Quando la rimonta si stava concretizzando e il Palamaggiò è tornato a ruggire come ai bei tempi, si è visto un bagliore, come quei pochi istanti che separano alba e tramonto dalla compiutezza del giorno o della notte. Peccato che singoli attimi non bastino a cambiare una gara, che si fotografa appieno nell’ultima azione, quando sul -2 Vitali, stoicamente in campo non al 100% libero da tre preferisce buttarsi dentro per cercare il supplementare e viene inchiodato da Owens, tra l’altro con palla che si incastra tra ferro e tabellone e l’assurda regola del possesso alternato che premia i trentini, meritatamente vittoriosi. E sono così nove le sconfitte per Caserta, che resta a 4 punti da Pesaro (e spiace davvero quasi nel dover sperare che una squadra come la mitica Scavo debba perdere terreno per lasciare acceso il lumicino), ma ancora di più resta avulsa dal gioco. E quella di stasera, anche per il post gara, sembra essere stato quasi un ultimo canto del cigno, questo perchè se gli auspici erano già nefasti, le situazioni che si vengono a creare non sono certo prognostiche di un futuro più roseo.
Tocchiamo l’argomento e togliamo subito il dente dolente. La squadra non va e non ha ancora quell’anima che corrisponde a un coach carismatico come Zare Markovski. In conferenza stampa l’allenatore macedone ha sottolineato che vuole competizione tra i suoi, ma le risposte non sono arrivate, nonostante una gestione del primo tempo quasi da allenatore di Nhl (l’hockey su ghiaccio) con cambi frenetici anche ogni 30″ o comunque a ogni interruzione che han lasciato sconcerti molti addetti ai lavori. In attacco poi regna la confusione e il talento dei singoli. Ivanov, che ne mette 13, con la sua energia sopperisce molto alle mancanze di un reparto dove escluso Michelori, nessuno gli ha dato una mano. E di certo Antonutti (che comunque ha provato a difendere su un Owens decisamente superbo stasera) e Tessitori non sono una toppa che ti fa fare il salto di qualità, specie se Scott fa il fantasma quando è in campo, ma soprattutto diventa ancor più un ectoplasma in panchina, invisibile se non ai Ghostbusters e quindi tanto tempo seduto. Young è stato lasciato solo al comando delle operazioni. Chiuderà con 35 punti, con 11/18 al tiro, stasera anche e soprattutto da tre punti, unico a guidare l’attacco, spesso costretto dai compagni che gli rifilano la patata bollente allo scadere, e lui inventa, predicando nel deserto. Ci aggiunge 9 rimbalzi, ma nel finale Trento va di anticipo su di lui per evitargli la ricezione, sfidando gli altri, che muoiono con la palla in mano o costruiscono conclusioni che poco hanno a che fare con questo sport. E la croce non può essere buttata su un Vitali fuori condizione ma stoicamente in campo, nè stavolta su Moore, che ha dato il suo anche in attacco (8+5 assistenze) ma soprattutto in difesa. Gaines è stato panchinato nel primo tempo, stasera ha giocato poco e male, in odore di taglio?
Se le premesse della gara erano nefaste, la contestazione ad Atripaldi prima della gara sembrava fuori luogo, ma dopo la gara si è andati oltre, con un gruppo nutrito di supporters che ha chiesto di parlare col gm, creando uno stato di tensione che amplifica a dismisura la ferita. Si erano chieste le dimissioni a inizio gara, chissà che non arrivi qualcosa in settimana. Il presidente Barbagallo, invece, ha tuonato in conferenza stampa, anticipando persino i due coach, scagliandosi contro un arbitraggio definito ridicolo e inadatto al gioco. “Scelte del genere fanno riflettere anche sulla mia volontà di voler continuare col basket”, parole forti, che in una città che non certo se la passa bene come Caserta angosciano ancor di più l’ambiente, che vede la Gold sempre più vicina e che davvero sembra non credere più a nulla.
