I Love This Game
Tutte le grandi storie iniziano con il “c’era una volta” sono fatte di sacrificio, traversie, eroi e principesse, che possono trovare fortune o sfortune sul loro cammino verso la meta. Ci sono tanti sport che raccontano storie, forse anche belle da sentire o vedere sul grande schermo, ma per chi, come me, ama il profumo del cuoio, lo squittire delle scarpe sul parquet, le ginocchia sbucciate, le caviglie girate, e i polsi spezzati prima del “ciaf” perfetto, le cose sono differenti. Il basket è uno sport dove non serve essere perfetti, perchè non avresti la certezza di aver fatto risultato, dove la differenza tra vincere e perdere è fatta di piccoli, impercettibili dettagli, di un secondo prima o un secondo dopo, di palle già entrate sputate dal ferro e di conclusioni rocambolesche che gli dei del basket mandano dentro. Il basket è allenamento, talento, gioia di vivere, passione che ti sgorga dentro e che ti spinge ogni giorno a superare i tuoi limiti. Di solito giochi un campionato pensando ai playoff, a quel surplus che dovrai dare. Quando però sei spalle al muro in quelli che chiamano match da “winorgohome” le cose mutano inesorabilmente. Se ci aggiungiamo che non ci troveremo di fronte a campioni navigato da anni di professionismo, ma che vedremo all’opera alcune fra le più promettenti promesse del basket femminile italiano, le cose si fanno di sicuro ancor più interessanti. Ed è proprio di queste emozioni, di questa passione che sgorga vivida, sempiterna e purissima nel cuore, che ci apprestiamo a parlare. Lo scenario sarà quello della provincia Abruzzese di Teramo, precisamente nei comuni di Mosciano Sant’Angelo e Giulianova, che dal 10 Giugno prossimo vedranno sfidarsi sui propri parquet le migliori 16 formazioni under 17 femminili in quello che si preannuncia un torneo agguerrito e in cui a vivere sarà il basket vero. Sesto S.Giovanni, Brindisi, Venaria, Athena Roma, Parma, Savona, S.Giovanni Valdarno, Reyer Venezia, C.S.Pietro, Anagni, Schio, Fortitudo Rosa Bologna, Padova, Ginnastica Triestina, Torino e Biassono, queste le partenti, in lizza per giocarsi in tre giorni gli 8 pass per i quarti che poi saranno a eliminazione diretta. Prima però di addentrarci nella parte tecnica, che lasceremo alle giornate antecedenti la manifestazione, abbiamo curiosato in giro tra alcune delle giocatrici che fra qualche giorno saranno protagoniste sul parquet… L’obiettivo non era quello di scoprire qualcosa sulle squadre o magari di fare pronostici, ma di far vivere a tutti gli appassionati, le emozioni, le amicizie, le rivalità, le nottate brave in albergo e tutto quello che normalmente non finisce nei recap delle partite. Perchè i talenti li conosciamo tutti, ma cosa c’è dietro quella maglia con un numero e quelle bellissime trame di gioco che vediamo sul campo? Da dove nasce la passione per questo sport? Come ci si prepara fisicamente e mentalmente ad una competizione in cui lo stress e l’ansia del “non domani” la fanno da padrone?
