la voce grossa a rimbalzo (4 per lui), unica voce in cui Roma ha avuto la meglio (40-26, addirittura). Perciò insistere nel gioco d’avvicinamento al ferro perchè è obiettivamente improbabile che anche sabato sera si tiri così male percentualmente. Ovviamente sempre ammesso che Lawal recuperi dalla storta alla caviglia accusata contro Jeremic al tiro.
Reggio Emilia al momento è in netto vantaggio, e non solo sul computo delle gare. L’impianto di gioco e di gerarchie costruito da Menetti è assolutamente affidabile, del resto se considerassimo il solo girone di ritorno, i biancorossi avrebbero chiuso al secondo posto alle spalle della rivelazione Avellino, indice di un ruolino di marcia impressionante da fine gennaio in poi. Ma, si potrebbe obiettare, che in Gara 1 abbia sofferto anche troppo considerando l’eufemistica “scarsa vena” degli avversari senza chiudere con decisione l’incontro prima del pareggio griffato Datome a 5 minuti dalla fine e se D’Ercole non si fosse beccato un tecnico, probabilmente oggi scriveremmo di un risultato globale a favore di Roma, in quel mentre in totale trance agonistica. Reggio ha comunque poco da perdere e non dimentichiamo che nel suo roster ci sono giocatori avvezzi a questi climi ben più di quelli che può annoverare Roma tra le proprie fila.
Sarà una gara di scacchi ma anche di nervi, ora è Calvani che deve muovere per primo e gioca per restare nella serie, perdere sarebbe quasi un autocondanna anticipata.
Si gioca: Pala Tiziano in Roma, sabato 11 maggio ore 20:30
Arbitri: Taurino, Weidmann e Sardella
Fabrizio Noto/FRED