Fosse stata questa la prima giornata del nuovo campionato, Caserta sarebbe una serie contender per le posizioni nobili, alla pari di una Cantù tanto folle quanto scintillante, nelle varie fasi della gara. Purtroppo questa è la settima giornata, e se i brianzoli trovano la quarta vittoria che porta in attivo il record in classifica, a testimonianza che la squadra di coach Sacripanti è ancora a metà tra l’essere una grande e l’alternare amnesie, per Caserta il discorso diventa serio. Solo stasera, forse davvero per la prima volta, si è vista una squadra, che lotta, suda e sgomita unita, e strano a dirlo ha dimostrato alchimia proprio quando da soli due giorni sono stati inseriti due nuovi pezzi al mosaico, ovvero Ivanov e Antonutti, che hanno impressionato per rendimento e impatto. Il finale dopo un overtime che segna 12 punti di distacco tra le formazioni è eccessivo sicuramente, anche perchè la Juve è arrivata al prolungamento con la spia della riserva oramai accesa da un po’ e Cantù, che già era stata brava a riacciuffarla aveva dalla sua tutta l’inerzia di questo mondo e ha saputo sfruttarla a dovere.
Sopra di 18 punti a al 16′ ma anche e soprattutto di 9 punti a 3′ dalla fine, Caserta ha peccato di ubris, per dirla con Sofocle, affidandosi a conclusioni affrettate, che sono passate guarda caso dalle mani di Moore, che se fino ad allora aveva smazzato 9 assist, non aveva ancora proferito parola con conclusioni dal campo. Una gara che comunque ha risentito e non poco di episodi, come i 2 falli di Scott che han caratterizzato il 1′ minuto sia del primo che del terzo quarto, mettendo il lungo da Notre Dame fuori gioco dopo un grande avvio con due bombe. Anche e Soprattutto va sottolineata la svolta del 25′, quando in meno di 30″ Young si vedeva fischiare due falli tecnici che comportavano l’espulsione. Una scelta che ha fatto e che farà discutere, e che aizza ulteriormente la fiamma dei detrattori dell’ex Pacers e regala argomenti a favore di un suo possibile taglio, una scelta e un ragionamento forse affrettato, visto che comunque il giocatore sta rispondendo sempre e comunque da par suo.
Gara strana anche nel suo commento, con Sacripanti che pesca 51 punti dalla panchina, con 6 giocatori in doppia cifra che si dividono spazi, tiri e meriti. Feldeine (25 con 8 rimbalzi) domina con le sue triple il secondo tempo e specie il quarto periodo, quando manda a bersaglio 13 punti, trascinando i suoi alla rimonta. Decisivo, umorale e sempre presente quando la palla pesa, il grande ex Stefano Gentile fa il suo, chiudendo a 20 punti con 7 falli subiti e 3 assist, con un 12/14 dalla lunetta che pesa e non poco sul bilancio finale. Non forza e sigla il canestro che manda le squadre all’overtime prima, dominandolo con potenza e classe poi, il tanto bistrattato Johnson Odom, che alla fine scrive 14 punti con 7/12 dal campo, ma con 3 assist e un +20 di plus/minus che la dice lunga sul suo rendimento. Dalla panchina benissimo Abass (11 punti e 6 rimbalzi), Shermadini con 11 punti e una grande solidità e Laganà, decisivo nel cambiare inerzia alla gara. Williams stasera è tornato quello dei tempi di Caserta, dominante. Per un ragazzo che, come ha detto Sacripanti in conferenza stampa, era un giocatore finito di 165 kg già essere in campo è un traguardo, con un recupero monstre. Oggi scrive a referto 14 punti e 8 rimbalzi, dominando in vernice. Ultima notazione per la faccenda Hollis: dopo due minuti panchinato perchè non teneva Scott e mai più rientrato. Una scelta tecnica di coach Sacripanti, che speriamo non avrà ripercussioni sul giocatore ex Biella.