La realtà più semplice da spiegare è che Trento la gara la vince con merito, con le scelte di coach Buscaglia che premiano alla fine un gioco frizzante e spumeggiante che corre in contropiede senza sparare all’impazzata in stile Sassari ma che si costruisce tiri facili da sotto, sfruttando al massimo ogni spazio. Se poi Owens è in stato di grazia e ne fa 22 con 9/10 dal campo, facendo anche un buon lavoro sporco in difesa e in vernice, allora le cose sono più semplici. Perchè Mitchell scrive 28 (9/22 al tiro) con 7 rimbalzi, Pascolo va con 11 punti + 8 rimbalzi, Grant ne mette altrettanti uscendo dalla panchina, ma soprattutto nella giornata in cui Flaccadori ha solo 3′, ci pensa Spanghero a indirizzare la gara, in una giornata in cui è stato usato anche e soprattutto da play puro. Sono 9 i suoi punti, con 3/5 nel tiro pesante, quando serve,con 3 assist e tanta personalità. Il resto lo fa una zona match up che si adatta al meglio a seconda del tipo di attacco casertano, ovvero diventa una uomo quando Young vuole creare, cercando sempre il raddoppio col lungo sotto che chiude, e resta press quando la palla ce l’hanno gli altri non concedendo quasi mai la ricezione vicino a canestro, a meno che non ci sia Ivanov a prendersela.
Ma andiamo alla partita, e ci voglia scusare per il doveroso preambolo…
Palamaggiò con 3500 spettatori, buon risultato nonostante la classifica e la diretta tv, nonchè i mercatini natalizi della zona che congestionano il traffico per raggiungere la struttura. La curva contesta Atripaldi, la tribuna sostiene la squadra ed i cori della Ancilotto vanno a contestare i paganti dell’altro settore. I 4 stoici tifosi trentini a tratti si sentono molto più chiaramente dell’intero pubblico di casa e questo la dice lunga. Che la Juve sia un cantiere aperto lo si evince chiaramente dal fatto che Markovski cambi i suoi quintetti con una velocità tipica di altri sport, in cui ci sono specialisti per l’attacco e per la difesa, e chissà cosa sarebbe avvenuto se fossero stati possibili i “cambi volanti”. La buona notizia è di certo il ritorno sul parquet di Vitali che si fa trovare pronto nonostante sia visibilmente a corto di fiato per la mancata preparazione. Male Young in avvio con palle perse dal ball handling che gridano allarme, Forray ringrazia e segna in contropiede. Equilibrio in avvio, anche Tessitori, alla sua prima con la nuova maglia si iscrive a referto, ma va in panchina con due falli in un amen, accomodandosi a fianco a Scott, che dopo il solito inizio rombante scompare dal match. Spanghero, chiamato a sostituire Forray che ha già due penalità a carico, è bravo a tenere per i suoi ritmi alti, ma la voce grossa è l’energia di Owens, che si fa trovare pronto quando serve, segnando e sgomitando. Mitchell prova a salire di giri, Pascolo segna anche dalla lunga distanza, ma Caserta, seppur in modo confusionario, con la zampata di Ivanov sulla sirena va avanti (20-19) e la notizia è che Young è ancora fermo al palo.
Buona la ripresa delle operazioni per i padroni di casa, che infilano un 8-2 in cui la firma di Ivanov è chiara ed inequivocabile. Quando anche Young marca visita sul tabellino e Tommasini spara la tripla la gara sembra indirizzarsi verso la Campania col 31-21 del 13′, ma qui la rotazione continua diventa deleteria, e Trento sale in cattedra. Spanghero scuote i suoi con la tripla, marchio di fabbrica, poi ci pensa Mitchell a riportare sotto la Dolomiti. Prima segna una tripla dalla distanza siderale prendendosi anche il fallo, poi si butta dentro con un morbido arcobaleno e anche in questo caso subisce il contatto e realizza l’aggiuntivo. Il resto lo fa Owens, che di tocco o dal post basso riesce a mettere sul tabellone punti che pesano, per il 39-38 al 18′. E c’è da dire che Young ha già innestato le marce alte dato che ha iniziato a imbucare anche dalla lunga distanza, specialità in cui il top scorer del campionato non sembrava essere eccezionale. Se però i fantasmi per la Juve sono solo sperati, il finale di quarto è davvero pessimo, con attacco senza criterio, difesa inguardabile e una persa sulla rimessa con palla a 4 metri dal ricevitore. Pascolo ringrazia e con 4 punti regala il vantaggio ai suoi alla pausa lunga, 41-42.
