Siena domina gara 7 a Milano e vince con enorme merito una partita che mette in chiaro ancor di più cosa voglia dire avere attributi e forza mentale, prima che talento. La pochezza della stagione milanese emerge inesorabile nel momento che conta maggiormente. E ora diamo il via a una nuova rivoluzione per cercare nuovi talenti mal assoriti, peggio gestiti e vergognosamente allenati.
C’è, evidentemente, una squadra con il fuoco negli occhi dal primo minuto e ha la maglia biancoverde, infatti tre triple di Kangur, Hackett e Ress regalano il 9-1 iniziale. Moss ne aggiunge quattro in fila, di cui due in rubata su Green sotto il canestro avversario, e Scariolo è costretto al timeout sul 13-4. Cinque punti di Bourousis restituiscono ossigeno ai biancorossi, ma è ancora Moss con una bomba (5-10 di squadra nel primo quarto) a siglare il 20-11.
Milano in dodici minuti perde la bellezza di otto palloni, ma Siena non riesce a capitalizzare per la fuga e, il 2+1 di Gentile, riporta le due squadre ad un solo possesso di distanza. La risposta arriva da sei punti firmati Sanikidze e Brown, ma ancora Milano riesce, in qualche modo, a ritornare in scia. Hackett e la bomba di Carraretto regalano la doppia cifra di vantaggio a Siena, ma due bombe di Hairston e Fotsis ricuciono l’ennesimo strappo. Alla pausa il 42-44 sta strettissimo agli ospiti che avrebbero dovuto capitalizzare maggiormente sul loro migliore approccio mentale.
Mensah-Bonsu fa 0-3 dalla lunetta, mentre dall’altra parte Siena non sbaglia praticamente nulla con Brown e Ress e, sul 44-52, Scariolo è obbligato a fermare il match. La sosta non sortisce alcun effetto e Milano segna tre punti in cinque minuti, guardando Brown imperversare, prima che arrivi il “Sanikidze-moment”, che chiude il quarto con sette punti di pura intensità, regalando il +11 a Siena all’ultima pausa.
Il lungo senese prosegue sulla falsa riga del finale di terzo quarto e inchioda prima una schiacciata volante, poi una in contropiede per il +15. Scariolo prova a fermare la partita, ma ormai i buoi sono scappati dalla stalla, con Langford a sparacchiare a salve e Siena a dimostrare per l’ennesima volta che per vincere non serve essere bravi sulla carta.
Bremer è l’unico a produrre qualcosa nel secondo tempo e a provarci fino in fondo, ma nella radura caratteriale di Milano è impossibile trovare un alleato.
Siena vola a incontrare Varese, aggiudicandosi la gara decisiva con il risultato di 90-80
EA7 Emporio Armani Milano- Montepaschi Siena 80-90 (17-22, 25-22, 15-24, 23-22)
MVP: Daniel Hackett. Partita monumentale, come sempre quando conta di più. Gli attributi che ha messo in mostra in questa partita sono, da soli, maggiori di quelli di tutta Milano. Ah quasi dimenticavo: 25 punti, 9 falli subiti e 6 assists.
LVP: Sergio Scariolo. Un’annata vergognosa, culminata con una sconfitta che conferma, ancora una volta, come il coach non ci abbia capito praticamente nulla dall’inizio alla fine.
Le parole dei coaches:
Luca Banchi: è una grande vittoria in una partita giocata con continuità e lucidità per tutti i 40 minuti, nonostante gli spunti e i guizzi individuali degli avversari. Abbiamo cercato di contenere negli spazi le iniziative dei loro realizzatori. La mia squadra è stata concentrata e decisa, arrivando a conseguire una vittoria chiara e limpida che può darci morale verso la nuova serie che ci aspetta.
Quel momento difficile che abbiamo attraversato nella seconda parte di stagione, ci ha un po’ penalizzato, ma, dopo i playoffs mancati di eurolega, ci siamo un po’ rigenerati in quattro settimane di lavoro duro in palestra per ricostruire la nostra identità, che altrimenti avremmo fatto fatica ad avere ora.
Ero un po’ frustrato perché non vedevo il frutto del nostro lavoro, ma in questa serie siamo stati ripagati, giocando cinque partite (quattro vittorie e gara 2 ndr) di ottimo livello. Le distanze tra noi e Milano sembravano esserci, ma noi siam stati bravi a colmarle, quindi siamo molto soddisfatti per questa vittoria, che è il frutto del nostro lavoro e della nostra perseveranza.
Sergio Scariolo: Ci congratuliamo con i nostri avversari, perché è stata una serie equilibrata dove, fino a ieri, abbiamo dato l’impressione di poter vincere noi, mentre oggi hanno mostrato di meritare loro il passaggio del turno. Ci abbiamo provato, abbiamo subito tanti canestri nel finale d’azione e la loro difesa fisica sul perimetro. Non siamo riusciti ad adattarci e a penetrare la prima linea, poi Hackett ha giocato una partita straordinaria con carattere, intensità ed efficacia.
Faccio fatica a riconoscere che non abbiamo centrato gli obiettivi che ci eravamo preposti, poiché siamo nati con un peccato originale nella scarsa solidità difensiva. Questo aspetto fa la differenza a questi livelli, e, sebbene siamo migliorati durante l’anno, non abbiamo mai raggiunto un livello di durezza sufficiente per poter vincere.
Ci metto la faccia e mi prendo tutte le responsabilità che mi competono, perché questo è il ruolo dell’allenatore e lo accetto in pieno; spero che tutti i componenti della nostra famiglia, facciano altrettanto.
Simone Mazzola