Caserta, 10 novembre 2013 – Vietata agli esteti del basket, la sfida che vedeva di fronte Caserta e Roma mette sul piatto tanti errori, poco gioco vero e la testimonianza di due squadre non al top della condizione che però usciranno da questo match con uno spirito totalmente opposto.
Se è vero che in campo di solito vanno i giocatori, sul legno del Palamaggiò a fare la differenza sono state le scelte tecniche, con Dalmonte che batte di gran lunga Molin, gestendo alla grande la sua rotazione e cementando un gruppo in cui ognuno alla fine porta il suo mattoncino. In casa casertana invece il tecnico veneziano sembra aver perso il timone, non si relaziona bene con i suoi americani, genera l’espulsione di Mordente e nel finale sbaglia i cambi, privando la squadra di ciò che serve nella rimonta. Un gruppo che sembrava unito e compatto che oramai è come giunto al limite della sopportazione ed il campo ne mostra la palese prova. Roma esce da questo incontro rinfrancata per i due punti, ma alcune amnesie nel finale dovranno essere curate a dovere, perchè contro un avversario diverso sarebbero potuti essere guai seri. Caserta invece deve trovare le sue certezze, ma senza un play vero e con tanti, forse troppi personalismi, non sembra diretta verso acque sicure.
Inizio di gara orripilante, fatto di palle perse, tiri sbagliati e poco gioco sulle lastre di Pezza delle Noci. Un tecnico ad Hannah per proteste fa muovere a Goss il tabellone dalla parità della contesa, ma la gara non decolla e vige la legge della palla persa, su ambo i lati, con polveri bagnate in attacco e tiri che sono sputati sistematicamente dai ferri. Gli scontri in vernice animano la contesa con Moore e soprattutto Brooks che si fanno largo, mentre Jones e Mbakwe rispondono per gli ospiti. Hannah prova ad accendersi in penetrazione ma D’Ercole lo punisce con la tripla in difesa e alla prima sirena, siamo 11-14. Molin getta nella mischia Mordente per rilevare un Roberts abulico come a Reggio Emilia, forse appesantito da problemi fisici. Il capitano bianconero ci mette la faccia, si prende il centro dell’area e prima segna, poi manda a bersaglio Tommasini che con la sua tripla firma il sorpasso bianconero. Dopo questo intenso fuoco si ritorna a giocare male, ed è sempre e solo il capitano bianconero a smuovere le acque, col canestro e poi con l’assist per Michelori. Roma rimane aggrappata nel momento di difficoltà con Taylor, bravo a segnare da tre in mezzo al “tiro al piccione” e con Baron, uscito dalla panchina a portare tanta legna in mezzo al campo. Il tecnico per “delay” a Jones non regala a Caserta il vantaggio sperato, e la punizione è repentina con Baron dai 6,75. Hannah risponde con egual moneta ma sull’ultima azione Righetti è chirurgico nell’imbeccare nell’angolo Taylor che solo dall’angolo non può sbagliare: è 29-30 alla pausa lunga.
Seguendo lo stesso canovaccio del primo tempo la ripresa parte con ritmi lenti e compassati, con Roberts che si schioda dalla virgola di giornata e Moore che dopo alcuni passaggi a vuoto viene relegato da Molin in panchina, da cui non si alzerà fino a fine gara o quasi. E’ il 23′ quando inizia il momento della sezione della gara denominata “storie tese”. Morente commette un fallo su Hosley, che da terra diciamo che scalcia o comunque reagisce, il capitano della Juve non gradisce e si fa sentire, Jones interviene a far da paciere con animo duro, tecnico per entrambi. Caserta continua ad attaccare male e Bobby Jones, energico e reattivo a rimbalzo e in vernice e Goss, che arriva indisturbato al ferro, mettono punti preziosi sul tabellone. Caserta si risveglia con la tripla, ma Jones si traveste da quello che, suo omonimo, fece grande la Juve, ovvero Jumaine e inizia a infilare confetti dalla lunga distanza. A far però uno spartiacque della gara è l’espulsione di Mordente. La situazione è strana da spiegare. Su un contropiede romano l’arbitro sanziona un fallo al giocatore ex Olimpia, che non ritiene di averlo commesso. Il giocatore protesta veementemente, ma nei limiti nel normale, tant’è che non succederebbe null’altro, ma Molin richiama il giocatore in piena trance agonistica in panchina, causandone la rabbia, il giocatore calcia un’asciugamano adirato contro il suo allenatore, ma l’arbitro pensa che tali gesti siano rivolti nei confronti della terna e fischia il tecnico. Furibondo ancor di più il capitano è trattenuto a forza dai compagni, riceve l’espulsione ed è accompagnato da Brooks negli spogliatoi. La perdita è di gran conto. Baron fa 4/4 dalla lunetta, Mbakwe schiaccia in vernice e quando ancora Baron piazza la tripla arriva un sonoro +9 a far cadere il gelo sul Palamaggiò. Brooks prima e Vitali poi con energia a rimbalzo e sulle palle recuperate provano a rimettere la Juve sui binari giusti, portandola fino al -5, ma un 6-0 nell’ultimo minuto firmato dai soliti Jones e Baron, ovviamente dai 6,75 manda le squadre all’ultimo mini riposo con 11 lunghezze a separarle.
