E’ chiaro che ormai, ogni scelta mediatica e tecnica dell’Olimpia sia sotto una lente che ne ingrandisce (a ragione) i difetti, riducendone i pregi.
La società biancorossa, negli ultimi anni, ha sbagliato tutto quello che era possibile sbagliare e, prima di ricevere la mia fiducia a bocce ferme, dovranno passare almeno tre o quattro lustri.
La prima decisione di quest’ estate che mi ha lasciato l’amaro in bocca è stata di mantenere Langford al posto di Hairston. Vuoi per una diversa questione contrattuale (soprattutto a livello economico), vuoi per una questione di appeal, avere tenuto un giramondo, ancorchè di sconfinato talento, in luogo di un giocatore che la scorsa estate è stato (e ha) rinnovato, anche con il CSKA alle porte, lasciava presagire che fosse l’ennesima estate d’ atelier con tanto fumo e poco arrosto.
L’arrivo di Luca Banchi, così come l’acquisto di David Moss, hanno fatto gridare ancora al “rubiamo ai più bravi i migliori elementi e vediamo se si vince”. Mentre le mosse più intriganti e meno appariscenti, sono quelle che più stimolano la curiosità di tifosi e addetti ai lavori.
Il coach e Moss sono ormai conosciuti in Italia, ma colpisce la voglia dello staff di puntare su giocatori in crescita e motivati a far bene, per la prima volta, ad alto livello.
Samardo Samuels e MarQuez Haynes assomigliano molto (come logica e non come risultato) ai McIntyre e Sato d’inizio del ciclo senese; ovvero giocatori di buon livello e in ascesa, che volessero fare le prove generali per diventare grandi.
T-Mac e Sato sono riusciti nell’impresa. Non è detto che ci riescano anche i due nuovi giocatori biancorossi, però già l’idea di non badare al nome roboante, ma alla sostanza e alla compatibilità tra gli elementi, fa si che questa campagna acquisti inizi il cambio di rotta e di logica milanese.
Le quattro firme ufficiali, fanno da preludio a quello che sarà il vero momento clou del mercato milanese, ovvero la firma del playmaker e dell’ala grande titolari. Qualche settimana fa sembrava certa l’accoppiata Dunston-Diener come play-pivot; poi, svanito l’acquisto dell’ex Varese, anche il passaportato Travis è passato in secondo piano, rimanendo poi a Sassari. Sembrava calda la pista McCalebb, ma ora il Fenerbache pare intenzionato a tenerselo strette, mentre ora si parla insistentemente di Curtis Jerrels, ma l’accordo è lungi dall’essere chiuso.
Per il quattro titolare circolano poche voci, ma pare quantomai chiaro che sarà uno dei punti nevralgici dei successi della prossima stagione.
La dipartita di Radosevic, accasatosi all’Alba Berlino per due anni dopo aver rescisso il contratto che lo legava a Milano fino al 2015, ha aperto la strada del centro di riserva a David Chiotti (anche alla luce del suo passaporto). L’ala grande di riserva sarà, quasi sicuramente, Angelo Gigli, mentre l’ultima curiosità di questo mercato, riguarda il greco Leftheris Bochoridis, ala classe 1994 che tanto bene ha fatto durante gli europei under 20. La concorrenza da battere è ostica, perchè l’Olympiacos e il Panathinaikos sono sulle piste del ragazzo da qualche tempo e hanno già formulato offerte concrete all’Aris, ma tentar non nuoce e sembra che un tentativo lo si voglia comunque fare.
Con ancora un mercato da ultimare e una storia che ha sempre fatto vincere gli scudetti d’agosto ai biancorossi, invitiamo tutti i tifosi a diffidare dai giudizi sino ad almeno al terzo mese di regular season, perchè dall’esperienza e dagli errori, bisogna trarne tesoro.
Simone Mazzola