Caserta, 27 ottobre 2013 – Doveva essere una grande partita e le attese non sono state deluse. Una bella atmosfera con più di 4000 presenti sulle tribune, un gran gioco da ambo le parti e una sfida equilibrata nonostante l’evidente differenza di tasso tecnico. C’è però un qualcosa che non può essere tralasciato in questa gara e che pesa come un macigno sul risultato finale: il metro arbitrale. Non che si voglia parlare della terna, ma le regole della nuova generazione stanno relegando le partite a vere e proprie vie crucis dalla lunetta, anche e soprattutto quando la palla, anche fortuitamente colpita o abbandonata dopo un canestro, costituisce la premessa di un fallo tecnico, che tra l’altro in Italia incide nel computo dei 5 (non come negli Usa dove non viene conteggiato). Inoltre, la tolleranza zero è diventata la regola e non più solo la condotta d’ordinaria amministrazione, e vedere un Gm beccarsi un tecnico non è certo roba di tutta i giorni. Probabilmente davvero bisognerà abituarsi a questi cambiamenti (prepariamoci perchè l’anno prossimo arrivano nuove regole), ma decidere secondo equità e raziocinio dovrebbe essere una premessa fondamentale, che invece a volte la puntuale e troppo rigorosa applicazione di una regola a volte non concede. E la testimonianza sono i ben 6 tecnici (4-2 per i bianconeri) e 3 antisportivi (2-1) che condizionano e non poco una gara davvero bella e ricca di spunti.
Milano vince con merito una gara equilibrata, esaltandosi e rendendo omaggio ai suoi 15 stoici tifosi che hanno affrontato la trasferta e si trovano di fronte una marea bianconera festante ed esaltata da questa squadra. L’EA7 vince nella serata in cui Gentile non riesce mai a prendere questa squadra per mano, stando parecchio tempo in panchina, in cui non c’è un playmaker vero di ruolo ma c’è tanto spirito di sacrificio. Moss in difesa è un faro, Langford in attacco illumina e da solo spinge le scarpette rosse verso i due punti, Jerrels e Haynes si sanno far trovare pronti alla chiamata e se anche Wallace trova un 3/4 dall’arco, le cose diventano facili. La Pasta Reggia non va troppo sotto a rimbalzo, ma si fa condizionare e non poco da errori mentali (i troppi tecnici subiti ne sono una prova) e dalla frenesia nel momento della rimonta. Hannah, nonostante i numeri, non è nella miglior serata, alternando luci a ombre che lasciano scoperta la cabina di regia, anche soprattutto perchè il mastino Moss gli rende la vita un inferno. Scott stasera abulico, sovrastato dai centimetri di Samuels e Wallace, nonchè dai mezzi di Melli. Brooks e Moore si ergono a punti di riferimento ma alla lunga non possono fare pentole e coperchi, mentre Roberts, di sicuro il migliore dei suoi sporca la sua prestazione con 3° e 4° fallo (tecnico) in un amen che lo mettono fuori dalla partita proprio quando sembrava aver trovato il grimaldello giusto per spaginare i piani di Banchi. La cronaca della gara è avvincente e appassionante.