La ripresa sembra attendere la riscossa dei casertani, che trovano in Moore (autentica sorpresa per tutti i tifosi) anche un realizzatore efficace che regala ai suoi punti ma soprattutto inerzia. La difesa però fa acqua da tutte le parti e Trento legge bene le situazioni, fa passaggi stilisticamente apprezzabili, semplici e geometrici e si apre il campo con eleganza e talento. Direttamente dal parcheggio del Palamaggiò Mitchell inizia a grandinare triple, Sanders, silenzioso ma importante, si accende e con una schiacciata con fallo subito strappa applausi, ma è bravo anche in fase di assistenza e Pascolo con i suoi centimetri può dominare nell’area dei tre secondi. Caserta si affida alle triple di Young, ma resta a -5, anche perchè il clutch shoot show di Mitchell sembra non avere tregua. Nel baratro di un gioco troppo estemporaneo, la Pasta reggia si rialza, prendendosi prima il bonus della squadra trentina (3fl di Owens) e firmando poi un 5-0 prezioso con Antonutti e Ivanov che rimette la questione in parità. Dalla panchina però Buscaglia trova un Grant bravo a farsi trovare pronto sia con la tripla che con penetrazioni in contropiede che fanno male, e se Pascolo continua a essere un fattore per la Juve ci sono poche chances (grande regia di Spanghero). Young fa correre il tassametro personale, tenendo i suoi a contatto all’ultimo stop and go, sul 63-67.
Il quarto periodo è vietato ai malati di cuore. Buscaglia fa rifiatare in panchina la premiata ditta Mitchell-Owens, ma in campo ha comunque il duo italiano Spanghero-Pascolo (tripla importante del play) che tiene a bada le distanze nonostante uno Young per cui, dopo l’ennesima tripla e giocata al ferro sono finite le parole. L’ex Pacers riporta i suoi al -1, Ivanov addirittura fa mettere ai suoi il muso avanti, ma il gioco spalle a canestro di Owens e la freschezza di Grant puniscono una Juve ancora pigra in difesa. La zona ordita da Buscaglia e di cui abbiamo già parlato fa il resto. Owens piazza un gioco da tre punti nel traffico, poi ruba e con la schiacciata firma il 76-84 che a 4′ dalla fine sembra chiudere i giochi, ma non è così. Un errore di Mitchell, la cui tripla/ganciodelKO viene sputata dal ferro, lancia la mezza transizione campana, su cui Scott si fa trovare pronto con la tripla. Buscaglia non si fida e chiama timeout, trovando ancora da Grant le giuste risposte per il +7. Anche Zare Markovski vuole parlarci su e non si sa cosa dica ai suoi ma funziona. Ivanov si prende la squadra e il pubblico sulle spalle e riporta i suoi sotto con 5 punti di fila, per l’84-86 a 59″ dal termine. Young si prende il fallo e dalla linea della carità pareggia i conti. Si va di mini-pausa ancora. Mitchell subisce fallo, ma la mano trema e dalla lunetta è solo 1/2, Caserta cerca Young, ma Trento evita la ricezione, e così per non morire palla in mano Vitali prova una conclusione forzata che non va a bersaglio, Mitchell si prende rimbalzo e fallo, dopo essersi fatto un comodo coast to coast. Stavolta dalla linea fa percorso netto per il +3. Buscaglia non riesce a impedire la ricezione a Young ma preferisce spendere il fallo. L’ex Pacers quasi vorrebbe sbagliare il secondo, ma questo entra ed altro giro in lunetta per Mitchell. Altro 1/2 per lui, +2 e Caserta dal rimbalzo serve Vitali con un baseball pass che lo libera. Il giocatore non tira da tre, cerca la penetrazione per il supplementare, ma Owens lo inchioda, con la palla che si incastra tra ferro e tabellone e la “freccia” del possesso alternato che premia la Dolomiti Energia, che espugna il Palamaggiò 88-90.