Caserta manda 4 uomini in doppia cifra: il migliore è Dejan Ivanov, il che lascia perplessi sui motivi che han spinto Brindisi a tagliarlo. Il bulgaro sposta gli equilibri, segna, sgomita a rimbalzo ed è già un pilastro della squadra, 19 punti (6/10 dal campo con 2 triple) conditi da 11 rimbalzi, 3 assist e 5 falli subiti. Il vero mvp di casa Juve è però Tommasini, utile in attacco (18 con 5/7 da tre) ma anche e soprattutto in difesa, dove fa molto bene. E’ stato oggi un vero faro del gioco, specie dopo l’uscita di Sam Young, che chiude a 17 punti e 6 rimbalzi in 23′ scarsi sul parquet. Male Gaines nonostante i 13 punti, troppo discontinuo al tiro, peggio fa Moore, come già ricordato, Scott limitato dai falli. Antonutti griffa l’esordio con 7 punti e tanta sostanza in difesa, Michelori combatte, mentre Mordente non dà la giusta grinta quando chiamato, a parte una fiammata nel secondo quarto. La strada intrapresa da Markovski si vede, e sembra proficua, ma è ancora lunga. E il core a fine partita dai supporter canturini, presentissimi col gruppo “Eagles” ed i suoi striscioni, che urla alla “nemica” tifoseria casertana : pesa come un macigno molto più dello 0/7 in classifica.
La partita è accesa subito dalle triple di Scott, imbeccato da Young, per un 6-0 in avvio pesante e che fa capire al pubblico del Palamaggiò, solito presente e caloroso (3045 spettatori) che la musica è cambiata dal disastro contro Cremona. Quando però esce prematuramente dalla gara l’ala di Notre Dame, con due falli a carico, seguito a ruota da Hollis che non convince affatto Sacripanti, le cose per i bianconeri sembrano complicarsi, e coach Zare Markovski è costretto ad inventarsi un quintetto con la doppia torre Ivanov-Michelori, granitico sotto canestro ma con poca mobilità. Il duo risponde però presente alla chiamata del coach macedone e Cantù, che ha poco ritmo e non trova le giuste spaziature, fatta eccezione per una magia di Johnson Odom, si tiene a galla esclusivamente realizzando tiri liberi. Young va col fade away, Ivanov trova la tripla ed è +7 Caserta (14-7). I due falli dell’altro totem Williams fanno scegliere a Sacripanti un quintetto più dinamico che possa aprire il campo, ma dalla panchina bianconera esce un Tommasini davvero straordinario, che in un amen piazza prima un coast to coast di prepotenza concluso con canestro, fallo subito e libero supplementare; poco dopo arriva il passaggio no look per Ivanov su cui tutto il palamaggiò si alza ad applaudire, che fissa il +10. Cantù chiama timeout per provare a sistemare le cose, ma l’ultimo sussulto è il buzzer di Gaines che indovina una magia alla Navarro per il 25-13 al primo stop and go.
L’ingresso di Shermadini prova a girare l’inerzia, ma qui ci pensa Sam Young a prendersi letteralmente la squadra sulle spalle, buttandosi dentro e subendo falli in sequenza, che regalano punti alla Juve a cronometro fermo. Anche Antonutti si fa trovare pronto, segnando e mettendoci tanta grinta, ma è il pick and roll da manuale con tagli perfetti di Ivanov che sembra creare qualche grattacapo di troppo ai brianzoli. E’ il +12, Shermadini dopo un fischio contro in attacco per blocco illecito si vede sanzionare il tecnico e Mordente piazza un break di 4 punti prima col libero convertito e poi con una delle sue triple. Sacripanti sfodera dalla manica la sua zona matchup, ma se il suo attacco non fa altro che inanellare palle perse e brutte gestioni, Caserta non può che approfittarne, per volare fino al +18 (41-23) con la schiacciata di Antonutti. Sembra l’inizio del trionfo, invece da qui in poi si spegne la luce. Inserendo Laganà, bravo a dare maggiore equilibrio alla squadra, senza forzare e coinvolgendo i lunghi, ed un vivace Abass, pericoloso dal post medio, arriva il bel gioco per l’Acqua Vitasnella: Johnson Odom apre il campo e gli spazi, e sulle rotazioni della difesa Williams si sa far trovare puntuale, così come Laganà che manda a segno la tripla. Il parziale (2-12) è servito, si va all’intervallo sul 43-35.
