
Taylor vs Leunen
Roma, 5 giugno 2013 – Ebbene è successo. Quello in cui pochi credevano dopo domenica sera in Gara 5 al Pala Tiziano si è palesato al quarto suono della sirena in quel di Cucciago e si va domani a Gara 7 tra Roma e Cantù, sempre nell’antico e glorioso impianto capitolino messo in piedi per le Olimpiadi del 1960.
Ed ora, come accade puntualmente in questa serie ed in generale con i Playoffs al meglio delle sette sfide, chi potrebbe essere in vantaggio potenziale nonostante si sia sul 3-3? Oppure chi dovrebbe soffrire da pronostico questa nuova situazione? Inutile scrivere che avendo la Virtus Roma il fattore campo dalla sua con un Pala Tiziano che si pre-annuncia di nuovo al limite della capienza, in teoria avrebbe un punto percentuale a proprio favore ma con quale coraggio si può affermare che Cantù possa essere sconfitta?
Partiamo da alcuni dati oggettivi, due in particolar modo e cioè la compattezza mentale di Roma e la solidità tecnico-organizzativa della squadra avversaria.
Avevo già anticipato, nella presentazione di Gara 6 in lombardia, che le chances di vittoria per Roma non fossero elevate ma che che comunque ci fossero. Nelle cinque gare della serie infatti l’andamento di esse è stato spesso simile: Roma in difficoltà o comunque sempre costretta a rincorre una Lenovo molto più “presente”, più pronta a sfruttare sin dalla palla a due, con saggio cinismo, le opportunità che la Virtus offriva, a volte anche a piene mani. E martedì sera in Gara 6 al Pianella il film si è ripetuto ma questa volta, come in Gara 1 e 2, Roma ha mostrato molta più grinta, più voglia, più determinazione mostrando anche una faccia più “cattiva”, più convinta delle 3 sfide perse di seguito, come anche un’energia quasi insolita considerando la tredicesima gara in un mese.
Non sto parlando di energie fisiche ma di quelle mentali, la grande forza di questo incredibile gruppo generato, plasmato e gestito da Marco Calvani quasi a sua immaggine e somiglianza. Nel corso della stagione e del campionato infatti, la Virtus Roma non ha mai espresso un basket tendente a schiantare gli avversari, a tenere costante il piede sull’accelleratore sino a schiacciarlo ed a scappar via se non in rare circostanze ma ha fatto esattamente il contrario: sempre lì, a far l’elastico nel punteggio, molte volte a rincorrere la squadra avversaria salvo poi spuntarla, sistematicamente e spesso in trasferta con tenacia, convizione e tanta, tanta grinta. Pertanto, conoscendo il DNA di questo roster si sarebbe potuto prevedere una prova d’orgoglio, esattamente come in Gara 4 a Reggio Emilia quando l’ACEA si trovava 1-2 nella serie e vinse contro pronostico.
La grinta, la convinzione….A giudicare quanto visto ieri sera, la Lenovo ha avuto il braccino corto, clamorosamente. La semi-perfetta macchina da basket che aveva annichilito l’ACEA 48 ore prima ed il proprio pubblico dopo le due cavalcate vittoriose al Pianella, in Gara 6 si è sgonfiata come un sufflè tolto prematuramente dal forno come in Gara 1 e 2. Poche le attenuanti per la Banda Trinchieri, superata alla fine nel punteggio ma, paradossalmente non nelle cifre generali: miglior percentuale da tre, da due, miglior valutazione effettiva contro la percentuale ai liberi ed ai rimbalzi….Superiore in quasi tutto la Lenovo ma non nell’intensità, nel dinamismo, nella voglia e nella lucidità. Lenovo sconfitta quindi nonostante l’ACEA avesse sciorinato anche un discreto campionario di scelleratezze in particolar modo in attacco, con una sfilza di canestri sbagliati per un niente ed alcune palle perse da campionato amatoriale. Lenovo quindi incapace di sferrare il colpo decisivo ed alla fine intrappolata nelle sue incertezze in un incredibile “toboga” da Luna Park di emozioni. Dipende anche da questa formula delle 13 gare già disputate in un mese, sicuramente il campionato italiano non ha più un livello qualitativo elevato rispetto a sette, otto anni fa ma bisogna ammettere che questa formula dei Playoff al meglio delle 7 gare sta riscuotendo un successo incredibile e, soprattutto, sta stravolgendo la normalità di una liturgia tecnico-tattico alla quale non eravamo idealmente preparati nel Belpaese.
