
Il Cardinale, grande protagonista in Gara 4
Roma, 1 giugno 2013 – “L’è tutto sbagliato….L’è tutto da rifare…”, era la frase storica del grande Gino Bartali, indimenticato campione del ciclismo del dopoguerra allorquando Ginone, come era chiamato amichevolmente, doveva dare un parere su questa o quella gara ciclistica, su questo o quel dettaglio da commentare.
Si riparte quindi da Gara 5 al Pala Tiziano sul 2-2 ma non è vero che sia tutto sbagliato o tutto da rifare, semmai la parità, l’ennesima parità dopo 4 gare in questi Playoff scudetto 2013 tra Roma e Cantù è la prova certificata che esiste un equilibrio tra le due squadre che con porta con se maggiore interesse, appassiona di più e che fa certamente bene al basket anche in un ottica più globale: solo Varese ha battuto Venezia per 4-1, le altre gare son tutte andate a Gara 7 e stasera Varese potrebbe impattare a Siena la serie e scrivere a referto un altro 2-2. Ma tralasciando l’equilibrio in generale di questi Playoffs e parlando di questo, specifico equilibrio tra Lenovo ed ACEA, le due armate hanno a questo punto situazioni e soprattutto umori completamente diversi.
Cantù tira un sospirone di sollievo. Reduce da ben 4 sconfitte totali su 4 incontri nel 2013 contro l’ACEA tra campionato, Coppa Italia e Playoff, ripartire domani sul punteggio di 2-2 è ossigeno allo stato puro. Nonostante il punteggio di Gara 4 sia stato identico a quello di Gara 3 (81-72 anche ieri sera), l’andamento del match in chiave biancoblu è stata diversa, non dissimile da Gara 3 ma diversa in termini ancora più positivi per i ragazzi di Trinchieri. Innanzitutto controllo quasi totale dell’inerzia della gara sia nel punteggio che nell’energia espressa in campo, sfruttando in dosi massicce la difesa ad uomo che ha procurato ancora più grattacapi all’attacco romano e, contemporaneamente, un gioco offensivo lucido, pulito, senza fronzoli e con Il Cardinale autentico mattatore nel centrare il canestro avversario nei momenti più importanti partendo dalla panca.

Datome vs Brooks
Ma le note liete non si fermano quì per la Lenovo. Buonissimo l’apporto in fase di realizzazione anche da parte di un Jeff Brooks che questa volta non si è solo limitato a contenere l’MVP del campionato, al secolo Gigi Datome, ma ha portato il fieno in cascina con una spiccata autorevolezza anche palla in mano: non sono tanti 10 punti ma sono stati 10 punti di peso specifico enorme. Eppoi la possibilità da parte di Trinchieri di far rifiatare Joe Ragland regalando minuti e campo ad un positivo Jonathan Tabu, ben diciassette minuti giocati e 7 punti in carniere (forse l’ottimo coach milanese ha letto le mie annotazioni dei giorni scorsi !?!?!?).
Ma, scherzi a parte, sorride Cantù anche per il solito Pietro Aradori, un meno devastante ma sempre presente Alex Tyus ed un silente Marteen Leunen in attacco ma presentissimo nello sbattersi in difesa e dedicatosi di più a creare blocchi per consentire tiri puliti dei suoi o nel prendere un rimbalzo in più. Meglio anche il contestatissimo Marco Cusin, non a livelli celestiali ma meglio e benino anche Il Mancio e quel Marko Scekic che sembra aver superato completamente gli errori fatali di Gara 2. Una squadra viva, atleticamente a posto ma che fa storcere ancora per qualche crepa mentale di troppo.
