” E’ già pronto, si è allenato tutta l’estate ed è carico” sono le parole che mi disse Nicola Alberani lo scorso agosto durante la presentazione della nuova Virtus Roma al palazzetto, mentre osservavamo Rok Stipcevic crivellare la retina del fortino romano appena sbarcato nella capitale.
Sono passati più di tre mesi da quel giorno e, risultati e statistiche alla mano, è facile adesso dire che ancora una volta il gm ha azzeccato la sua ennesima scelta.
Con lo Charleroi “Eta Beta” ha raggiunto la settima doppia cifra di fila, nelle ultime tre partite la sua statistica da tre punti dice 11 su 17, inclusi i fendenti decisivi che hanno steso Oldenburg e Varese. Leader vero oramai il croato, non soltanto per i canestri segnati ma soprattutto per quella capacità di prendere in mano con coraggio la squadra nei momenti decisivi, assumendosi sempre le sue responsabilità nelle scelte con il bene della squadra come fine ultimo.
Per questo l’ho chiamato “Eta Beta”, per questa sua infinità capacità, come il personaggio di Disney, di tirar fuori dalle tasche sempre qualcosa di nuovo. Quell’ effetto speciale che stupisce e fa impazzire il tifoso, bisognoso di una figura carismatica a cui aggrapparsi, ma stimola ed infonde sicurezza anche ai compagni di squadra.
Domenica sera nel post Varese, Rok mi ha detto che “i play raggiungono sempre più la maggior maturità e risultati verso i trent’anni”. Lui a ventotto suonati sta probabilmente toccando il vertice assoluto della sua carriera, in una città che rivede in lui le gesta antiche che furono(fatte le debite proporzioni) di Larry Wright o più semplicemente e più recentemente di Phil Goss.
Il pugno della mano destra che batte sul cuore è il gesto con cui Rok ha definitivamente conquistato Roma ed i suoi tifosi. Gesto sincero di un uomo che con il lavoro ed il sudore in poche settimane ha saputo dimenticare quel tremendo 1-10 di Venezia,e riacceso l’entusiasmo di una città sempre più bisognosa di storie come questa.
Tutti quelli che prematuramente ed impunemente lo hanno definito un “bidone” dopo la partita contro la Reyer, si sono dovuti ricredere ed affrettarsi a salire sul carro.
Alessio Teresi