La Dinamo Banco di Sardegna fa sognare tutta la Sardegna per tre quarti di match, ma nel finale subisce la fisicità dell’Alba Berlino ed esce dall’Eurocup. I sassaresi hanno interpretato nel migliore dei modi il piano gara predisposto da Meo Sacchetti, arrivando a metà del terzo quarto ad un vantaggio di 13 punti. L’Alba Berlino ha alzato l’intensità difensiva e, favorita dall’improvviso cambio nel metro arbitrale, è riuscita a ricucire il break e chiudere la contesa. Meraviglioso l’incitamento durante tutta la durata della partita dei supporter sassaresi, arrivati a Berlino con il charter organizzato dalla società oltre che con diverse altre soluzioni. Loro hanno sicuramente vinto.
IL MATCH
I due coach presentano i quintetti annunciati. Sacchetti affida le chiavi della regia a Travis Diener e ritrova a disposizione Jack Devecchi. I tedeschi partono molto bene e piazzano un mini parziale di 4-0 che non spaventa i sassaresi, che rispondono subito con Drake Diener e si portano sul 4-8. Sasa Obradovic trova con Jagla punti dal perimetro e i padroni di casa restano in scia nonostante le accelerazioni tipiche del gioco della Dinamo. Anche Meo Sacchetti inizia le rotazioni e riceve risposte importanti da Amedeo Tessitori e dal figlio Brian. Sassari chiude avanti di 6 punti il primo quarto (20-26). I tifosi giunti dalla Sardegna iniziano a intravedere la possibilità della storica impresa.
In avvio del secondo periodo i padroni di casa tentano di ricucire il distacco e trovano con Kendall i primi 4 punti. Sassari non trova fluidità nei giochi offensivi e Meo Sacchetti chiama il minuto. La partita viaggia sui binari dell’equilibrio ma con la Dinamo sempre avanti nel punteggio. Dopo una scaramuccia che si chiude con un doppio fallo tecnico assegnato a Caleb Green e Vargas, i sassaresi provano ancora a scavare un piccolo break. Il finale del secondo parziale è elettrizzante e, dopo aver toccato il +8, la Dinamo subisce l’orgogliosa reazione dei padroni di casa che limitano i danni. Si va al riposo lungo sul punteggio di 39-45 con la netta sensazione che la qualificazione si deciderà nel terzo parziale.
Al rientro sul parquet la Dinamo alza l’intensità sui due lati del campo e raccoglie finalmente i frutti. Sul punteggio di 44-57 Sasa Obradovic è costretto a chiamare il time out. L’Alba Berlino vede i fantasmi ma reagisce da grande squadra. Gli arbitri ci mettono molto di loro cambiando il metro arbitrale e concedendo ai tedeschi di attuare una difesa troppe volte oltre il limite consentito dai regolamenti. Le giocate di Radosevic e Vargas producono un parziale di 9-0 che rimette in discussione la qualificazione. Sassari non riesce a ribattere e l’Alba si riporta incredibilmente in scia. Si va all’ultimo quarto con il punteggio di 63-66.
I biancoblù ospiti s’innervosiscono e non riescono a giocare sui ritmi prediletti. Marques Green perde un pallone in maniera sconsiderata e King piazza la tripla del sorpasso (68-66). I tifosi sassaresi si fanno sentire sugli spalti sperando nella fiammata necessaria a sovvertire il punteggio. I tedeschi giocano con autorità spegnendo le velleità dei sassaresi che vedono svanire il sogno qualificazione con il passare dei minuti. Hammonds e Reading, oltre all’MVP Kendall, trovano i punti che chiudono il match, vanificando l’orgoglioso tentativo della Dinamo di vincere la partita. La sirena finale fissa il punteggio sul 96-93. I biancoblù vanno a raccogliere i meritati applausi dei propri sostenitori e lasciano la competizione europea a testa alta.
Alba Berlino – Dinamo Banco di Sardegna Sassari 96-93
Parziali: 20-26; 19-19; 24-21; 33-27.
Progressione: 20-26; 39-45; 63-66; 96-93.
Arbitri: Christos Christodoulou (Grecia), Boris Shulga (Ucraina) e Miguel Angel Perez Niz (Spagna).
Mvp: Levon Kendall. Il protagonista inatteso del match. Fa valere la sua fisicità nei momenti topici, trovando il canestro con ottime percentuali. Chiude con 16 punti e 21 di valutazione. Nelle file dei biancoblù sassaresi da segnalare la prestazione Caleb Green. Lotta fino al suono della sirena, subisce 11 falli e merita, insieme ai compagni la commovente standing ovation dei tifosi arrivati sino a Berlino.
Marco Portas