Soltanto un mese e mezzo fa, o poco più, l’avevamo vista tra le protagoniste dello scudetto in maglia Fortitudo Rosa Bologna, adesso il suo nome finisce sui radar del basketmercato per sancire l’approdo con una nuova casacca, quella del Minibasket Battipaglia di coach Massimo Riga e del presidente Rossini. Di sicuro un cambio di prospettive per la guardia originaria di Tarquinia classe 96′ che proprio con la maglia felsinea quest’anno aveva assaggiato la A2 conquistandosi nel girone di ritorno minuti e spazio nelle rotazioni. Una giocatrice dal talento ben costruito, abile a punire le difese avversarie con triple pesanti e con giocate di pura foga e decisione. Sceglierla da parte della società battipagliese è la testimonianza del grande lavoro che è stato fatto negli ultimi anni sulle giovani, come gli acquisto nell’ultima stagione di Treffers e Orazzo hanno ampiamente dimostrato. Figlia d’arte, proprio nella società cara a suo padre, la 2094 Civitavecchia, ha mosso i suoi primi passi cestistici, prima di approdare a San Raffaele prima e a Santa Marinella poi, una crescita che, passo dopo passo, l’ha portata gradualmente alle soglie della A2, saggiata l’anno scorso per la prima volta in maglia bolognese. Ora arrivata la chiamata di una società ambiziosa, la giovane guardia cercherà di confermare le attese, ma cosa si nasconde dietro una mano precisa e un talento così splendente? E’ quello che cercheremo di scoprire con la nostra intervista…
– Dallo scudetto under 17 con la Effe alla A2. Come vedi questo nuovo passaggio di avventure tra lo scorso campionato e quello che ora ti aspetta?
Quest’anno a Bologna è stata una stagione di crescita, fuori e dentro al campo; sono migliorata molto sotto molti profili e di questo non posso che essere molto contenta. Ovviamente non è stato tutto facile anzi, è stata un’esperienza dura e difficile. Non è mai facile stare lontano da casa per tanto tempo, dover pensare alla scuola, studiare e allenarsi intensamente anche due volte al giorno. Ho fatto tanto fatica che però poi è stata ripagata dai risultati, che mi hanno portato a belle soddisfazioni. L’esperienza in A2 mi ha fatto crescere anche se non ho giocato molto, ma quello di debuttare in A2 era solo uno degli obiettivi di quest’anno. Il più importante era quello di vincere lo scudetto under 17 e di coronare così un sogno. Ho affrontato le finali under 17 con spensieratezza e tranquillità; certo, l’ ansia prima delle partite c’era sempre, ma sono stata più sicura di quello che potevo e potevamo fare. Eravamo una bella squadra, per alcuni la favorita insieme al Geas, per altri magari no, ma noi siamo state brave, abbiamo giocato bene tutte le partite, e soprattutto ci siamo divertite. Penso sia stato un po’ il nostro segreto dietro questo scudetto; Divertirsi fuori e dentro il campo, unite e pronte ad aiutarsi l’una con l’altra nei momenti difficili. Vincere lo scudetto penso sia stata la soddisfazione più grande per tutto quello che ho fatto finora; i tanti sacrifici fatti sono forse serviti a qualcosa. Sono riuscita a realizzare uno dei miei sogni nel cassetto e di questo devo ringraziare tutta la squadra, tutte le ragazze con cui sono arrivata sul tetto d’Italia. Grazie di cuore.
– Ora arriva Battipaglia e un nuovo inizio. Sul campo sei una di quelle che non si tirano mai indietro prendendosi anche delle responsabilità importanti: quale quindi pensi possa essere il tuo ruolo nella squadra di coach Riga?
Ho scelto di andare a Battipaglia perché mi ha colpito molto il progetto della società e del presidente Rossini, e non ho saputo rifiutare. Il prossimo anno sarà sicuramente molto impegnativo, ma anche una stagione in cui penso di poter dare molto alla squadra e al coach Riga. Metterò di sicuro tutto il mio impegno e tutta la voglia che ho di migliorarmi in ogni cosa e spero di riuscire al meglio.
– La determinazione che dimostri nelle piccole grandi cose sul campo è frutto di certo di un amore incondizionato per questo sport: e dunque, da dove nasce la passione per il basket e cosa ti aspetti per il prosieguo della tua carriera? Dove vuoi arrivare?
Nasco come nuotatrice, non come cestista. Da quando avevo due anni, per sette, ho nuotato, facendo grandi risultati; ero campionessa regionale e avevo uno dei migliori tempi, se non il migliore, in Italia. Nel 2004 mio padre ha riaperto una società di basket a Civitavecchia e da li mi ha buttato dentro un campo da basket. Per due anni ho fatto tutti e due gli sport insieme ma poi, prima dell’estate del 2006, mi sono stancata del nuoto, e dall’anno dopo ho cominciato a giocare solo a basket. Ho fatto disperare tutte le persone che mi stavano intorno, dalla mia famiglia al mio allenatore perché mi dicevano che potevo avere un gran futuro nel nuoto, che sarei arrivata in alto, ma il mio cuore aveva già scelto la palla a spicchi. Ora sono 10 anni che gioco e vivo di pallacanestro; è la mia più grande dipendenza, la mia più grande passione, anche se sono rimasta sempre appassionata di nuoto, e lo continuo a seguire e a praticare quando mi è possibile. Cosa mi aspetto dalla mia carriera? Beh, penso che la risposta sia abbastanza scontata. Come tutte le giocatrici sogno di poter arrivare a giocare nella massima serie, la A1, e di poter indossare la maglia della nazionale A. Ora però lavoro duro quotidianamente per quello che mi aspetta nelle prossime stagioni e per mantenermi il posto nella Nazionale giovanile.
– E per concludere hai lo spazio in cui poter dire quel che vuoi, a voce libera…
Vorrei ringraziare i miei genitori, perchè senza di loro non sarei arrivata a questo livello; mio papà che mi ha portato sul campo da basket e ora che è diciamo il mio procuratore e mi va sempre a trovare le soluzioni migliori alle cose, e mia mamma che oltre a crescermi fuori dal campo, mi ha cresciuto anche dentro il campo. Mi ha allenato da quando ho iniziato fino a 4 anni fa e le basi me le ha date lei; merito suo se ho delle buone basi. Grazie anche a tutte le persone che in tutti questi anni mi sono state vicine, che hanno creduto e continuano a credere in me, allenatori, compagne di squadra, amiche, davvero di cuore…
Domenico Landolfo