Reggio Calabria, 31 agosto 2013 – Tempo di presentazioni alla Viola Reggio Calabria, dopo una decina di giorni in cui il lavoro in palestra l’ha fatta da padrone e Ponticiello ha avuto modo di far assimilare ai suoi i dettami tecnici e tattici che serviranno durante la stagione.
Da buon playmaker, ovvero il primo giocatore per importanza in una squadra, tocca a Gennaro Sorrentino cominciare il valzer degli incontri con stampa e tifosi. Nato a Napoli il 19/09/1985, inizia la sua carriera cestistica nel 2000/2001 con la Paf Bologna, nelle ultime tre stagioni ha giocato con la Fortitudo Bologna (A Dilettanti), la Sigma Barcellona (Legadue) e la Givova Scafati (Legadue).
Sono davvero tante le domande che i presenti rivolgono al 28enne:
Elenca quelle che sono le tue caratteristiche tecniche e il gioco che preferisci, sia in attacco che in difesa.
Negli ultimi anni ho giocato sempre come playmaker di rottura, entravo dalla panchina e cercavo di cambiare il ritmo della gara, anche se la scorsa stagione a Scafati ho dovuto cambiare un pò il mio gioco a causa della necessità di gestire maggiormente la squadra. Mi definisco un giocatore molto grintoso, al quale non piace mai perdere, cerco di dare sempre il massimo in ogni occasione”.
Una tua impressione su questa prima settimana di allenamenti?
Mi trovo molto bene, con staff e giocatori, anche con la società. Qualcuno già lo conoscevo, soprattutto il coach. Gli allenamenti procedono, stiamo lavorando tanto anche se ancora non è definito il concetto di squadra data l’assenza degli americani che stiamo aspettando”.
Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta di Reggio Calabria?
Ad essere sincero ero in trattativa con un’altra squadra di Legadue Gold e nonostante fossero in vantaggio a livello di tempistica rispetto a Reggio Calabria ho deciso di aspettare anche per la presenza di Ponticiello con il quale sono in ottimi rapporti. Mi piaceva anche l’idea di venire qui, di essere titolare e cercare di costruire qualcosa di importante.
Quanto è cambiato coach Ponticiello dagli anni di Sant’Antimo ad oggi?
E’ dimagrito, quello sicuramente (ride). A parte gli scherzi, l’ho trovato molto simile rispetto a tanti anni fa, come gestione degli allenamenti, della squadra, a livello tecnico sarà certamente migliorato ma già era uno dei tecnici migliori che ci fossero.
Ti sembra strano giocare in una squadra praticamente tutta campana?
Questo mi fa piacere, anche perché fra “compaesani” ci può essere più sintonia.
Domenica test contro Barcellona, già una sfida dell’ex per te.
Si, è però un test poco veritiero, è molto presto per trarre conclusioni. Immagino che gli americani ancora non ci saranno, noi stiamo caricando parecchio le gambe e alcuni dei nostri sono infortunati.
Tornando alla squadra che ti cercava, si parlava di Brescia. Possiamo dire che in un certo senso Reggio Calabria abbia già battuto una squadra di Gold?
Certo, ma i complimenti dovete farli a Sergio Zumbo, non a me.
Tornando all’aspetto del gioco, in fase di realizzazione le tue medie quali sono?
Sembrerebbe strano, ma sinceramente sono uno che non guarda molto le statistiche. Potrebbe essere un buon metodo per capire dove migliorare, ma talvolta il fatto di prestare attenzione ai numeri può arrecare danno a se stessi e alla squadra.
Ti sei fatto un’idea su quello che sarà il campionato e se ci saranno squadre che potranno “ammazzarlo”?
Io le altre squadre le conosco abbastanza poco, quindi non so e non posso minimamente dare un giudizio su questo campionato. In questi ultimi anni giocando in A2 mi sono un pò distanziato da questo campionato, per cui la mia conoscenza è limitata. Anche gli americani sono un’incognita, essendo la maggior parte rookie. Parlando con qualche giocatore mi è stato riferito che Agrigento e Matera sembrano quelle più attrezzate, ma credo che anche noi siamo dotati di un’ottima squadra.
Che messaggio vuoi dare alla tifoseria, che dopo la vicenda – Piazza nutre in te molte attese positive?
Io sono abbastanza tranquillo, nel senso che mi piace avere delle responsabilità, e questo è sinonimo di essere reputato un buon giocatore. Ai tifosi vorrei dire di star vicino alla squadra, che può sembrare una frase fatta ma non lo è, perché è davvero importante per i giocatori avere il supporto del pubblico, soprattutto in casa ci possono dare quel quid in più per vincere alcune partite. Ho saputo che anche in trasferta abbiamo un buon numero di tifosi, e questo è sinonimo di grande cultura del basket.
Al di fuori del basket, chi è Gennaro Sorrentino?
Io sono laureato in Scienze Motorie a Napoli, conto di continuare gli studi sempre nell’ambito sportivo specializzandomi o facendo dei masters. A livello di hobby c’è poco tempo per coltivarli, perché quando fai questo lavoro il tempo che hai a disposizione lo passi a riposare dopo le tante fatiche.
Paolo Malara