Le prime, e più spontanee, a darci il proprio contributo, sono state Nicoletta Baima, giocatrice del Venaria, e Marzia Tagliamento, che milita nella Futura Brindisi e vanta presenze di spessore anche nelle nazionali giovanili. L’impatto come si può immaginare è imbarazzante, anche perchè non sono le solite domande a cui si è sottoposti. Tra imbarazzi e sorrisi, però, col passare del tempo, con in una gara, l’adrenalina sale e ogni remora svanisce e, proprio come il lento e incessante palleggio, la palla e le parole iniziano a scorrere rapide…
Il rapporto col basket di Nicoletta Baima è una storia d’amore che nasce molto presto. “Ho iniziato a giocare quando ero in seconda elementare, grazie a mio padre. Ed è subito nata la passione per questo sport”. Un sentimento che poi col tempo è sbocciato appieno e ha iniziato a dare i suoi frutti, anche a suon di sacrifici. “E’ la passione che porta a spingerti sempre più a fondo e a farti andare avanti. Così, giorno dopo giorno, allenarsi sempre più duramente e ripetutamente non diventa mai un peso, anzi… Diventa motivo di realizzazione per la propria soddisfazione, per quella di tutte le compagne e dello staff che ti segue”. Lo sguardo e il raggio delle parole della cestista piemontese si allarga e il discorso si sposta su Venaria, una squadra importante nel panorama cestistico giovanile, sempre protagonista su questi campi: “Per la mia squadra è la terza volta che ci troviamo a questa manifestazione, abbiamo superato soltanto una volta il primo turno, nulla di eccezionale quindi, ma puntiamo a migliorarci, sempre”. Il discorso si fa interessante e l’attenzione vira su quello che la competizione regala, giorno dopo giorno, con le sue partite simili a finali senza appello, in cui devi sempre e comunque dare il massimo. “Giochiamo con tanta serenità. La nostra squadra non è una delle favorite, ma di certo ci batteremo fino alla fine per provare a toglierci qualche soddisfazione, cercando di dare tutto per non avere rimpianti”. E poi? Si vince o si perde, ma quando si spengono i riflettori, per ricaricare le batterie o riprendersi, cosa accade? “Per la mia esperienza, dopo le partite, c’è sempre la possibilità di andare in spiaggia o alle terme (come a Bormio), mettersi a inventare nuovi balletti o farsi scherzi tra compagne. Siamo un gruppo a cui non piace avere pressione, così come alla società, ma non c’è solo il divertimento. Si torna a regime con qualche riunione pre partita, qualche video e poi si passa alla partita successiva e il ciclo si riapre”…
Ancor più viscerale, forse anche per la sua forte componente pugliese, Marzia Tagliamento tratta con grande sentimento l’argomento, con il sorriso e la voglia di chi su quel campo sa incantare la platea ma al tempo stesso divertirsi alla grande. “La mia passione per il basket è di data assai vicina alla mia nascita. Mia madre, due mesi dopo il parto, riprendeva a giocare e io ero già nel passeggino a seguirla. Avevo nel sangue la passione per questo porto fin dai primi istanti di vita. Ho iniziato poi a giocare nella mia società: Minibasket, Giovanili, con i vari tornei, le vittorie e le sconfitte…E la passione e’ cresciuta sempre di più, fino ad arrivare a oggi che non posso fare più a meno di questo sport”. Allenamento, preparazione e forza di volontà sono doti imprescindibili di una campionessa che ci parla della sua routine: “Ogni settimana, ogni giorno, circa di due ore di allenamento, sempre duri, sempre fatti di grande lavoro: certo, comporta dei sacrifici, ma lo faccio con entusiasmo perchè amo questo sport e cerco di migliorarmi ogni giorno di più”. Anche lei non è una rookie, perchè alla terza volta a questa manifestazione, ci racconta il suo presente, passato e le sue aspettative… “Guardando al passato, al di là dei risultati, mi porto dentro tante emozioni e risate sia con le compagne di squadra che con le nuove amiche delle squadre avversarie conosciute. Siamo alla terza finale e ora, guardando a quest’anno, mi aspetto che la mia squadra possa sentirsi ancora più unita a livello di gruppo. Vogliamo divertirci e condividere bei momenti dentro e fuori dal campo; inoltre, scontrarsi contro compagini che sono probabilmente più forti di noi sarà lo sprone per provare a superare i nostri limiti e a capire dove migliorarsi”. Parole sincere, di un’atleta che sul campo non molla mai e con classe, talento e una grande faccia tosta, riesce sempre a portare un gran contributo alle sue. “Giocare con ansia e paura di perdere, non produce risultati: bisogna scendere ogni giorno, ogni volta, sul campo con la consapevolezza della possibilità del non ritorno, pronte a dare tutto, come se fosse l’ultima”. Poi sarà il campo a parlare… “Quando si spengono le luci del palazzetto, se c’è una sconfitta, sorge sempre un po’ di rammarico. Se perdi però contro una squadra più forte, dopo aver dato tutto, il rammarico svanisce pian piano e si inizia a pensare alla partita successiva. Se vinci, invece, i festeggiamenti sono d’obbligo, ma c’è sempre la testa e la concentrazione perchè una nuova partita è dietro l’angolo”.
E con questa ultima perla, che quasi sembra ricordarci il famoso auspicio dell’oracolo di Delfi, si conclude la prima puntata del nostro cammino verso le prossime finali nazionali under 17 femminili, aspettando nuove testimonianze che possano riconciliarci con il basket puro, sincero e fatto di piccoli grandi miracoli sportivi…
Domenico Landolfo