Varese, 5 giugno 2014 – La stagione 2013/2014 della Pallacanestro Varese non può che essere definita deludente. La società ha sbagliato quasi tutte le scelte possibili ed infatti la delusione non è solo dovuta ai risultati, anni luce distanti da quelli dello scorso campionato, ma piuttosto all’attesa che era stata creata dalla campagna abbonamenti record.
L’annata precedente è stata ottima (anche se sono rimasti troppi rimorsi e troppi pochi trofei), grazie ad un insieme di fattori: un gruppo di giocatori che, utilizzati insieme, davano una resa pazzesca ed un allenatore che ha saputo gestire uno spogliatoio con giovani e veterani riuscendo a tirar fuori il meglio da ognuno.
Quest’anno è stato diverso, i tifosi sapevano che sarebbe stato diverso come lo sapeva la società, sin dall’inizio i dubbi erano tanti.. Primo la mancanza di un vero playmaker. Infatti Clark è un buon realizzatore ma rimane mediocre nell’impostazione di gioco e De Nicolao ottimo nella fase difensiva ma assente nella gestione dell’attacco. La scelta di sostituire Dunston con un giocatore apparentemente simile e proveniente dalla stesso campionato del suo predecessore è stata drammatica perché il pubblico, abituato all’atleticità e all’intensità del loro idolo, non ha mai accettato Frank Hassell (bisogna però dire che la mancanza di un gioco di squadra ha influito sulle brutte prestazioni del centro). Fabrizio Frates ha dato l’impressione di non aver mai avuto il controllo della squadra, infatti la mancanza di un sistema di gioco, l’atteggiamento svogliato e irrispettoso dei giocatori (soprattutto nelle gare casalinghe), hanno portato a delle lamentele continue non solo da parte dei soliti ultras ma di tutta la tifoseria varesina, di coloro che seguono da sempre ma anche dei nuovi affezionati; la dirigenza inizialmente ha deciso di mantenere la propria linea senza esonerare Frates, per poi farlo invece a fine febbraio, senza un apparente senso logico.
Il presidente Vescovi non si è dimostrato autorevole nella gestione della società, e non solo per la questione allenatore. Adrian Banks era stato allontanato malamente al termine della scorsa stagione per motivi pochi chiari e richiamarlo è stato un tentativo di calmare gli animi dei tifosi biancorossi con l’arrivo di uno dei punti forti della stagione precedente; anche qui la dirigenza ha fatto un inversione di marcia per andare incontro ai tifosi, scelta che a livello di risultati si è però rivelata azzeccata.
Quello che doveva essere il nuovo nucleo della squadra non ha raggiunto la fine del campionato, Aubrey Coleman non è arrivato neanche a metà essendo tagliato nel corso della stessa a causa di alcuni atteggiamenti poco…Collegiali. Il clima che si respirava sulle tribune era di delusione, di rabbia e di frustrazione, il clima dello spogliatoio probabilmente era silenzioso e spensierato. I risultati sono stati tutt’altro che pessimi, ma i playoff mancati di poco dimostrano solo che la situazione della Cimberio non è diversa dalle altre della lega: senza soldi, senza coraggio e senza futuro ora come ora.
Ora passiamo alle pagelle individuali della stagione 2013/2014.
Marko Scekic – 5: gli anni si fanno sentire, lui porta esperienza e tecnica ma a Varese serve energia e velocità.
Dusan Sakota – 5: il micidiale cecchino dell’anno scorso non è più lo stesso, idolo della curva grazie alla sfuriata negli ultimi playoff con Siena.
Aubrey Coleman- SV: ottimo realizzatore ma è una della principali cause dell’anarchia che regnava in campo. Senza voto per la breve permanenza.
Erik Rush – 4,5: decisamente anonimo.
Keydren Clark – 4: acquistato come playmaker si rivela solo un tiratore di giornata.
Adrian Banks – 6,5: riesce a fare il suo gioco anche all’interno del caos più totale, come sempre ottimo nella fase offensiva.
Andres De Nicolao, 5,5: eccellente difensore ma manca ancora il salto di qualità per diventare un playmaker affidabile, sarebbe ottimo come sesto uomo d’accompagnamento insieme ad un regista d’esperienza. Praticamente l’unica presenza certa per l’anno in arrivo.
Terrell Stoglin – SV: abbiamo visto troppo poco, non entusiasmante e non catastrofico.
Linton Johnson – 6: vista l’età ha fatto il suo dovere.
Jacopo Balanzoni – Sv: non pervenuto.
Nicola Mei – Sv: giusto per avere un nome italiano in lista.
Frank Hassell – 5: gli vengono addossate tutte le colpe possibili, di certo non il nuovo Dunston.
Ebi Ere – 4,5: forse il più deludente, il capitano non dimostra il carisma che ci aspettava da lui e non è mai pronto nei momenti che contano.
Achille Polonara – 6: senza dubbio non è il “Polonair” dell’anno scorso, ha avuto un evoluzione però o quantomeno ha cercato di ampliare il suo gioco. Promette molto bene, specialmente se dovesse arrivare Pozzecco in panchina.
Fabrizio Frates – 4
Francesco Vescovi – 5
Cimberio Varese – 5
La delusione passerà, la speranza è rivolta ad un futuro più promettente, magari con un progetto a lungo termine incentrato sulle nuove leve della pallacanstro nostrana; si dovrebbe creare un clima che inviti anche i giocatori ad attacarsi alla squadra e alla società, magari finendo di offrire unicamente contratti annuali. Incrociamo le dita.
Luca Buzzi Reschini