” Andiamo a giocarcelo”.
Con queste parole, proferite dopo la vittoria contro la nazionale italiana nel torneo dell’ Acropoli, coach Trinchieri ha sintetizzato i connotati della missione ellenica in terra slovena.
L’ex tecnico di Cantù è perfettamente conscio che quell’avventura, iniziata tra stupore ed un pò di diffidenza la scorso febbraio, ora sta diventando, anzi è già diventata una storia vera.
Non a caso in Grecia è già stato paragonato a Otto Rehagel, l’ex tecnico tedesco che portò la nazionale di calcio a vincere l’incredibile europeo in Portogallo nel 2004.
Poco a poco si è infatti accorto di aver trovato il suo habitat naturale alla guida della nazionale ellenica. Da vero guerriero gli si illuminano gli occhi quando sente campioni navigati come Spanoulis o Papanikolaou parlare di orgoglio e amore, ingredienti che ha sempre cercato e preteso dai giocatori che ha diretto a Veroli e Cantù.
Trinchieri ha già dimostrato in queste settimane di preparazione di essere pronto alla battaglia senza timori.
Prima tenendo testa con personalità ai giornalisti greci che lo hanno attaccato dopo le due terribili disfatte nel torneo di preparazione in Germania, quando le staffilate di McIntyre e Teletovic hanno incominciato ad incrinare la fiducia dell’ ambiente nei suoi confronti.
Poi non facendosi scrupoli nel lasciare a casa un giocatore come Vougioukas, che allenerà tra le altre cose nel prossimo futuro a Kazan, per portare tra i dodici un giocatore giovane, di scarsa esperienza ma grande fisicità come Kavvadas.
A due giorni dall’esordio europeo contro la Svezia, ha dalla sua il grande vantaggio di non poter certamente far peggio del suo predecessore Zouros ma di contro sulle spalle la responsabilità di riportare sul podio una squadra ed una nazione intera che dal bronzo europeo del 2009 ha solo collezionato figuracce e delusioni.
Malgrado le importanti assenze di Calathes e Koufos sa di avere a disposizione una squadra straordinaria, completa in ogni reparto e con elementi con grande esperienza internazionale di alto livello.
Dovesse far bene in Slovenia entrerebbe nella storia del basket greco, in caso di fallimento invece son già tutti pronti a rinfacciarne le scelte coraggiose degli ultimi tempi.
καλή τύχη Andrea.
Alessio Teresi