La Juve parte meglio, con ritmi altissimi su cui i bianconeri si trovano a loro agio. Roberts e Hannah insaccano dalla lunga distanza per il 10-6 in cui è solo Jerrels a farsi notare per gli ospiti, mentre Milano che cerca sempre i suoi lunghi, magari anche per uno scarico fuori, pecca di precisione. Dopo 6′ di fuoco Roberts e Moore costringono Banchi a mettere nella mischia Moss, ma Caserta non si ferma e arriva al +10, su cui però Hannah commette il secondo fallo. Banchi chiama timeout per riequilibrare un attacco che specie dal perimetro spara a salve, ma la bomba di Scott sembra mutare i suoi piani. Sul 22-12, dopo l’1/2 di Tommasini, la Juve sembra padrona del campo, ma il canestro di Gentile che chiude il primo quarto grida vendetta. E il prosieguo ne è la conferma. Milano inizia a blitzare in difesa, con Moss in anticipo sempre e comunque sul portatore di palla e Melli che, accoppiato sempre con un avversario più piccolo, si prende il proscenio. Sono suoi i 5 punti che rimettono Milano in carreggiata, con Molin che prova a rimettere Hannah per dare una scossa a un attacco che diventa per la Pasta Reggia abulico, statico e improduttivo. Il gancio nel mezzo del pitturato di Wallace fa capire che il momento della rimonta è propizio. Il coach casertano prova a fermare l’inerzia con una sospensione, ma Wallace con un missile dalla lunga firma il sorpasso sul 22-24 (0-12 di break) che suona quasi come un colpo del ko. Nel momento di maggior bisogno, dopo quasi 6 minuti di astinenza, Vitali dal parcheggio del Palamaggiò trova il fondo del secchiello, ed è qui che la gara inizia a salire di tono. Banchi vara un quintetto più atletico, cercando gli uno contro uno in post basso. Langford esegue in sequenza due volte, trascinando i suoi fino al 25-28. Melli si becca il primo tecnico di giornata per allontanamento della palla, ma la Juve fa solo 1/2 con Hannah e non sfrutta il possesso seguente. La punizione è puntuale, con Wallace ancora dalla lunga distanza, colpevolmente solo, e Moss che si svita dal mezzo angolo e mette punti a referto, anche se non è possibile citare quanti palloni avesse sporcato in difesa. Sotto di 7 punti la Juve ha un moto d’orgoglio, con Molin che sceglie di non adeguarsi al quintetto short di Banchi e rimette i suoi due gladiatori Moore e Brooks, che propiziano un 6-0 importante per tenere la gara in equilibrio. La schiaccata poderosa però di Samuels, manda le squadre a riposo sul 32-35.
Caserta parte con un piglio diverso alla ripresa delle ostilità. Vitali serve un cioccolatino a Moore che schiaccia nel mezzo della difesa avversaria, poco dopo è Brooks a chiudere un alleyop alzato da Hannah. Milano prova ad adeguarsi con una difesa mista, fatta di match up con raddoppi sistematici, ma a poco serve perchè Roberts segna e subisce il fallo. Da questo momento in poi la gara si sposta anche sul piano nervoso e qui il nuovo metro arbitrale prende il sopravvento. Un antisportivo a Melli (contatto pericoloso non voluto ma “intenso”) alza gli animi. Brooks fa 1/2 dalla linea e dopo va col tiro in avvicinamento, con Pasta Reggia avanti 42-37 (break di 10-2). Gentile, che nell’intervallo ha parlato con papà Nando molto a lungo, prova a mettersi in ritmo. Hannah, che ha commesso il suo terzo fallo prova a restare in campo, per dare manforte ai suoi, ma a piovere come una mannaia tremenda è il discutibile tecnico a Vitali, secondo gli arbitri per simulazione, quando forse era semplicemente fallo del difensore casertano. Ne beneficia Gentile che però fa solo 1/2 dalla linea. Samuels pareggia con l’ennesima schiacciata a quota 42 e Roberts fa il terzo fallo, ma pochi istanti dopo, su una penetrazione di Langford, Roberts si lascia cadere, o forse scivola, su un lieve contatto dell’attaccante. Anche se non siamo nel calcio, ma la scena sembra proprio quella, per la terna è ancora simulazione e ancora tecnico, con quarto fallo annesso dell’americano. Langford ringrazia e fa 2/2 dalla linea e poi si prende il centro dell’area con autorità. Sono 5 punti di un commovente Brooks a rimettere le cose in parità, Moore addirittura ridà il vantaggio ai suoi, ma Banchi a questo punto reinserisce Moss (+17 di plus/minus) e la partita cambia di nuovo. Milano si erge sulle spalle di Langford che diventa immarcabile, ma soprattutto, capita la fiscalità arbitrale, è bravissimo ad andare a subire contatti a destra e manca, segnando implacabilmente dalla lunetta. Tommasini ridà con una tripla non proprio voluta il vantaggio ai suoi, ma sull’azione successiva ci mette tanta teatralità nella difesa che la terna gli fischia antisportivo, con ancora Langford che va dalla linea della carità. Dopo un altro 3/4, per altro fallo subito, a pochi decimi dalla sirena, il gm della Juve Atripaldi viene colto in flagrante nelle proteste ed è così che l’ultimo possesso casertano si tramuta in 2 liberi e palla per gli ospiti. Keith grazia Caserta con un 1/2 ma poi spara la tripla sulla sirena che scrive 54-60 al 30′.
