24 gennaio 2014 – Kaunas perde la quarta partita consecutiva di queste Top 16 e molto probabilmente dice addio ai sogni di Playoff salvo qualche clamoroso capitombolo delle grandi. Continua invece a gioire Kuban, che dopo due sconfitte consecutive riesce a ritrovare il sorriso per la seconda settimana di seguito (dopo la vittoria 63-62 contro il Galatasaray) battendo in rimonta i lituani, partiti a mille, ma soffrendo poi la grande prestazione di Simon, 21 punti per lui quest’oggi. Statisticamente le due squadre hanno giocato una partita speculare, ma la differenza si è vista sulle palle rubate (13 contro 6), evidenziando una notevole efficacia maggiore da parte di Kuban. Per lo Zalgiris molto da recriminare, soprattutto a se stessi, essendo sempre stati sopra, tranne gli ultimi decisivi minuti. La mancanza di Jasikevicius da una parte e dell’ex milanese Hendrix dall’altra ha pesato sullo spettacolo, ma la partita è stata comunque gradevole. All’intervallo Kaunas poteva vantare su un rassicurante vantaggio (39-51), ma nell’immediata ripresa sembra spegnersi l’entusiasmo lituano, i russi prendono fiducia sul tiro da tre (Kalnietis con due triple molto importanti riavvicina a -7 i russi alla fine del terzo periodo). A – 2′ dalla fine della partita, Bykov trova la tripla del pareggio, il pubblico è il sesto uomo in campo e i giocatori, sospinti da una cornice meravigliosa, alla fine trovano il parziale di 15-2 che annichilisce i verdi lituani e fa gioire Simon e compagni.
MVP: Krusnoslav Simon.Il 28enne croato a deliziato la platea russa con 21 punti e 8 assist, in 34 minuti. Coach Pashutin crede molto in lui, e almeno quest’oggi non lo ha deluso. Solido in difesa, concreto in attacco (8/11 totale dal campo). I sogni di Kuban si basano anche sul suo contributo.
WVP: Martynas Pocius. Ad essere onesti ci si aspettava di più dall’ex giocatore di Real Madrid. Per lui solo 2 punti in 16 minuti, con due palle perse e -6 di valutazione. E’ pure appena rientrato da un’infortunio, ma non sembra minimamente lo stesso giocatore che l’anno scorso calcava i parquet spagnoli.
Giulio Pizzaia