37 vittorie e 72 sconfitte è il tragico tabellino delle cinque squadre impegnate nell’Atlantic Division. Boston guida ed è l’unica con un posto nei playoff attualmente, seguono Raptors, Brooklyn, Sixers e Knicks.
Dopo tre belle vittorie contro Bucks, Nuggets e Knicks, i Celtics (10-14) sono incappati in due sconfitte in fila, di cui una contro l’illustre ex di turno Doc Rivers sulla panchina dei Clippers. Continua la stagione di alti e bassi della nauseabonda barca dei C’s, ancora indecisi se tankare o cercare di puntare a un incredibile posto nei playoffs. Per ora, guidando la division, l’avrebbero, ma non è certo quanto durerà la crisi delle newyorkesi e si rischia di arrivare a fine stagione con troppe vittorie (per avere una scelta alta al Draft si intende) e nessuna possibilità di proseguire nella post-season. Chi vivrà vedrà, per ora si godono i progressi di Jordan Crawford e Jeff Green su tutti, in attesa che tornino le magie di Rondo ad infiammare il Boston Garden.
Tre squadre sono ferme a 7 vittorie con un numero diverso di sconfitte. Per ora sono 13 quelle dei Toronto Raptors che hanno liquidato Rudy Gay in una trade spedendolo a Sacramento in cambio sostanzialmente di alcuni buoni giocatori, su tutti Greivis Vasquez, l’anno scorso secondo classificato per il premio di Most Improved Player of the Year. La prima scelta offensiva diventa quindi senza dubbio DeMar DeRozan, già primo realizzatore finora in stagione. I playoffs restano una chimera, anche se, e solo in questa Eastern Conference è possibile, i canadesi possono continuare a pensarci come ad un obiettivo. Preoccupa il record in casa (3-7), che è anche lo score delle ultime 10 partite giocate dai Raptors. Troppo poco per sognare in grande.
Brooklyn alle 7 vittorie abbina invece 14 sconfitte, anche se è in leggera ripresa grazie alle due vittorie consecutive contro Bucks e Celtics. Preoccupa come la squadra possa aver perso 7 scontri su 11 giocate contro i rivali di Conference, considerata la disastrata situazione della Eastern. D-Will, al rientro dall’infortunio, ha mostrato ottime cose, Brook Lopez continua ad essere un fattore sotto canestro e Joe Johnson può ancora dire la sua più che egregiamente.
I nuovi arrivati, Pierce, Garnett e Terry, pero ora è meglio non giudicarli per evitare di infangare la carriera di tre mostri sacri della NBA degli ultimi anni. Abbandonato l’ultimo posto in classifica di Division, i Nets possono iniziare a sperare seriamente in qualcosa di grande.
Sono infine 16 le sconfitte dei Sixers, che avevano iniziato superbamente la stagione, ma ora si stanno lasciando decisamente andare. 2-8 nelle ultime 10 partite disputate, quattro sconfitte consecutive e 1 sola vinta nelle 10 partite giocate in trasferta. Numeri al limite del tragico per quella che diventerà con tutta probabilità il fanalino di coda della Division. Si aspetta con ansia l’anno prossimo, sia per pescare ancora qualche carta al Draft, sia per il rientro dell’attesissimo Nerlens Noel. Se Michael Carter-Williams sta continuando a fare molto bene ed Evan Turner mantiene ad oggi delle statistiche comunque buone, non altrettanto si può dire per Spencer Hawes, sempre meno un fattore sotto canestro.
Se i tifosi dei Knicks non impazziscono quest’anno, non lo faranno mai credo. Un record di 3-8 tra le mura amiche, con annesso un quarantello di passivo subito dagli odiati Celtics, oltre a sconfitte contro Bobcats e Pelicans, è davvero troppo da digerire per chiunque, soprattutto per i tifosi esigenti del palazzetto probabilmente più bello e alla moda del mondo, il Madison Square Garden. Dove andranno a finire questi Knicks? Con Carmelo Anthony, Andrea Bargnani, un rientrante Amar’e Stoudemire, oltre a JR Smith & company dovrebbero occupare le prime posizioni a Est ed invece sono tra le ultime (6-15). Se continuano così l’ora di Mike Woodson suonerà molto molto presto.