Roma allunga fino al +14, sembra in pieno controllo, ma Caserta può contare su Michelori, l’unico che a rimbalzo può fronteggiare i lunghi romani. A 6′ dalla fine, proprio dopo un suo 2/2 Molin decide però di toglierlo, mettendo uno Scott che il campo l’aveva visto pochino e che subito inizia a sparacchiare in maniera scriteriata, mostrando il lato peggiore di sè. E’ Vitali a dare speranza ai suoi, ma Moraschini e Jones spengono ogni velleità con due triple dall’angolo che a 4′ dalla fine sul 51-65 sembra chiudere ogni discorso. Con la Juve però non si può mai dire fine, perchè Roma si siede e perde le mani dal manubrio e Brooks continua nella sua partita magistrale a caricarsi la squadra sulle spalle. Prima il gioco da tre punti, poi la veemenza in difesa a rimbalzo, con tante carambole offensive. Ci pensa Hannah, fino a quel momento devastante in senso negativo con una tripla a riaprire i giochi sul -6, su cui Dalmonte chiama timeout. Vitali sbaglia la tripla, Roberts cattura il rimbalzo e subisce fallo, segnando entrambi i liberi. Roma si intestardisce con Goss e i suoi tiri dalla media distanza che escono corti, e allora Hannah si butta dentro e proprio quando sembra aver perso il controllo segna il lay up del -2 sul quale si crede davvero dalla rimonta. Sulla rimessa successiva il play commette il suo quinto fallo, e manda Taylor in lunetta. Sarà 1/2 per lui e solo +3. 50″ alla fine, Roberts affretta la tripla, Brooks cattura il rimbalzo e Molin va col timeout. Non disegna granchè se il risultato è un’altra forzatura dalla lunga di Roberts, con Goss che prende il rimbalzo, subisce fallo e suggella con 2 liberi il risultato finale, che forse vede Roma pagare eccessivamente il finale di gara sciagurato e che Caserta forse averebbe meritato con scarto maggiore questa sconfitta. Finisce 63-68.
Pasta Reggia Caserta – ACEA Virtus Roma 63-68
Parziali: 11-14; 18-16; 14-24; 20-14
Progressione: 11-14; 29-30; 43-54; 63-68
Mvp: Va premiato in primis Dalmonte, artefice del successo dei suoi. Sul campo eccellente Jones, duttilissimo Barons, ordinato D’Ercole. Per Caserta da salvare Brooks, unico a sbucciarsi le ginocchia, e Michelori.
Wvp: In primis Molin, che non legge a dovere la gara e perde il piglio della squadra. Brutta poi la reazione di Mordente, forse perchè da lui non ci si aspetta certe scene. Per Caserta male tutti gli altri inconsistenti e molli. Per Roma non ha convinto granchè il duo Taylor-Goss, alle volte con troppe forzature, mentre Hosley ha avuto una serata no.
Sala Stampa
Dalmonte
Roster che abbiamo fronteggiato stasera non semplice da leggere, dovevamo avere una maggiore attenzione in ogni dettaglio della gara. Abbiamo giocato bene per 38 minuti circa, nonostante qualche pecca in palle perse e rimbalzi concessi, soffrendo nel finale per nostre colpe. Dobbiamo limitare gli errori e le chances di far rientrare gli avversari nel match, ma abbiamo ottenuto una bella vittoria in trasferta e sono soddisfatto.
Molin
Brutto inizio, poi abbiamo iniziato a salire di giri sia in difesa che in attacco e siamo andati meglio, nonostante basse percentuali.Il tecnico e l’espulsione a Mordente è un errore che non possiamo concederci, siamo finiti a -10, sotto nel morale e senza quello che ci aveva meglio guidati fino a quel momento. Ci è mancato proprio quel pizzico di esperienza nel finale per poter provare a trasformare la rimonta in qualcosa di più.
Domenico Landolfo
5 Comments
Antonio
Mi sembra esagerato decantare la conduzione tecnica de Dalmonte; se Jones non infilava le triple nel momento topico del match sarebbe sta un’altra incredibile partita persa. nel momento di massimo vantaggio si poteva passare a zona e abbassare i ritmi, considerato che martedì c’è il match di eurolega. Taylor forza in continuazione e si tengono fuori giocatori che fanno la loro parte come Lollo e Moraschini frenando la loro vis agonistica. Insomma continuo ad essere perplesso sull’impatto del coach sulla squadra; eppure Dalmonte a cantù e pesaro fece un buon lavoro. Ho la memoria che mi inganna oppure a lavorare troppo con Pianigiani ne ha preso i maggiori difetti?
FRED
Antonio, però devi anche ammettere che a Caserta alla fine, con Goss in campo, tenuto a lungo nel quarto periodo, la gestione della gara è stata positiva. Non dico buona, Goss è in una fase complessa in cui si dedica più alla squadra e meno al metter dentro punti importanti come invece accadeva l’anno scorso. Semmai mi preoccupano i centri, poco dominanti in area.
FRED
Non a caso il ns. inviato da Caserta ha scelto la foto di Phil Goss per evidenziare il match.
Antonio
Comunque anche riguardo ai centri non dipende forse dai giochi che la squadra deve eseguire?
Ne abbiamo due buoni, contrariamente allo scorso anno che vaveamo solo Lawall; se si impostassero dei movimenti per liberarli sotto canestro ci sarebbero dei benifici anche pe ri tiratori.
Forza virtus!!!
FRED
Vero, ricevono poco palla sotto, condivido. Taylor è anche in difficoltà a volte perchè con Lawal le cose erano meno difficili ma aspetterei prima d’intonare il de profundis, a mio avviso i ragazzi miglioreranno, ne sono certo.