Caserta, 26 gennaio 2014 – Se leggeste il risultato finale, probabilmente pensereste a una gara che la Juve ha controllato dall’inizio alla fine, niente di più sbagliato. Pesaro vende l’anima sul campo e mette in difficoltà la truppa di Molin per quasi 25′ quando poi sono le percentuali che si abbassano e i troppi falli a carico a fermare la truppa marchigiana. Se nel momento peggiore dell’avversario, condito da tante, troppe perse banali, ci si aggiunge una serata da incorniciare di Tommasini, un Hannah che si risolleva dalla mediocrità con assist e magie, nonchè uno Scott che fa di energia e atletismo il suo pane quotidiano, allora è notte fonda per la Scavo.
I numeri fotografano alla grande una partita che ha vissuto di parziali per la prima metà, in cui Pesaro va a riposo sopra di 5 (40-45) con 11/22 da due e 6/9 da 3, mentre la ripresa vede Caserta chiudere con 60 punti all’attivo e percentuali stratosferiche, che valgono una serie di massimi vantaggi. Non ha regnato di certo lo spettacolo, ma alla Juve servivano questi due punti per mettere ancor più distanza, nonchè un secco 2-0, nei confronti dell’ultima classificata. Vanno in doppia cifra ben 6 uomini in maglia bianconera, con 17 punti per Hannah “croce e delizia” (cui aggiunge 6 assist e 5 perse), altrettanti punti per l’eroe di giornata Tommasini, mentre il vero dominatore dell’incontro è Scott che chiude a 10 punti e 4 rimbalzi ma difende alla morte mostrando grandissimi margini di crescita. Doppia doppia per Brooks (15+10) e per il nuovo arrivato Easley (16+12), mentre straordinari, anche in cabina di regia, per Mordente, che chiuderà con 13 punti in 32′ sul parquet. Pesaro avanti anche di 7 lunghezze nel secondo periodo, viene penalizzata enormemente da un approccio difensivo rivedibile.
Nella prima fase del match, infatti, a fronte di un attacco quasi impeccabile, che si snoda su un Anosike immarcabile e sulle bombe di Petty, Turner e Johnson, nonchè di Musso, la transizione difensiva lascia molto a desiderare, con i tre esterni americani che si caricano di falli che peseranno come macigni nel finale di gara e non solo. Coach Dell’Agnello prova a pescare dalla panchina, ma Dordei, altro nuovo arrivato insieme a Petty, fa peggio dei suoi compagni, mentre Pecile incappa in una serata storta in cui produce poco. La gara sembrerebbe stazionarsi su un equilibrio di cattivo basket, in cui le palle perse e le tonnare in area pitturata sono la prerogativa. Dopo il vantaggio dell’intervallo, nonostante le troppe penalità a carico, coach Dell’Agnello ci crede, prova a vincerla, ma Molin inizia a chiamare sia un forte press a tutto campo sia una grande intensità con un quintetto a tre lunghi, con Brooks da numero 3, Scott da 4 e Easley da pivot. I risultati si vedono con Anosike che scompare dal campo e non riesce a trovare le praterie che gli avevano regalato punti e numeri nei primi 20′ di gioco. Hannah sale in cattedra con triple e assist da capogiro, Tommasini segna anche da dietro il canestro, recuperando tre palloni che sono letteralmente strappati dalle mani avversarie e Scott fa il resto salendo di tono in difesa. Con la discesa vertiginosa dei tiri dalla lunga distanza, Pesaro subisce il break casertano ma riesce ancora a rimanere in scia all’ultimo stop and go (65-60). Il quarto periodo vive di momenti, con la Juve, ottimamente orchestrata anche da Mordente, che tocca il più 9 ma che, tra tecnici, antisportivi e chiamate dubbie arbitrali, si vede rimontare fino al -3 su bomba del solito Musso. Le uscite però in fila di Petty e Johnson, nonchè poi quella di Turner, autentico mattatore, nonchè una serie filata di 6 liberi sbagliati proprio nel momento del bisogno, fanno il resto, con la bomba di Hannah sulla sirena che vale il 100-88 finale.
PASTA REGGIA CASERTA – SCAVOLINI PESARO 100-88
Parziali: 18-15; 22-30; 25-15; 35-28
Progressione: 18-15; 40-45; 65-60; 100-88
Sala Stampa
Dell’Agnello
Temevamo la loro fisicità e alla fine l’abbiamo subita, anche se c’è da dirlo siamo stati in partita e ce la siamo giocata fino a che i problemi di falli non ci hanno limitati. Se poi perdi per penalità 3/5 del tuo starting five è difficile giocarsela con chiunque. Alla fine sono ben 12 i falli a nostro carico in più rispetto agli avversari, e questo pesa, in una gara equilibrata, come anche i ben 10 liberi sbagliati. Petty si è comportato bene, ma è difficile inserire un play in 2 giorni. Sulla situazione falli, abbiam provato la zona come palliativo, ma i nuovi non l’avevano neanche provata. Peccato.
Molin
Vittoria davvero importante e costruita da tutta la squadra, come i dati dimostrano. Dopo una partenza rivedibile, nel terzo e quarto periodo abbiamo avuto un ottimo approccio alla gara, giocando una grandissima consapevolezza di cosa era in ballo. E quando inizi bene i risultati sono sempre positivi. Dovevamo rialzarci e l’abbiamo fatto, anche se dobbiamo ancora migliorare in alcune fasi di gestione della gara.
MVP: Palma ex aequo a Tommasini e Scott, incisivi e reattivi, spezzando la partita.
WVP: Delude Trasolini, peggiore in campo Dordei.
Domenico Landolfo