Non sembrano essere passati 15 minuti di pausa, perchè la squadra che domina sul campo è ancora una sola e veste la maglia blu. Williams domina a piacimento l’area pitturata forzando il terzo e quarto fallo di Scott in un amen, Abass diventa rovente e come un cecchino segna qualsiasi conclusione passi da lui, ed è un altro 12-0 (complessivo di 24-2 per gli uomini di Sacripanti tra secondo e terzo periodo) che capovolge la gara. E’ il solito Young a svegliare i suoi, crollati a -4 (45-49), coadiuvato da un sontuoso Ivanov che fa a sportellate con chiunque ronzi dalle sue parti e sa prendersi il terzo e quarto fallo anche di Eric Williams. La Juve ha di nuovo il naso avanti, ma al 25′ altro punto focale della partita, con i due tecnici a Young che privano la Pasta Reggia del suo giocatore migliore. Shermadini fissa il nuovo +5 ospite, ma è ancora un encomiabile Ivanov che con la seconda tripla della sua serata è bravo ad impattare. Il finale di quarto è scandito dalle triple di “attributi” di Tommasini da una parte e Gentile dall’altra, col punteggio che recita 60 pari all’ultimo mini riposo, con un verdetto ancora tutto da scrivere.
Ci si attende il tatticismo decisivo, invece i ritmi del quarto periodo sono assurdi e fuori da ogni logica. Dopo il 3/3 dalla linea di Gaines, sono sei le triple consecutive che si susseguono: apre Feldeine, poi Tommasini ne mette due di fila, e dopo il timeout Canturino è Antonutti a rimettere nove punti di distacco fra le squadre (72-63), cui replica il solo Feldeine. Gaines si accende e trova ancora il bersaglio grosso, ma l’Acqua Vitasnella sa come imbeccare i suoi lunghi e l’esperienza di Shermadini pesa eccome. Risalita a -5 dopo un fortunoso 2/2 di Williams dalla lunetta, Cantù subisce un break di 4-0 con 2 liberi di Moore e un pick and roll finalizzato dal solito stoico Michelori, con il nuovo ed ultimo +9 a 3 minuti dalla fine, ma qui la gara svolta. Il lungo scuola Virtus Bo, ancora una volta nella carriera si trova a litigare con i tiri liberi, è pesante il suo 0/2, con un contraccolpo che vede scrivere sul taccuino le triple di Gentile e Feldeine, per l’81-78 a 1’32” dalla fine, su cui Markovski chiama sospensione. Ci si attende calma, ma Sacripanti nella pausa spariglia idee e situazioni, arriva la sanguinosa persa direttamente dalla rimessa, con Feldeine che va a depositare indisturbato il meno uno (parziale di 8-0). Ci pensa a Gaines a muovere il tassametro bianconero, ma Gentile si prende il fallo e dalla lunetta è glaciale. La palla pesa e la Juve affida le sue sorti a Moore, che non aveva preso tiri ma si inventa finalizzatore: errore per lui, così come per Gentile, che aveva cercato la tripla del sorpasso pesante, la palla diventa un flipper e Ivanov la cattura, dandola al suo play su cui arriva il fallo sistematico. Solo 1/2 per il ragazzo da Siena University, timeout Cantù a 11″ dalla fine sotto di sole due lunghezze. Palla a Johnson Odom, che si beve in 1 vs 1 Moore e deposita il pareggio. Ci sarebbero 4″ e Moore, ancora lui ci prova, ma il suo tiro è corto, si va all’overtime.
