Avere cinque squadre su cinque sotto il 50% di vittorie è un “privilegio” che poche Division, nel computo dell’intero sistema sportivo americano, possono vantare. L’Atlantic Division fino ad ora si sta forgiando di questo non invidiabile record.
I meno peggio finora sono stati i Toronto Raptors (6-7) che, guidati da un ottimo DeMar DeRozan e da un convincente Rudy Gay hanno convinto nelle partite contro le pari livello, perdendo una sola di queste sfide contro i Bobcats, ma hanno dimostrato di avere ancora tanta strada da fare prima di diventare uno dei top team della Lega. Adesso come adesso il record di 6-7 vale loro il quarto posto nella sempre più disastrata Eastern Conference, mentre ad Ovest nemmeno qualificherebbe per i playoffs, ma è un punto di partenza importante per impostare una stagione che vede proprio nella post season il miraggio da raggiungere. Dietro Pacers, Heat e Bulls stando attenti alle probabili risalite di Nets e Knicks, la sfida è aperta e Toronto può dire la sua, sempre che continui con questo rendimento, anche al di sopra delle aspettative.
I Sixers (6-9), dopo l’ottimo inizio, hanno avuto un netto calo di rendimento e hanno in fretta abbandonato le posizioni di vertice. Turner, Howes e Carter-Williams non sono più quelli delle prime uscite stagionali e Philadelphia ha vinto solo tre delle ultime dieci partite. In particolare in trasferta, dove il record dice una vinta e cinque perse, la franchigia della città dell’amore fraterno non riesce a incidere e sta perdendo partite importanti per cercare di restare legata al treno dei playoffs. Nonostante tutto, al momento i Sixers sono la settima forza a Est e possono ancora lottare per qualcosa di grande. Sembra però difficile una rimonta o una scalata alle prime posizioni, quanto più un navigare nelle ultime utili per la post season. Sperando che il rookie playmaker torni a mostrare le meraviglie di inizio anno.
Boston (5-10) sta facendo venire il mal di mare ai suoi tifosi. Quattro sconfitte su quattro ad inizio stagione, poi tre vittorie in fila, poi ancora una striscia di cinque perse consecutive ed infine la vittoria di sabato notte contro gli Hawks. Se non altro i Celtics stanno lottando con le unghie e con i denti per evitare di costruire una delle peggiori annate di sempre, nonostante fosse intuibile dal progetto di rifondazione con cui stanno cercando di rinascere dalle loro ceneri. Ancora privi di Rajon Rondo, puntano tutto sull’estro di Jeff Green, sul talento altalenante di Avery Bradley e sul peso sotto canestro di Brandon Bass e Jared Sullinger. Dati per molto attivi sul mercato in entrata, arriverà sicuramente qualcosa di buono all’orizzonte. Per ora si godono i ricordi del fastoso passato e qualche giovane di ottima fattura.
Sempre peggio. I Knicks (3-9) sono tra le peggiori squadre della Lega in casa, con una sola vinta su sette giocate, e nelle ultime dieci ne hanno vinte solamente due. Cinque sconfitte di fila è la striscia in atto in questo momento e sembra che New York non abbia i mezzi e le idee per fermare l’emorragia. I soli Carmelo Anthony e Andrea Bargnani, a suo agio, pur nel disastro generale, con la nuova maglia, non possono bastare per fare qualcosa di importante. I ricambi sembrano anche peggiori di quelli dello scorso anno, Metta World Peace è la copia orribile del devastante Ron Artest che era, e la franchigia della Grande Mela proprio non va. Sconfitte incredibili ed altre pronosticabili, ma di certo nessun successo degno di nota finora. Un assoluto disastro.
Peggio ancora riesce a fare Brooklyn (3-10), che tanto ha fatto spendere al proprietario Prohorov, quanto poco sta rendendo finora. Pierce e Garnett sono ai loro minimi storici, D-Will non ha neanche l’aria di essere quello dei tempi di Utah, Johnson e Lopez provano a rimediare e a rattoppare, ma la squadra di Jason Kidd proprio non gira come dovrebbe. Le cinque sconfitte di fila e i KO contro squadre di basso profilo come Cavs, Wizards, Magic, Kings e Bobcats ne sono una prova tangibile. Finché tirerà quest’aria si rischia solamente di fare una figuraccia e finire la stagione senza raggiungere i playoffs, pur giocando in una Conference obiettivamente di livello molto basso com’è la Eastern. Sarebbe un disastro, ma, per ora, non si vede come possano i Nets uscire da una crisi che sembra senza fine.