Come il Titanic, Caserta è una barca che affonda, che è pur sempre tonica e pimpante sul campo, bella anche da vedersi sul campo e dotata del più lussuoso giocatore americano che si veda in Italia da tempo, ma continua a perdere. Non bastano i nuovi innesti, anzi. Markovski continua con le sue rotazioni in puro stile Arsenault, con cambi a distanza anche di 35″ l’uno dall’altro, anche tra semplice possesso difensivo e offensivo. E se una squadra ha già due giocatori con un solo allenamento con i nuovi compagni nella testa, e gli equilibri vengono smontati sistematicamente, la sconfitta è servita su un piatto d’argento a Varese, che non se la lascia sfuggire. La difesa non esiste per i bianconeri, il resto lo fanno arbitri forse troppo severi per una gara tutto sommato corretta. Il doppio tecnico a Ivanov a fine primo tempo è molto penalizzante per la Juve, ma non è una singola scelta a condizionare la gara, nè ci si può appellare alla malasorte per le tante triple sputate dal ferro. La verità è che questa Juve non ha certezze, anzi forse ha un suo faro del gioco che, come dirà lo stesso Markovski in sala stampa, si frappone alla totale incapacità di attaccare dei suoi compagni. Ed eloquente la scelta di Pozzecco che nel quarto periodo sceglie di farsi battere dagli altri, se proprio deve, marcando alla morte Young e impedendogli la ricezione. Se poi l’Ex Pacers è costretto a giocare 39′ e a sacrificarsi anche in difesa per oscurare le negatività degli altri, allora la cosa si fa seria. Per lui alla fine saranno 30 a referto, con rimbalzi, recuperi ed assist preziosi (32 di valutazione). Nel quarto periodo, quello sforzo profuso precedentemente si fa sentire, la lucidità cala e la scelta di tenerlo tutto quel tempo sul parquet pesa. Lasciando da parte gli altri, che meritano un capitolo a parte, Varese riesce a fare le cose semplici, lasciandosi trascinare dai suoi giocatori cinici, che rispecchiano appieno un allenatore combattivo e volitivo come Pozzecco. L’energia di Daniel prima, le triple di Rautins e Diawara, ma soprattutto poi la partita mostruosa di Willie Deane che dispone a piacimento di chiunque gli capiti dalle sue parti, sono lo specchio di una vittoria della Opnjobmetis che vale molto, ed è meritata come confermano i numeri statistici. Della Juve si può segnalare innanzitutto la distribuzione dei minuti, con Ivanov causa espulsione che ne gioca 11, Michelori e Tessitori (specie l’ex Sassari stava giocando molto bene) panchinati con cotinuità e che in due ne sommano solo 13′. Antonutti, fermo ai box tutta la settimana, si ferma a 7′ (2/6 dal campo), Tommasini, nelle scorse settimane un fattore, oggi nullo in difesa e continuamente in e out dal parquet, la miseria di 12′ con 5 falli a carico. Mordente oggi chiamato a 22′ minuti segna una tripla nel quarto periodo che sarebbe ossigeno, ma non è il giocatore di qualche stagione fa e il suo apporto è in negativo (-1 di valutazione), Scott, spesso dimenticato in ombra sul legno, si sveglia nel quarto periodo con 13 punti (4/11) aggiungendo 8 rimbalzi e raggiungendo la sufficienza al pari del solo Young. I nuovi acquisti steccano. Capin, che sarà esaltato da Markovski in conferenza, offre una gara da 15 punti (5/11 dal campo) senza offrire nè creare gioco, poche letture, tanta confusione e soprattutto un autentico telepass in difesa, non certo doti da lottatori per una squadra che deve sempre avere il coltello tra i denti. Avramov è ancora alla ricerca di sicurezze in un nuovo contesto, va a fiammate ma non ha continuità, e in difesa sembra non averne. Vitali ha giocato 2′ poi i problemi fisici lo hanno fermato.
Non bastano 5044 spettatori, nè le tante promozioni che portano gente al palazzetto a portare la Juve al successo. Varese espugna il Palamaggiò 78-82 al termine di una gara strana, ma comunque sempre nell’inerzia dei rossi lombardi. Primo quarto dominato da Ed Daniel, che prende possesso della vernice e con energia, schiacciate e gioco in post fa quel che vuole, mandando a referto 10 punti. In realtà è però la Juve a partire meglio, con Young che si iscrive subito a referto e con la tripla fissa l’11-4 al 4′. Varese chiama timeout e non si sa cosa il Poz dica, ma funziona. Rautins si fa trovare pronto in uscita dai blocchi, Deane si sblocca anche da tre e poi si prende il fallo e canestro mandando al bar la difesa. Di Daniel e della sua capacità anche di correre in transizione abbiam già detto, ed è così che la Openjobmetis piazza un break di 0-14 che la porta sul +7. Antonutti spezza l’inerzia per i suoi, ma 4 punti di Diawara, lasciato colpevolmente libero, e la tripla di Rautins da quasi centrocampo scrivono 13-25 alla prima pausa.
