«Ci è mancato molto il campo. Il nostro sport inizia la stagione molto tardi, ma ora finalmente è arrivato il momento della prima palla a due». Queste le prime dichiarazioni di Alessandro Ramagli, coach della Tezenis Verona, ospite giovedì alle 13 di TeleArena a «Che Aria Tira», a quattro giorni dall’esordio nel nuovo campionato di Serie A2 Gold contro la Prima Veroli in programma domenica a Frosinone.
PRIMA NON FACILE. «Rispetto alla scorsa stagione e alla serie di playoff che abbiamo giocato contro di loro, Veroli ha dovuto cambiare tanto per motivi economici. Hanno stretto un accordo con la Stella Azzurra Roma, una delle poche realtà in Italia a puntare ancora forte sui giovani e hanno quindi un roster molto giovane e promettente, su tutti il classe ’97 Andrea La Torre che rappresenta una delle loro punte di diamante. Affrontarli in trasferta, alla prima giornata, quando il loro entusiasmo sarà ancora molto alto, sarà una sfida molto difficile per noi. Come ho lavorato dal punto di vista psicologico? La delusione dell’anno scorso non ha influito più di tanto. Quando ti chiami Verona e sei una squadra attrezzata come lo eravamo noi è normale pensare a certi traguardi, ma poi a parlare è sempre il campo».
NUOVA PAGINA. «Il nostro roster è cambiato molto. Solo tre giocatori hanno vissuto quanto successo l’anno scorso, quindi non è stato difficile mentalizzare tutti su questa nuova stagione. Siamo una squadra molto solida, soprattutto per quanto riguarda l’apporto che ci possono dare i giocatori che provengono dalla panchina. Tra questi due sono dei veterani dell’anno scorso, Luca Gandini e Davide Reati, che sanno bene cosa c’è bisogno di dare entrando a partita in corso, e un altro giocatore come Marco Giuri che fa proprio della solidità il suo marchio di fabbrica».
SOTTO CANESTRO. «Darryl Monroe è il nostro centro titolare, ma ha le caratteristiche per poter giocare anche da ala grande insieme a Gandini. Noi favoriti? Le squadre che affronteremo durante la stagione sono tutte avversarie ostiche. Basti pensare ad una outsider di lusso come Forlì, di cui si è parlato poco per i suoi problemi burocratici, ma che ha allestito un roster di livello con giocatori come Sani Becirovic e Andrija Zizic. Ci sono squadre che hanno avuto un budget superiore per formare i loro roster, ma la storia insegna che i campionati non si vincono con i soldi, ma con le idee. La Scaligera comunque è una società solida con strutture e risorse. Ha una struttura di livello superiore, anche e soprattutto a livello umano e di professionalità da parte delle persone che vi lavorano».
FATTORE-PALAOLIMPIA. «Il pubblico è quella entità per il quale viene fatto tutto. Un palazzetto vuoto non è quello di una squadra vincente. Da quando sono qui c’è stato un sensibile aumento di partecipazione, affetto e presenze che va di pari passo con quello che questo club sta mettendo sul piatto per tornare ai livelli che gli competono. L’apporto dei nostri tifosi è e sarà fondamentale».
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