Vediamo, ultimo controllo. In valigia computer, macchina fotografica, polo ufficiale italiana delle olimpiadi che non c’entra granché ma in tribuna dà appartenenza, canotta n. 8 di Denver che se va bene ci ricavo l’autografo del Gallo da appaiare a quella dei Knicks, scarpe da basket che magari ci scappa una sfida coi locals, scarpe da corsa che il lungomare mi aspetta, tricolore dimensioni “sono qui!”, libro di Sergio Tavçar che se va bene ci ricavo l’autografo e diventa un vero cimelio… Ok, c’è tutto, pronti per la prima fase.
Già, perché da domani si va a seguire la nazionale, ma mica dal divano di casa, no: per la prima fase, direttamente da Koper-Capodistria! Una sorta di Mecca-del-basket per noialtri, che non avevamo (ancora) l’NBA e che il basket in TV era la RAI a notte fonda (il “basket a luci rosse”, mitica definizione di Aldo Giordani) o -appunto- le telecronache di Sergio Tavçar.
Vero, la Jugoslavia non c’è più, il salto oltre-confine non è più l’avventura oltre-cortina, ed anche il basket in zona non è più una religione: basti dire che alla Bonifika Arena di Koper abitualmente giocano a …Pallamano (!), tanto la squadra locale di basket è fallita. Ma il brivido nostalgico/reverenziale/storico resta tutto, altroché: se siete così giovani da non saperne nulla, potrete trovare su Youtube Once brothers, uno struggente film-bigino della mitica Jugo anni ’80 e del disastro dei ’90, primi protagonisti Vlade e Drazen…
Ma torniamo al viaggio, ed ai suoi aspetti più romantici: tra tradizione e pallamano, il parquet del palazzetto, almeno in foto, assomma un numero di linee multicolori che neanche all’Omnicomprensivo di Corsico (i fortunati che ci hanno giocato, senza perdersi nei corridoi partoriti da incubi di un architetto, sanno cosa intendo). C’è da augurarsi che nella ristrutturazione, data in irrimediabile ritardo ancora a febbraio 2012 ma corretta (speriamo) con italico colpo di reni, abbiano almeno rinnovato il parquet; vi saprò dire, ma di sicuro non hanno mutato quel senso di palestra antica, con le pareti alle spalle del canestro -con tanto di balaustre!- e le tribune praticamente solo sul lato lungo. Che poi, chi diavolo ha scelto il nome?!? E raccontatelo a Proli, dopo tutto l’amianto trovato al Palalido, che c’è un palazzetto chiamato “Bonifika”, sai che ridere…
Bene, pronti a partire; navigatore puntato su Portoroz, già italica Portorose, ricca di alberghi tanto da ospitare (oltre a noi, si intende) la nazionale italiana e presumibilmente anche le altre compagini: allegri, lettori, ci scappano aneddoti da questa prima fase!
Stay tuned…
Maurizio Zoppolato
1 Comments
Ice
Buon viaggio Coach!