Ma le qualità del roster di Trinchieri, ed eccoci al secondo punto, e la conformazione della struttura di gioco c’è, esiste e potrebbe rimettersi in moto a patto di mantenere calma e sangue freddo, è la certezza che non deve dissolvere Cantù per battere l’ACEA. Certo che a fine partita, stessa aria di sconfitta respirata e vista al Pala Tiziano con il popolo del Pianella quasi incredulo di quanto accaduto. Probabilmente la perentorietà della vittoria in Gara 5 ha giocato un brutto scherzo ai padroni di casa, convinti di avere già il piede in finale come ammesso, non apertamente a dire il vero, anche dallo stesso Trinchieri a fine gara. Però come sempre Gara 7 sarà un’altra gara, l’ultima, quella che sancirà chi dovrà provare a cucirsi sul petto lo scudetto contro la vincente di Varese-Siena.
Cosa potrebbe accadere allora? Ritenere o ripetere da parte di Roma la considerazione per la quale Cantù abbia già un piede nella fossa sarebbe un grave errore, la squadra di Trinchieri non è certamente nuova a giocarsi in trasferta il passaggio del turno, Sassari ne sa qualcosa ma questa Roma è decisamente un’altra pasta, non migliore ma diversa rispetto alla Dinamo. Gara 7 in Sardegna è stata quasi un tiro a segno, cioè a chi faceva un canestro di più rispetto all’avversario e quando si sfidano giocatori come Aradori, Mazzarino, Leunen a chi ne fa di più, il rischio è di perdere come accaduto alla Dinamo. L’ACEA questo lo sa perciò proverà a tenere i ritmi non esattamente elevatissimi soprattutto perchè, come anche visto in Gara 6, in queste serie quando corre Roma vede il limite tra palla persa e messa a frutto molto labile.
Cantù dovrà invece avere di più da Ragland, sceso nel numero dei punti messi a segno e più intento a far giocare nelle tre gare vinte i compagni ma si è avuta la sensazione che la Virtus abbia anche capito come limitarlo nelle sue scorribande a canestro. Perciò l’ex-play del Murcia avrà un bel da fare per uscire dalla trappola che Taylor, D’Ercole e Bailey metteranno in piedi per lui. E ci vorrà un Tyus più brillante perchè Lawal sta veramente dando filo da torcere a lui ed a Scekic, essendo Cusin non pervenuto.
Roma s’aggrappa ad un grande Goss, una media di 17 p.ti in questa serie ed a Bobby “Crazy Horse” Jones che sta decisamente spostando l’asse della sua valutazione globale verso una più che apprezzabile sufficienza. Ma anche Taylor sembra essersi maggiormente calato nell’ambiente della serie come uno stoico ed intelligente Datome, in grado di capire di essere maggiormente utile alla squadra aiutando, difendendo duro su Brooks (un pò smarritosi l’ala canturina), e non alla ricerca della tripla a tutti i costi, gesto atletico che non gli riesce bene a causa della caviglia ancora fuori uso.
Infine, capitolo “pressione”. Potrò sbagliarmi ma questa volta è tutta su Cantù. L’aver perso il match-ball in casa potrebbe essere un colpo mortale per un team dai nervi un pò fragili mentre Roma può anche permettersi di perdere perchè aspettarsi, a mio avviso, più di quanto ha fatto e sta facendo, non lo avrebbe sospettato nessuno.
Domani, a tarda notte (congratulazioni intanto a chi si occupa di gestire gli eventi sportivi a Roma con annesse le problematiche del traffico nella zona Stadio Olimpico, un senso del reale vicino allo zero periodico con il Golden Gala d’atletica previsto proprio domani sera), sapremo chi passerà tra le due sfidanti, ne resterà solo una ma comunque sia sarà sempre un grande spettacolo di sport.
Queste infine le parole di coach Calvani in vista di Gara 7:
“Sentivamo l’obbligo di tornare a Roma dopo la sconfitta di gara 5. In quell’occasione, con la partita ormai compromessa ad un minuto dalla fine, vedere il nostro pubblico incitarci e applaudirci è stata una manifestazione di apprezzamento e affetto che volevamo ricambiare. La vittoria di gara 6 a Cantù è stata fortemente voluta da una squadra che ha limitato al minimo gli errori. Gara 7 non deve essere la partita del commiato ma la prima sfida di un’altra pagina che deve essere ancora scritta, per questo sappiamo che i nostri tifosi ci daranno ancora più sostegno di quanto fatto e visto durante tutto il campionato.”
Arbitri: Cicoria, Mattioli e Aronne
Si gioca: Pala Tiziano, 6 giugno ore 21:10 .
Fabrizio Noto/FRED