La mancanza del proprio leader statistico e offensivo crea sicuramente molti problemi ad una squadra che ha poca forza penetrativa in uno contro uno, ma permette anche di mettere in evidenza come il gruppo e il lavoro di squadra possano andare oltre gli ostacoli nel breve periodo.
Questa sera Milano è andata oltre ogni ostacolo. Oltre una squadra storicamente indigesta, oltre alle difficoltà di un attacco asfittico e oltre ogni risposta da parte degli avversari a un tentativo di rimonta.
Sembrava che l’aggancio e il sorpasso non dovessero mai arrivare, sino a quando nel quarto periodo, quando si decidono le partite, l’identità e la forza morale prevalgono.
Il pubblico del Forum trema subito quando Daniel Hackett, nel recuperare un pallone in attacco, si procura un infortunio al dito. La reazione del playmaker e il dolore provato fanno pensare al peggio, ma nonostante questo sarà in grado di tornare in campo e dare il suo solito contributo di solidità.
Il primo tempo è tutto di marca Gordon, che fa letteralmente impazzire Moss portandolo a spasso in uno contro uno e mostrando tutto l’immenso campionario di movimenti in avvicinamento a canestro.
Banchi cerca disperatamente un quintetto che possa funzionare dal punto di vista offensivo, ma è evidente che creando poco dal palleggio, le percentuali calino, così solo nel finale di primo tempo arriva il primo canestro da tre di Kangur.
A tenere a galla la nave ci pensano Samuels e Gentile (evidentemente ispirato dall’assenza di Langford, nonostante due banali errori iniziali), con giocate offensive di talento. Dall’altra parte i canestri da fuori dell’automatico Vasileiadis, creano molti problemi alle rotazioni difensive.
L’Efes conduce anche di sette punti ad inizio di secondo tempo, mettendo molto le mani addosso in difesa, sfidando apertamente gli avversari al tiro da fuori e facendo valere il maggior tonnellaggio vicino a canestro. Bjelica è una macchina infallibile da fuori e condanna tutte le tardive rotazioni avversarie.
L’EA7 fatica e quando torna a contatto con qualche buona giocata, subisce sempre dei controparziali che la ricacciano indietro.
Dopo un primo tempo deludente, Jerrells ha avuto modo di parlare con Langford che lo ha incitato a non aver paura di prendersi responsabilità, essendo la prima opzione offensiva designata. Curtis lo ha preso in parola e ha propiziato il parziale che ha chiuso la rimonta milanese con tre triple d’incredibile talento. E quando più era necessario, anche la difesa ha stretto le maglie. Moss ha arginato Gordon, Melli ha limitato Bjelica nei possessi decisivi, prima che il solito Moss mettesse cinque punti in fila dall’altissimo senso del dramma. L’appoggio di Jerrells del +7 ha fatto issare definitivamente bandiera bianca all’Efes che ha l’assoluto onore delle armi, ma questa vittoria di sudore, fatica e lacrime vale oro per Milano che ora accarezza davvero da vicino la qualificazione ai playoffs e il secondo posto nel girone.
EA7 Emporio Armani Milano-Efes Pilsen Istanbul 76-79 (19-19, 18-20, 12-14, 27-16)
Quotes:
MVP: Curtis Jerrells. La sua scarica di canestri nel quarto periodo, ha fatto la partita per Milano. Dopo 20 minuti di difficoltà, ha raccolto lo scettro di Langford e ha portato la squadra alla vittoria.
WVP: Dusko Savanovic. Partita urticante dell’ala serba. Parte dalla panchina e fa più danni della grandine perdendo banali palloni e giocando senza il minimo spirito.