PASTA REGGIA CASERTA – DOLOMITI ENERGIA TRENTO 88-90
Parziali: 20-19; 21-23; 22-25; 25-23
Progressione: 20-19; 41-42; 63-67; 88-90
Tabellini
Sala Stampa
Barbagallo (Presid. Pasta Reggia)
Sono davvero furioso, perchè non ne va una dritta, stiamo facendo il massimo ma non riusciamo a sbloccarci. Mi fa rabbia anche e soprattutto però il non rispetto da parte della classe arbitrale, con tanti, troppi errori da parte di una classe che definisco scandalosa. Di questo avevo già detto in lega e avevo mandato una lettera in proposito, non voglio pensare neanche alla malafede, errori sempre a nostro sfavore e spesso proprio quando la gara è nel momento decisivo. E non ci sto. Nello sport l’investimento conta, non importa se vinci o se perdi, ma episodi del genere fanno veramente passare la voglia, e potrebbero addirittura spingermi a fare un passo indietro ed abbandonare il mondo del basket, anche se non voglio minimamente abbandonare una squadra che è in un simile momento di difficoltà.
Buscaglia
Il grande desiderio di voler portare a casa questa partita è stata la chiave del nostro successo. Abbiamo avuto momenti difficili, sia quando siamo andati sotto di 10 punti nel secondo quarto, sia quando nel finale eravamo sopra di 6 e non siamo stati capaci di chiuderla come volevamo e dovevamo. Siamo cambiati tecnicamente quando abbiamo iniziato a lottare di più a rimbalzo e quando siamo iniziati ad arrivare per primi sulle palle vaganti. Alzando il ritmo in attacco abbiamo anche aumentato l’intensità della nostra difesa e la zona ha saputo arginare bene ed adattarsi ai loro attacchi e ai loro quintetti. Abbiamo dimostrato di essere un bel gruppo, in cui ognuno ha portato il suo contributo. Siamo giovani, in fase di crescita, ambiziosi, e consapevoli che anche se questa è la nostra prima esperienza possiamo dire la nostra nel campionato e non posso che essere fiero dei miei ragazzi.
Markovski
Prima della gara eravamo consapevoli della loro intensità offensiva, ma ora guardo le statistiche e vedo 8 rimbalzi in più. Abbiamo buttato la partita con 20 palle perse, non abbiamo ottenuto quello che meritavamo e così un’altra gara che poteva girare in nostro favore se ne è andata. Salvo i cambiamenti difensivi nel finale che li han limitati in attacco ed hanno prodotto la rimonta. Young stasera è stato strepitoso, ci ha guidati, sono soddisfatto del fatto che capitalizzi quando il pallone finisce nelle sue mani. Sugli altri, e specie sui cambi, voglio che tutti i giocatori siano in competizione tra loro, voglio sempre i migliori giocatori in campo, quelli che mi possono dare il 100% non giocatori mediocri, e chiunque sia mediocre merita di stare in panchina, come Gaines stasera. Rimpiango questa gara persa, non mi va di pensare già a Milano, ma alla necessità di doverci esprimere al meglio delle nostre possibilità se vogliamo considerarci davvero in lotta con le altre squadre.
MVP: Difficile trovare un singolo che per Trento sia uber alles. Spanghero ha fatto tante piccole cose decisive, ma non si possono trascurare Owens e Mitchell, mattatori di questa squadra, così come importanti Grant e Pascolo. Il premio lo diamo a Buscaglia che li ha gestiti al meglio, così non si scontenta nessuno. Per Caserta Young è qualcosa che in Italia non si è mai visto, meriterebbe ben altri palcoscenici.
WVP: Gaines ha steccato ancora e forse per lui le chances sono finite. Per Trento male Baldi Rossi, che non ha inciso come da par suo.
Domenico Landolfo