Ivanov prova a prendersi la squadra sulle spalle, ma si becca un tecnico per proteste, su cui Diawara si fa trovare pronto a imbucare. Capin prova a far vedere al suo nuovo pubblico le sue doti, Young incanta con una schiacciata in stile Dwight Howard, ma la difesa bianconera continua a latitare e Robinson la taglia in due come un coltello caldo nel burro. La Juve rislae fino al -10, ma subisce il folletto Robinson che segna con continuità. Gli arbitri nel finale diventano loro malgrado protagonisti. Antisportivo (in attacco) a Daniel su Tessitori, si replica sul fronte opposto con gli stessi protagonisti a parte invertite. Nel mentre ci pensa Okoye a scrivere punti preziosi per i suoi, ma ciononostante Caserta è sempre a -12 (31-43) con la tripla estemporanea di Capin. Ivanov, già redarbuito dagli arbitri, prova a prendersi lo sfondo ma gli viene fischiato il flopping, secondo tecnico ed espulsione: siamo al 18′. Scott e Young tirano acqua al loro mulino dalla lunetta, ed alla pausa lunga siamo 34-44.
Nel terzo periodo si vive di momenti, con Varese a secco (per proprio demerito) per 6′ e Caserta che farraginosamente e confusionariamente risale la china. Ovvio che il grosso lo fa Sam Young, che schiaccia, vola e crea nel bel mezzo del totale deserto dei suoi compagni. Tommasini col furto con scasso fa mettere ai suoi il naso avanti, 45-44 (11-0), ma qui, Pozzecco, pesca quasi casualmente Callahan dalla panchina, dato che Daniel aveva preso un colpo ed era stato costretto a uscire. Il lungo segna 4 punti importanti per i suoi che ritrovano fiducia. La gara si accende nel finale di quarto, con botta e risposta dalla lunga distanza. Apre Diawara, rispondono Avramov e Young, ma nel mezzo è Robinson che, preso da Tommasini, lo batte continuamente e si prende i falli di quest’ultimo, seppur finalizzano solo 2/4 liberi. Il finale è ancora Griffato Young che è già a quota 26, per il 59-55 casertano incredibile all’ultimo stop and go.
Varese pareggia col solito Robinson e Daniel, bravi a imbucare dalla linea della carità, La tabellata involontari dalla lunga di Diawara è un chiaro segno degli dei del basket, seppur Mordente risponda con egual moneta. Scott si ereg a protagonista prendendosi un attacco che non può quasi più contare su Young che è stremato nonchè triplicato ancor prima riceva palla. Rautins dalla lunga prova la fuga, Young risponde con la tripla da campione. qui però sale in cattedra Deane che metterà 11 punti di fila per i suoi che di fatto indirizzeranno la gara, laddove per la Juve ci sono perse e/o forzature. E’ l’undicesima sconfitta e non sembra che sia cambiato nulla. Pesaro è lontana sei punti, e il derby con Avellino, nonchè le due trasferte di Reggio Emilia e Sassari non sono certo i campi su cui si dovrà fare bottino. La via è lunga, e in pendenza, siamo ciclisti sullo Zoncolan e la porta dell’inferno è stata aperta.
PASTA REGGIA CASERTA – OPENJOBMETIS VARESE 78-82
Parziali: 13-25; 21-19; 25-11; 19-27
Progressione: 13-25; 34-44; 59-55; 78-82
Tabellini:
Sala Stampa
Markovski
Siamo caduti sul più bello, nell’ultimo quarto, sono mancate le energie anche per le assenze di Vitali e Ivanov. Capin è proprio quello che ci serviva, Avramov ha esperienza e bisogna farlo adattare. Young in campo 40′, con 30 punti a referto, perchè è la nostra unica opzione in attacco. Le scelte di abbassare il quintetto è stata dovuta al fatto che volevamo che Varese difendesse sui nostri esterni. Soffriamo quando la gara conta e non abbiamo in attacco giocatori capaci di creare tanto.
Pozzecco
Sempre bello venire qui, è un bell’ambiente e all’epoca dello scudetto tifavo per voi contro Milano. Gara difficile e combattuta. Abbiamo vinto una sfida ostica contro un avversario bravo a recuperarla. Cinici quando serviva, ma meritevoli di portare a casa due punti pesanti ma comunque meritati. Arbitraggio severo per una partita agonisticamente combattuta ma non cattiva.
MVP: Di sicuro Deane, capace di essere decisivo nel finale. Ma anche i vari Daniel, Diawara, Rautins e Robinson portano il loro mattoncino. Young è per Caserta più di un grande giocatore, via il cappello per l’ex Pacers
WVP: A metà tra Markovski e la difesa di Caserta.