Si è spento nella mattinata del 07/02/2015, ad 83 anni, Dean Smith, storico head-coach di North Carolina. Smith si è spento nella sua casa di Chapel Hill, gli ultimi cinque sono stati segnati pesantemente dall’avanzare dell’età e dalla perdita di memoria. Alla guida dei Tar Heels (che già nel 1986 gli intitolarono l’arena in cui giocava) dal 1961 fino al 1997, Smith ha vinto due titoli NCAA, nel 1982 e nel 1993, e ha portato la sua squadra alle final-four per ben 11 volte.
Al momento in cui si è ritirato era il coach più vincente della Division I Ncaa con 879 successi in 1133 partite, il 77.6% di vittorie. Fu anche allenatore degli Usa a Montreal 1976 quando l’oro coi collegiali non era scontato. Verrà ricordato sempre come uno dei migliori allenatori della storia del college basketball. Quella del 1982 era la squadra di Sam Perkins, Matt Doherty, James Worthy e soprattutto un 19enne Michael Jordan, che cominciò qui il suo percorso da predestinato col canestro della vittoria in finale contro la Georgetown dell’altro 19enne meraviglia Patrick Ewing. Oltre al più grande di tutti, che lo considera suo mentore, ha lanciato verso la Nba anche Bob McAdoo, Walter Davis, Bobby Jones, Brad Daugherty, Rick Fox, Rasheed Wallace, Jerry Stackhouse, Antawn Jamison e Vince Carter. Suoi allievi sono stati non solo il suo erede ai Tar Heels Roy Williams, ma anche Doug Moe, George Karl, Mitch Kupchak e coach campioni Nba come Larry Brown, Billy Cunningham.
Il presidente Barack Obama ha ricordato la leggenda del basket americano e mondiale Dean Smith, scomparso ad 83 anni. Questo il messaggio di Obama.
President Barack Obama released this statement on Dean Smith pic.twitter.com/lq6GP7gnqX
— ESPN College BBall (@ESPNCBB) 8 Febbraio 2015
MJ:“A parte i miei genitori, nessuno ha avuto un’influenza su di me più grande di coach Smith – ha detto Micheal Jordan -. È stato più di un allenatore: è stato il mio mentore, il mio insegnante, il mio secondo padre. C’è stato sempre per me quando ho avuto bisogno e l’ho amato per questo. Nell’insegnarmi il gioco del basket, mi ha insegnato anche la vita. Abbiamo perso un grande uomo”. Non poteva mancare l’omaggio del grande rivale Mike Krzyzewski, che ha fatto i conti con la “Carolina Way” da coach della nemica Duke: “Abbiamo perso un uomo che non può essere sostituito, unico, vero pilastro del nostro sport: una delle più grandi menti cestistiche, un magnifico insegnante e tattico. Costruire un programma di elite a North Carolina non gli ha impedito di affrontare questioni sociali: il suo più grande dono è stata la sua abilità unica di insegnare cosa serve per diventare una brava persona, facile per lui che era a sua volta un grande uomo”.