
Francesco Carotti, Team Manager e Responsabile Ufficio Stampa
Roma, 22 giugno 2013 – E’ stato dato ieri l’annuncio ufficiale da parte di Nicola Alberani, General Manager della Virtus Roma, della rinuncia da parte del team vice-campione d’Italia a disputare nella prossima stagione l’Euroleague con la possibilità però di poter richiedere una wild card per l’Eurocup, richiesta che molto presumibilmente verrà accolta. E come sempre capita, inevitabilmente si sono scatenate le ovvie reazioni a questo annuncio con commenti più o meno condivisibili.
Personalmente mi sento molto vicino al pensiero di molti tifosi delusi da questa decisione ma, seppur con profonda amarezza, se questo è indispensabile per far sopravvivere Roma nel basket che conta (alla luce delle grosse difficoltà in tutto il Paese nell’iscrivere le squadre ai prossimi campionati), non si può che ammettere che il sacrificio si debba fare sempre che, nel prossimo campionato, Roma rispetti i valori che l’hanno caratterizzata in questa esaltante stagione.
Per questo ho richiesto ieri sera a Francesco Carotti, prima del lungo e caloroso abbraccio che tutti i tifosi accorsi in massa han voluto tributare ad i favolosi protagonisti di questa indimenticabile stagione al Pala Tiziano, Responsabile ufficio stampa nonchè Team Manager della Virtus dallo scorso giugno 2012, di dirci la sua idea in merito in quanto parte integrante di questa nuova Virtus Roma che così ha tanto stupito addetti ai lavori e semplici appassionati per la bella squadra ammirata sino a ieri.
D. – Francesco, da poche ore è stato dato l’annuncio della rinuncia all’Euroleague per l’Eurocup. Il tuo pensiero a riguardo a 360°.
R – È chiaro che sarebbe stato bello competere nell’Eurolega, questo gruppo di lavoro se lo sarebbe meritato alla luce di come ha lavorato ed ottenuto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti però questa sofferta decisione, la scelta di quanto esposto da Nicola Alberani ha voluto seguire, anzi proseguire i dettami che la Virtus Roma di quest’anno, o meglio, la Virtus Roma partita l’anno scorso ha voluto darsi. Quello che avevamo soprannominato “Virtus Spending Review”, ovvero stare molto attenti alla voce “costi e ricavi” cercando di moralizzare un pò il basket ma senza allusioni calcistiche, sarà la nostra stella polare anche per la prossima stagione, è impossibile che dopo solo 10 mesi di lavoro si sia già arrivati al vertice del basket nazionale e continentale con la conquista meritata sul campo che si chiama Euroleague. Per questo abbiamo chiesto la wild card per l’Eurocup, perché la struttura del club deve ancora crescere e quindi aver sempre presente in quale ambito deve muoversi. L’amarezza per questa rinuncia c’è ma dobbiamo ricordarci sempre da dove siamo partiti, altrimenti si perde facilmente il senso delle cose.
D. – Teoricamente siamo quindi in una fase nuova di costruzione, i soli contratti attivi per il prossimo anno sono solo quello di Taylor e di Datome ma sappiamo che Gigi vorrà provare nell’NBA.
R. – Si riparte da chi vorrà restare a Roma e da chi desidera sposare ancora questo progetto. Credo che avremo delle conferme secondo me ma capisco e comprenderò al 100% chi non vorrà farlo perché i professionisti desiderano anche spaziare nella loro attività e, legittimamente, monetizzare il loro valore. Perciò sulla strada, nel nuovo cammino che partirà tra due mesi, vorremmo continuare ad esserci con chi desidera restare. Inutile dire che sarebbe bello che molti rimanessero ancora ma tenere ad esempio un Lawal è impossibile perchè trattenere lui, che chiede un ingaggio che vale tre quarti del budget di quest’anno ed è ovvio che faccia bene a chiederlo, non avrebbe senso in virtù di quanto detto prima: non possiamo soddisfare le sue richieste altrimenti quanto detto prima in merito all’iscrizione all’Euroleague avrebbe pochissimo senso…
D. – Facciamo un passo indietro, poche ore fa la Virtus stava per giocarsi Gara 5 quì, al Pala Tiziano, sperando di portare la serie e Gara 6. Nei mesi scorsi ci siamo sentiti ed abbiamo condiviso il fatto che mai si sarebbe potuto vincere lo scudetto. Ed allora, quando hai pensato invece al contrario e cioè di poterlo vincere?
R. – Assolutamente sì e parlo a nome della squadra. Alla partenza di questa stagione eravamo consapevoli che sarebbe stata dura ma non pensavamo di andare così in fondo. Ma alla fine, partita dopo partota e specie dopo aver eliminato Reggio Emilia e Cantù ed il modo con il quale le avevano eliminate, abbiamo iniziato a crederci. Eravamo tutti convinti di farcela, non per niente abbiamo tirato fuori quella Gara 3 a Siena praticamente vinta senza poi soffermarci su Gara 4, commentavano con i ragazzi e con il coach che se fossimo noi tornati a Roma sull’1 a 3 nessuno avrebbe potuto dirci nulla. E questo fa capire che ce la siamo giocata sino in fondo, l’unica gara che non ci siamo giocati sino alla fine è stata Gara 5 nella quale Siena ha meritato di batterci.
D. – Ora ci sarà un periodo di riposo ma oggi sei in grado di dire di cosa saresti contento tra 12 mesi quando ci ritroveremo quì, a fine giugno, a tirar le somme?
R. – Di avere accresciuto la voglia di basket dei tifosi, di aver accresciuto un’ipotetica erbetta su di un prato chiamato “entusiasmo”, aver fatto riaccendere ancor di più la fiammella della voglia di pallacanestro a Roma con complimenti che son arrivati da ogni dove ma soprattutto, aldilà del risultato che abbiamo raggiunto, è stato bello il rapporto che abbiamo ricreato con i tifosi e con l’ambiente in genere. Spero che questo aumenti, anche gli appassionati son tornati dopo le delusioni e questo lo si ottiene con le belle facce come Gigi e Lorenzo D’Ercole, Phil Goss e tutti gli altri; si ottiene con gli americani come Taylor e Lawal; si ottiene con uomini squadra come Bobby, Lorant e Czyz in un vero lavoro di squadra. Sarei quindi contento se riuscissimo nuovamente a mantenere od addirittura ad aumentare il feeling che abbiamo creato quest’anno.
Fabrizio Noto/FRED