Già, anche in Gara 4 l’ACEA è stata ad un passo dal riprendere la gara, virtualmente “andata” all’intervallo lungo sul 43-28 e questo non va bene, una gara controllata e dominata molto di più di quanto dica il punteggio finale, deve chiudersi molto tempo prima del 40′. Ci sono anche i meriti di Roma nel crederci, nel non abbassare mai la guardia e nel non volersi mai dare per vinti ma queste gare devono essere gestite meglio, del resto i critici più aspri nei confronti di Cantù potrebbero evidenziare che la Lenovo, nella globalità dei 165 minuti giocati sinora, è stata avanti nel punteggio nel quasi 85% del tempo, più chiaro di così. Però i cavalli vincenti si vedono al palo, quindi è una rilevazione statistica come un’altra che certamente trasmette ancora più fiducia ad una Cantù che dovrà domani sera compiere l’impresa perchè si prevede un clima caldissimo, di un pubblico romano da sold out che sospingerà i propri beniamini alla vittoria.
Un dato è comunque certo: se Roma partirà anche in Gara 5 in affanno, come spesso accaduto in questa serie tolta Gara 2 in cui il primo periodo s’era trascinato sul 16-16 all’8° prima dell’allungo canturino, le cose potrebbero complicarsi maledettamente contro questa Lenovo rinfrancata nel morale e nello spirito. Un’ACEA apparsa un pò più presente all’avvio in Gara 4 ma penalizzata dai troppi errori al tiro al 20′, non si può pretendere di non pagare dazio se si termina la prima parte del match con soli 28 punti all’attivo. E non si pensi ad un problema fisico perchè nel terzo e quarto periodo, come sempre in questa serie, la Virtus è riuscita a mettere a segno cifre più buone od almeno normali per giocarsi una semifinale scudetto.

Lorant vs Leunen
Un problema mentale quindi, di come approcciare o di come interpretare l’umore che si percepisce al Pianella per sconfiggere questa Lenovo, forte ma non imbattibile ed è comunque strano che accada per una squadra che, inutile forse ribadirlo, durante tutta la stagione s’è fatta sempre rispettare in trasferta. Certo, gli acciacchi dei romani sono un dato incontrovertibile, altrimenti come giustificare un Gigi Datome da soli 4 punti e 0/2 dalla lunetta, che rifiuta addirittura di tirare i liberi del primo tecnico fischiato a Scekic lasciandoli all’ottimo Phil Goss, uno dei pochi a tenere a galla la nave virtussina sia ieri che in Gara 3? Gli acciacchi non spiegano poi il totale delle valutazioni dei giocatori romani, così negativi da sembrare le minime al nord in pieno inverno: D’Ercole -2 , Datome -1 , Bailey -1, Lorant 1 e Taylor -2, senza dimenticare il 3 di Czyz. Occorre cambiare registro, indispensabilmente se si desidera regalare una finale ad una città e ad una tifoseria che sogna ad occhi e che gremirà ancora di più il piccolo Pala Tiziano.
Facile dire come, più difficile credere che verrà attuato: non far scappare più avanti Cantù, metterle pressione su ogni possesso ed allargare possibilmente il campo da gioco a difesa schierata per facilitare blocchi e penetrazioni ed infine correre. L’unico dato positivo per Roma a fine gara erano i rimbalzi catturati, anche se di poco rispetto a Cantù ma un segnale importante per riprendere a correre, quello che riesce meglio alla Virtus in difficoltà nel trovare tiri aperti o puliti.
Per chiudere, ecco la parole di Marco Calvani a presentare questa delicata Gara 5:
Ripartiamo da capo, a Cantù vanno i complimenti per aver rimontato la serie dal 2-0 al 2-2. Adesso ci aspettano altre tre partite, tra le quali gara 5 diventa fondamentale per la prosecuzione della serie. Riazzeriamo tutto quanto, domani mi aspetto l’ambiente giusto per sostenere la squadra, il Palazzetto è già sold out e mi aspetto che il pubblico ci spinga come ha fatto oggi il Pianella con Cantù.
Arbitri: Cerebuch, Taurino e Weidmann
Si gioca: Pala Tiziano in Roma, domenica 2 giugno ore 20:00, diretta RAISPORT DUE
Fabrizio Noto/FRED