Gara chiusa? Macchè. Wallace vorrebbe dire la parola fine dopo 10″ con la terza tripla di serata, ma Cerella restituisce male la palla alla terna che fischia un tecnico che fa applaudire ironicamente il pubblico casertano non troppo soddisfatto. Hannah, che aveva perso quantità industriali di palloni, si fa perdonare con il 2/2 e una bomba che riporta i suoi a -4. Michelori, che oggi gioca poco, è ancor più bravo a segnare e subire fallo, ma sbaglia dalla lunetta, così come non accade invece ad Haynes, che si mette in partita con questo 2+1 e diventa un fattore nel match. Poco dopo è infatti ancora lui a sparare la tripla del +8, e a recuperare la palla che Samuels trasforma con la schiacciata. A 5’46” Molin va di timeout, Moore sveglia il pubblico con un fallo e canestro da alleyop, ma Moss punisce silenzioso la pigra difesa che gli concede spazio con la conclusione dai 6,75. Haynes schiaccia in solitaria sull’ennesima persa e sul 64-76 a 3’52” sembrano già scorrere i titoli di coda. Banchi non si fida e sul +9 dei suoi decide di chiamare timeout, reinserendo Langford e Gentile, che non han contribuito all’allungo nel quarto periodo, ma portano esperienza e qualità. E’ però ancora Samuels a portare quantità col canestro del +11 che vale la vittoria ma, ci sono ancora brividi per i tifosi meneghini. Moore realizza, e il pressing produce recuperi. Mordente piazza la tripla della speranza, Milano non attacca più limitandosi a morire con la palla in mano, Roberts invece non si arrende piazza una bomba assurda e a 9″ siamo 75-79. Poi succede l’assurdo, Caserta pressa sulla rimessa, sporcando la palla, che Jerrels guarda con lo sguardo, mentre Roberts come un falco evita il fuori serve Mordente che da solo insacca il 77-79 a 7″. Assurdo. Banchi chiama timeout e gestisce la rimessa, tutti provano a far fallo, ma il fischio arriva solo a 3″ dal termine, e in lunetta ci va Langford, freddo come al solito per il 77-81, che sarà il risultato finale nonostante la preghiera finale tentata da Scott.
Vince la squadra più forte, ma Caserta è di sicuro una possibile outsider da tenere d’occhio.
Pasta Reggia Caserta – EA7 Emporio Armani Milano 77-81
Parziali: 22-14; 10-21; 22-25; 23-21
Progressione: 22-14; 32-35; 54-60; 77-81
Sala Stampa:
Banchi
Atmosfera particolare e pubblico galvanizzato, era difficile vincere qui stasera, ma ci siamo riusciti, seppur con difficoltà. La gara si era messa su binari a loro congeniali all’inizio, ma siamo stati bravi nel ricostruire la partita nonostante avessimo qualche problemino in attacco, specie dal perimetro. La chiave della gara è stata di sicuro la difesa, dove siamo riusciti a limitare il loro atletismo. Abbiamo avuto qualcosa da tutti, specie da chi come Melli non era la meglio o anche da Wallace, bravo anche ad andare in marcatura sui piccoli. Abbiamo avuto ottima aggressività e siamo andati bene a rimbalzo, ottime spaziature ed equilibrio nei possessi. Nonostante le tante partite, le assenze, l’aggregamento tardivo causa nazionali, siamo sulla buona strada.
Molin
Sarebbe stato difficile pronosticare che saremmo stati a giocarcela con Milano. Avrei firmato subito. Non c’è molto da dire. Rammaricato di aver perso il vantaggio accumulato nel primo quarto, abbiamo sofferto troppo i falli, con il secondo prematuro di Hannah, di cui è figlio un secondo quarto senza assist, e il quarto di Roberts che ci ha tolto soluzioni in attacco. Abbiamo giocato bene solo per 2/3 di gara, mentre nel resto abbiamo provato a limitarli, e c’è da dire che Langford ha avuto una importanza notevole per loro, risolvendo alcune situazioni cruciali. E’ ovvio che non potremo avere sempre la possibilità di giocare la transizione, squadre ben organizzate in difesa come Milano sono la testimonianza, tutti cercano di adeguarci e di toglierci i nostri confort spot. Stiamo facendo passi avanti nell’attaccare la difesa schierata e possiamo quindi giocarcela con chiunque.
Domenico Landolfo