Altra vittoria, altro +10 finale che però non rispecchia appieno quello che si è visto in campo. Una Svezia leonina, trascinata dal tiro da tre specie di Seman, tiene in scacco l’Italia per 37 minuti, salvata poi da un quarto periodo tutto cuore e in cui il talento cristallino e la generosità prima di Sofia Vespignani, e poi del duo di casa Geas Kacerik-Zandalasini, toglie letteralmente le castagne dal fuoco. Una gran vittoria, arrivata anche dopo tanti minuti sotto nel punteggio. Servirà fare meglio, ma vincere anche in gare del genere serve a fare gruppo e a dimostrare la bontà del lavoro di coach Riccardi, che ampliando la rotazione trova sempre energie dalle sue giocatrici dalla panchina. A fine gara sono 16 i punti di Tagliamento, che aggiunge 3 rimbalzi, ma essi arrivano nella prima parte di gara. Zandalasini chiude in doppia cifra con 11 punti, 6 rimbalzi e 4 assist, ma pesano e parecchio i 7 punti a testa di Vespignani e Cordola, arrivati tutti nel decisivo quarto periodo, nonchè i 5 assist di una sontuosa Kacerik sempre al servizio della squadra. Azzurre che però possono gioire per la vittoria a rimbalzo (42-39), per i 15 assist totali e i 14 recuperi (ma ci sono anche 18 perse sul taccuino). Svedesi che escono con l’onore delle armi, trascinati da Seman, 17 punti con 5/8 da tre, nonchè da una squadra che si batte su ogni pallone ma che incappa in ben 25 palle perse, troppe se si pensa di voler vincere una gara da underdog.
LA CRONACA – Pronti via e svedesi che spaventano la truppa azzurra: 3 palle perse di fila, bomba di Hagg e jump di Tivenius e Ljunggren. E’ 7-0 in un amen e gara che si fa subito in salita. Cabrini sveglia le sue con la tripla, suo marchio di fabbrica, ma il gioco delle nostre è ancora farraginoso e non riesce a produrre granchè. I canestri di Reani e la leadership di Zandalasini rimettono in pari la gara, con Tagliamento che sembra aver conservato la verve della prima gara e che opera il sorpasso. Alla prima sirena è +5 per le ragazze di Riccardi, 13-18.
Il massimo vantaggio firmato da Reani illude, perchè si scatena un’autentica sagra del tiro da tre punti, con Seman e Tagliamento che si rispondono pan per focaccia, e Astrom che scrive il -3 (26-29) a poco più di 2′ dal termine. Le scandinave tornano così in partita e anzi con altri 5 punti della bombardiera Seman vanno in vantaggio. L’Italia compie il pesante errore di adeguarsi al run and gun delle gialloblu, Tagliamento mantiene la lucidità e firma il canestro del 31 pari su cui si va a riflettere negli spogliatoi.
Partita che aveva regalato sussulti in avvio e che si rivela orribile nella ripresa. In 4 minuti non succede praticamente nulla, tra errori e palle perse da ambo i lati. Seman, ovviamente dalla distanza, segna il primo canestro della ripresa, ma Zandalasini fa altrettanto e l’equilibrio regna sovrano. Il bombardamento della cecchina svedese (già a quota 17) sembra non avere fine, ma l’Italia si desta in difesa, mettendoci voglia e spirito di sacrificio. Furto con scacco per Kacerik, che incita le compagne a reagire dopo il costante svantaggio e soprattutto la grande fiducia e inerzia delle ragazze della coach Johanna Ericsson. Knatzy però è brava a buttarsi dentro per le sue, subendo falli o in alternativa realizzando: serve coraggio e una qual certa dose di follia, e ci pensa Arianna Landi a buttarsi a testa bassa prendendo il fallo e segnando due liberi che sono puro ossigeno. Purtroppo però le palle perse e qualche fallo speso banalmente sono molto penalizzanti per le azzurre. Coach Riccardi va col timeout per provare a parlarci su. La gara resta spigolosa e nervosa, con palle perse, sfondamenti e gioco spezzettato. Tagliamento lotta leoninamente e dalla lunetta firma il -1 (40-39) che si legge sul tabellone all’ultimo stop and go.
Landi imbecca Cordola, che si fa valere in vernice e si sblocca in apertura di quarto periodo per il sorpasso, ma stavolta è Camber a colpire per le scandinave dal parcheggio del palazzetto di Matosinhos, per la replica immediata. La squadra di Ericsson ci mette il fisico, facendosi valere in vernice con stoppate e rimbalzi, Cordola commette fallo sulla Ljunggren che ringrazia dalla lunetta per il +4 a 7′ dalla fine. Sembra l’orlo del baratro, perchè le scandinave continuano a bucare la difesa azzurra, ma dal cilindro esce una Sofia Vespignani monumentale che con due triple pareggia i conti (49-49) a poco meno di 5′ dalla fine. Svedesi in tilt, palla persa, col solito recupero del play tascabile in forza alla Magika Castel San Pietro, e con l’inerzia che si sposta dalla parte italiana arriva il timeout gialloblu. Il sorpasso è tutto di marca Geas, con Zandalasini che imbecca Kacerik, e poco dopo le parti si invertono, con il neoacquisto di Schio che firma il 49-53 che regala tranquillità alle ragazze di Riccardi. La Svezia si smarrisce, concedendo tanti secondi e terzi possessi alle nostre che gestiscono il cronometro, e alla fine trovano il canestro della staffa con Zandalasini. Inutili i tentativi delle scandinave, Cordola punisce il contropiede subendo anche il fallo. Il resto è garbage time, finisce 51-61, un punteggio bugiardo ma che alla fine è il minimo sindacabile richiesto alle azzurre, che archiviano la pratica, ma dovranno fare sicuramente meglio contro una squadra forte e che gioca in casa come il Portogallo, che nella prima giornata aveva liquidato con apparente facilità le gialloblu.
ITALIA: Vespignani 7, Romano 0, Landi 4, Kacerik 4, Tagliamento 16, Zandalasini 11, Cabrini 6, Trimboli 2, Cordola 7, Russo 0, Reani 4, Vitari 0. All.Riccardi
SVEZIA: Hagg 3, Astrom 7, Seman 17, Lundquist 0, Rosendal 0, Camber 9, Sjoberg 2, Agren 1, Waldling ne, Tivenius 2, Ljunggren 6, Kantzy 4. All.Ericsson
Domenico Landolfo