Si ferma la striscia di 22 vittorie consecutive in regular season dell’Olimpia. Ad Avellino, senza David Moss (bloccato in hotel da un attacco infuenzale dell’ultimo minuto), gioca un primo tempo privo di energia, va sotto 15-0 e costringe il coach Banchi a chiamare due time-out in cinque minuti. Va sotto di 21 poi lotta, dimostra di saperlo fare, ma parte da troppo lontano e non è assistita né dal tiro da tre né da un po’ di continuità offensiva. Si affida a carattere e difesa ma nel momento cruciale non c’è la zampata risolutiva, anche se nel finale si riporta fino a meno tre e sul tentativo di rubare palla sull’ultima rimessa, a Melli viene sanzionato un antisportivo sull’anticipo. Così finisce 73-69 per la Sidigas.
IL PRIMO TEMPO – Avellino parte con il doppio di energia e reattività, non ha neanche troppo bisogno di costruirsi tiri da fuori perché arriva vicino a canestro con facilità, domina a rimbalzo e segna praticamente ad ogni possesso. Così vola 7-0 e forza il primo time-out di Coach Luca Banchi. Poi 15-0 e il secondo time-out che arriva accompagnato da tre sostituzioni. L’Olimpia trova il primo punto con un tiro libero di Brooks. Il primo canestro con un’entrata di Ragland, ma il distacco resta immutato. Un sussulto arriva con i cambi, un paio di guizzi di Brooks e soprattutto di Shawn James. Ma al centro vengono fischiato due falli veloci, uno lontano dalla palla, e si ritrova in panchina nel momento migliore. Il disavanzo scende a 10 punti sul 20-10 ma è di 12 punti alla fine del quarto: 24-12. Avellino inizia a segnare da tre nel secondo quarto con Hanga e Cavaliero. Il vantaggio si allarga, tocca i venti punti sul 41-21 perché l’Olimpia gioca senza energia, nerbo e difesa. Gentile schiaccia due volte a difesa schierata ma è l’unico momento buono del periodo. Dall’arco non arriva nulla. Alla fine di un primo tempo allucinante è 47-26 Sidigas.
IL SECONDO TEMPO – L’Olimpia prova a rispondere nel terzo, la difesa si chiude meglio. Nei primi quattro minuti Avellino segna solo con una penetrazione di Banks (che però vale tre punti). Segnano due volte Gentile, Brooks con una schiacciata a difesa schierata e due volte Samuels di forza. Dopo quattro minuti è 50-36 Avellino. Ma qui c’è un nuovo passaggio a vuoto che comprende un tecnico a Samuels. Avellino può respirare e la mancanza di tiri da tre (1/14 dopo tre periodi) rende la rimonta laboriosa. Alla fine del terzo è 57-43 per Avellino. I 14 punti sembrano un muro, fino alla seconda tripla della partita, quella di Ragland per il meno 11. Ma non c’è continuità nelle realizzazioni, solo una migliore tenuta difensiva. A 3’12″ dalla fine il distacco ritorna sotto la doppia cifra dopo due canestri acrobatici di Brooks. MarShon segna dalla lunetta, Gentile mette la tripla del meno cinque ma Ragland sbaglia quella del meno due e in contropiede Gaines segna il canestro (in realtà è un’interferenza fischiata sulla stoppata di Brooks che l’arbitro Lamonica aveva giudicato buona, ma non Aronne) che la salva. Poi nel finale, l’EA7 reagisce ancora ma con poco tempo a disposizione, troppo poco. 73-69 è il finale.
Luca Banchi: “Avellino ha prodotto una gara di grande intensità, per 20 minuti ci hanno travolto. Avevano energia e lucidità. Abbiamo rammarico per l’approccio, non avevamo Moss ma sapevamo che sarebbe stata una partita cosi dura. Gli abbiamo concesso percentuali dal campo alte, i sei rimbalzi offensivi sembrano pochi ma sono tanti quando tiri così bene. E’ un campanello d’allarme: se facciamo imprese come a Monaco poi dobbiamo riuscire a dargli seguito perché questo è un campionato difficile, fatto così. Il doppio impegno è complicato ma anche un privilegio. I nuovi non sono ancora in sintonia con il torneo. I vecchi sapevano a cosa saremmo andati incontro ma l’approccio è stato lo stesso inadeguato. Nel secondo tempo abbiamo avuto altra lucidità ma abbiamo perso troppi palloni, infrazioni che ci sono costate canestri fatti come i due passi di James che aveva segnato tutte e due le volte. Saremmo arrivati più vicini nel finale. Non abbiamo saputo interpretare la partita, mi assumo la responsabilità dei primi 20 minuti e mi scuso con chi è venuto qui o ci ha visto da casa. Poteva rappresentare molto per noi questa gara. Giocare con intensità due volte in tre giorni come pretende il calendario sarebbe stato importante. Questo tipo di impegno lo considero un privilegio, un’opportunità ma evidentemente non siamo ancora a quel livello”
Ufficio stampa Olimpia Milano