E’ una guerra di nervi e Caserta non ne ha più e dura poco Shermadini prende possesso definitivo del controllo, Feldeine sa farsi trovare pronto, Johnson Odom è una potenza della natura e ne ha ancora di energie da spendere, ed è oramai notte fonda per la Juve, che spreca anche buoni tiri e non può fare affidamento sul solo cuore di Tommasini. Il finale è impietoso, con un 95-107 pesante, ma il pubblico dimostra di apprezzare ed applaude la squadra, che ha lottato e ci ha creduto, e ha dimostrato il suo valore.
PASTA REGGIA CASERTA – ACQUA VITASNELLA CANTU’ 95-107 dts
Parziali: 25-13; 18-22; 17-25; 24-24; 11-23
Progressione: 25-13; 43-35; 60-60; 84-84; 95-107
Tabellini
Sala Stampa
Markovski: Ho poco da rimproverare, oggi non si può parlare di sconfitta, ma di mancata vittoria, e sarà importante dimenticarla il prima possibile. Abbiamo avuto diversi handicap, che hanno condizionato le scelte e diminuito la rotazione con i falli di Scott prima e l’espulsione di Young poi. In questo momento la testa soffre davvero tanto, dovremo essere bravi a reagire. Gravissimo il +9 a 3′ dalla fine sprecato, certo è che se noi non sbagliamo buoni tiri o se loro non insaccano una di quelle due triple le cose sarebbero cambiate di molto. Di certo ci ha penalizzato nel finale un vistoso calo fisico, siamo arrivati stanchi nel finale. Sono contento per Tommasini, che ha fatto una gran gara: dovunque lo mettessi, sia in attacco che in difesa, ha fatto grandi cose. E sono felice anche per i nuovi acquisti, più per qualità che per quantità al momento. Sull’azione finale ho scelto di non fare fallo, eravamo stanchi e volevamo evitare il supplementare, probabilmente se avessi concesso i due liberi loro avrebbero sbagliato il secondo volontariamente e preso rimbalzo. Non lo sapremo mai. Nel primo tempo abbiamo controllato a dovere il loro pick and roll centrale, nel secondo tempo, siamo passati male dietro al blocco, specie con Gaines, e abbiamo concesso spazio a tiratori come Gentile e Feldeine che sono micidiali. Di certo ci ha condizionato la frettolosa espulsione di Young, lo spettacolo non va punito e un arbitro esperto come Paternicò poteva di certo lasciar correre una situazione del genere specie perchè aveva fischiato al giocatore un altro fallo pochi secondi prima.
Sacripanti: Partita persa da noi due volte e riacciuffata altrettante volte in maniera volenterosa ma anche fortunata. Era una gara importante, lo è anche di più perchè è arrivata una vittoria e in trasferta. Volevamo gioco dentro ed evitare break negativi e siamo riusciti a prenderli subito, abbiamo sofferto i quintetti atipici di Zare ma abbiamo saputo adattarci, trovando buone soluzioni dalla panchina. Quando l’avevamo ripresa per poco Tommasini non la vinceva da solo, ma poi siamo riusciti a riaggancarci di nuovo e come spesso capita in queste circostanze, il supplementare lo vince chi ha recuperato. Su Hollis è stata una scelta di pura foga agonistica. E’ un giocatore tecnico e di mani fantastiche, forse non adatto ad una partita come questa dove serviva qualcosa di diverso. I 51 punti dalla panchina sono frutto del lavoro che ciascuno ha portato e Laganà è stato decisivo, perchè ha cercato sempre di imbeccare i lunghi e si è fatto trovare pronto, che per uno rientrato da pochissimo dopo un grave infortunio è gran cosa. Shermadini ci porta esperienza e letture dal pick and roll, anche se al momento non è minimamente vicino alla sua condizione ottimale. Williams è un miracolo vederlo in campo dopo quello che ha passato. A seconda delle partite e dell’avversario decideremo di volta in volta chi far riposare dei nostri lunghi, anche Mbodji è fondamentale e funzionale al nostro progetto. Due partite a settimana sono comunque pesanti da digerire, ma vincere aiuta a sopportare meglio trasferte e fatica.
MVP: Feldeine e Gentile da una parte, Tommasini dall’altra
WVP: Moore, decisivo in senso negativo
Domenico Landolfo