In una partita d’incommentabile bruttezza, Milano batte Pistoia e mette in cascina due punti tranquilli che fanno bene alla classifica e poco altro. Pistoia conferma di essere, probabilmente, l’agnello sacrificale di questa stagione, con un roster decisamente sotto l’accettabilità.
L’EA7 è convinta di poter abusare fisicamente degli avversari e appoggia la palla con insistenza in post basso, ma sia Samuels che Gentile non producono punti, mentre dall’altra parte un alley oop in contropiede per Washington sigla l’8-3 per gli ospiti. Dura poco il vantaggio, perché Samuels prima e cinque punti filati di Moss poi, portano il risultato sul 14-8, con il conseguente timeout di Moretti. Il quintetto italiano di Pistoia con Meini, Cortese e Galanda non produce niente, ma un gioco da tre punti di Wanamaker tiene a contatto gli ospiti sul -5 alla prima pausa.
Johnson apre con quattro punti il secondo quarto e, questa volta, è Banchi a dover chiedere timeout. Viene fischiato un tecnico a Langford dopo un fallo inesistente e Pistoia si riporta in parità a quota 21 con i quattro liberi. Gli arbitri sono in evidente difficoltà decisionale, sbagliando moltissime valutazioni e scontendando tutti. Si iscrive anche Langford al match, dopo due insoliti airball da tre punti, e sulla sua schiacciata del 30-23, si ferma di nuovo il match.
La seconda parte del quarto è la sagra degli orrori, con una qualità di pallacanestro invereconda e gli arbitri a fare da degno contorno a cotanto scempio. Si va negli spogliatoi sul 33-24 per Milano in quella che è, a malapena definibile come una partita di basket.
Il match si spacca definitivamente ad inizio ripresa quando Milano ha l’unico barlume di circolazione offensiva dell’intera partita. Ne nasce un parziale di 10 punti in poco più di un minuto, che porta il risultato sul 45-26. Credendo di aver già archiviato la pratica, si mollano gli ormeggi e arriva un parzialino di 4-0 di Pistoia che invita Banchi al timeout. La solita sequela di antisportivi colpisce la partita con uno di Jerrells e uno, inspiegabile, di Galanda. L’esemplificazione della mancata concentrazione milanese arrriva allo scadere di periodo, quando in cinque secondi, Pistoia trova Cortese solo per il canestro a fil di sirena. Conta poco, ma questi son brutti segnali attitudinali.
Il quarto periodo è difficile da commentare perché risulta come il degno corollario di una partita dalla qualità assolutamente vergognosa, con palle perse (22 a 20 per Milano), giochi rotti e spaziature da far inorridire Tex Winter.
Non c’è una singola azione pulita, con Pistoia che mette in mostra, probabilmente, il peggior mix di americani mai visto nel campionato di serie A, mentre Milano, nonostante la supposta qualità, fa anche peggio. Haynes crea più danni della grandine nell’organizzazione degli attacchi e ci si affida, come al solito, alle estemporanee invenzioni di Langford. Pistoia non rientra solo per l’evidente inadeguatezza del proprio roster, ma Milano ha molte domande da farsi se questo è l’atteggiamento che mostrerà nelle partita “abbordabili”.
EA7 Emporio Armani Milano-Giorgio Tesi Group Pistoia 75-55 (18-13, 15-11, 23-15, 19-16)
Quotes
Luca Banchi
Paolo Moretti
MVP: David Moss. L’unico ad essere sempre con la testa sulla partita, sia in difesa che in attacco. Questo basta per ergersi dalla infima massa.
WVP: Ed Daniel. E’ inadatto a questo livello e, sebbene la sua pettinatura sia folkloristica in ricordo di Ben Wallace, sembra davvero un giocatore molto limita
Simone Mazzola